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31 Marzo 2025

Antimicrobici in veterinaria, primo report annuale ESUAvet. Italia torna a crescere dopo anni di calo

Dopo un calo del 35% tra il 2018 e il 2022, il consumo di antibiotici negli animali è risalito a 180,3 mg/PCU. Il primo rapporto annuale ESUAvet evidenzia l’andamento europeo e l’impegno per un uso responsabile

di Redazione Vet33


Antimicrobici in veterinaria, primo report annuale ESUAvet. Italia torna a crescere dopo anni di calo

L’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) ha pubblicato il primo Rapporto di sorveglianza annuale sulle vendite e l’uso di antimicrobici in medicina veterinaria (ESUAvet) in Europa, contenente dati da tutti i Paesi dell’Unione Europea (Ue) e dello Spazio Economico Europeo (See). Nel 2023, le vendite di antibiotici veterinari in Italia sono aumentate dopo un calo del 35% tra il 2018 e il 2022, risalendo a 180,3 mg/PCU. Un cambio nel sistema di rilevazione ha contribuito alla variazione, ma il nostro Paese resta sotto la media Ue.


I dati dell’Europa

Per la prima volta, tutti i 27 paesi dell’Ue, insieme a Islanda e Norvegia, hanno raccolto e segnalato dati (relativi all’anno 2023) sia sulle vendite che sull’uso di antimicrobici negli animali nei loro Paesi.
Secondo il rapporto, le vendite di antibiotici per animali destinati alla produzione alimentare (dpa) hanno rappresentato il 98% delle vendite totali dell’Ue di medicinali veterinari contenenti sostanze con attività antibiotica. La classe di antimicrobici più venduta per gli animali dpa è stata la penicillina, seguita da tetracicline e sulfonamidi.
Secondo la categorizzazione AMEG degli antibiotici per uso negli animali per un uso prudente e responsabile, sviluppata dal gruppo di esperti ad hoc dell’Ema, circa il 65% delle vendite totali dell’Ue per animali dpa corrispondeva a sostanze che appartengono alla categoria D (che dovrebbero essere utilizzate come trattamenti di prima linea, ove possibile), il 29% corrispondeva alla categoria C (che dovrebbe essere presa in considerazione solo quando non ci sono antibiotici nella categoria D che potrebbero essere clinicamente efficaci) e il 6% corrispondeva alla categoria B (che sono di fondamentale importanza nella medicina umana, ma l’uso negli animali dovrebbe essere limitato per mitigare il rischio per la salute pubblica).
I dati sull’uso sono stati raccolti per quattro principali specie animali destinate alla produzione alimentare nel 2023: bovini, suini, polli e tacchini, ma non erano sufficientemente completi e accurati per iniziare a segnalare informazioni quantitative. Gli Stati membri si sono impegnati a consolidare i loro sistemi di raccolta dati sull’uso, con l’obiettivo di aumentare accuratezza e copertura.

I dati italiani

Per quanto riguarda l’Italia, dopo anni di calo costante, nel 2023 le vendite di antimicrobici destinati agli animali in Italia tornano a crescere: dal 2018 al 2022, il consumo in Italia era passato da 244 a 157,5 mg per unità di biomassa animale (mg/PCU), con una riduzione del 35%. Ma nel 2023 il trend si è invertito: le vendite sono risalite a 180,3 mg/PCU. 
Un aumento legato in parte al cambio del sistema di rilevazione dei dati, che ora si basa sulle informazioni fornite dai mangimifici invece che dai produttori farmaceutici. Nonostante l’aumento registrato nel 2023, l’Italia resta comunque sotto la media storica europea per consumo di antimicrobici veterinari. Le autorità puntano ora a migliorare ulteriormente la qualità dei dati raccolti, e a rafforzare le campagne di sensibilizzazione rivolte a medici veterinari e allevatori.

Come funziona il reporting dei dati

I Paesi dell’Ue e dello See comunicano i dati sul volume delle vendite e dell’uso di medicinali antimicrobici negli animali tramite la piattaforma di vendita e uso degli antimicrobici dell’Ema. L’Ema analizza i dati che riceve e pubblica, a partire da gennaio 2024, dei rapporti annuali (ESUAvet), in linea con il Regolamento sui medicinali veterinari. Queste relazioni forniscono informazioni sugli indicatori del consumo di antimicrobici negli animali, indicatori essenziali per identificare possibili fattori di rischio che potrebbero favorire lo sviluppo e la diffusione della resistenza antimicrobica negli animali.
Gli stakeholder – scienziati, medici veterinari e altri professionisti della salute animale, valutatori del rischio e decisori politici – possono quindi utilizzare questi dati come riferimento per le politiche antimicrobiche e le linee guida sull’uso responsabile degli antimicrobici. 
La segnalazione dei dati sull’utilizzo da parte delle specie animali avviene gradualmente, seguendo una tempistica stabilita. Il primo rapporto è stato pubblicato il 31 marzo 2025 e include dati relativi al 2023. Per i dati raccolti a partire dal 2025, l’Ema prevede di pubblicare la relazione annuale entro il 31 dicembre di ogni anno.

I Rapporti ESUAvet

Il rapporto ESUAvet segue quello che era il progetto European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption (Esvac), iniziativa volontaria tra le autorità nazionali e l’Ema per raccogliere dati affidabili sulle vendite in tutta Europa nel corso di 12 anni. Durante questo periodo è stato osservato un calo del 50% nelle vendite di antibiotici veterinari, grazie agli sforzi collettivi dei Paesi che hanno fornito i dati e sviluppato strategie nazionali per incoraggiare un uso responsabile, nonché ai professionisti e agli agricoltori sul campo.
I dati ora presenti nei report annuali ESUAvet, raccolti attraverso la nuova piattaforma ASU, aiuteranno a identificare le tendenze nel consumo di antimicrobici negli animali in modo più accurato e con maggiore granularità, consentendo ai decisori di affrontare la crescente complessità della resistenza antimicrobica e di adottare misure appropriate per proteggere la salute sia degli animali che degli esseri umani in Europa.

TAG: AMR, ANIMALI DPA, ANTIBIOTICI, ANTIMICROBICI, ASU, EMA, ESUAVET, ESVAC, FARMACI VETERINARI

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