Cani
10 Marzo 2025La Società Italiana di Pediatria e l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani richiamano l’attenzione sul possesso responsabile dei cani, chiedendo riforme e offrendo linee guida per garantire una convivenza serena tra minori e animali
La Società Italiana di Pediatria (Sip) e l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) lanciano un appello congiunto per promuovere il “possesso responsabile” dei cani in presenza di bambini. L’obiettivo? Ridurre il rischio di incidenti, migliorare la convivenza e sensibilizzare le famiglie sull’importanza di educazione e supervisione. Con oltre 8,8 milioni di cani presenti nelle famiglie italiane, le due associazioni propongono misure concrete e una revisione del percorso formativo per i proprietari di animali.
Le frequenti aggressioni canine ai danni di minori, spesso in tenerissima età, hanno spinto Sip e Anmvi a intervenire nella discussione pubblica: le cronache, sempre più frequentemente, e non solo in tempi recenti, riferiscono di fatti avvenuti in contesti domestici privati-familiari, spesso caratterizzati dalla presenza di cani di grossa taglia lasciati incustoditi o sfuggiti al controllo dei proprietari, che in questi casi coincidono con i genitori.
In questi casi diventa necessario puntualizzare che – pur non trattandosi di quei “luoghi aperti al pubblico” di cui alla vigente ordinanza ministeriale (OM 6 agosto 2024), principalmente orientata alla tutela dell’incolumità pubblica – anche i contesti domestici sono giuridicamente assoggettati al principio del possesso responsabile:
“Il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali o cose provocati dall’animale stesso” (art. 1, OM).
Per questi motivi, Sip e Anmvi richiamano l’attenzione sul “possesso responsabile” dei cani in presenza di minori, unendo le proprie competenze per una migliore conoscenza della relazione bambino-cane, e chiedono la riforma dell’attuale ordinanza, poiché il percorso formativo è disatteso e anacronistico. In particolare, i due enti richiamano l’attenzione sulla necessità di rafforzare la prevenzione attraverso due leve:
● Sviluppare negli adulti una maggiore conoscenza del rapporto bambini-cani per una corretta valutazione rischio-beneficio. È scientificamente assodato che la presenza di un cane in famiglia può portare numerosi benefici per lo sviluppo del bambino.
“La relazione con un animale domestico favorisce la crescita armoniosa dei bambini, migliorando la loro empatia, il senso di responsabilità e il benessere emotivo” afferma Rino Agostiniani, Presidente Sip. Ma per garantire una convivenza positiva, “la sorveglianza di un adulto è imprescindibile: un cane e un bambino non dovrebbero mai stare insieme senza supervisione”.
● Rafforzare delle politiche educative al possesso responsabile di cani, specialmente in presenza di minori. Il rapporto tra bambini e cani deve svilupparsi all’interno di una cornice di sicurezza, oggi deficitaria a causa di una gestione inconsapevole di questo rapporto. È necessario un rafforzamento del principio del “possesso responsabile” e una corretta impostazione del rapporto tra cani e bambini in età pediatrica e più in generale tra cani e minori. Una migliore educazione intrafamiliare si traduce in una migliore gestione del cane anche nei luoghi pubblici frequentati da minori.
“È essenziale che i proprietari genitori o che stanno per diventare genitori adottino tutte le precauzioni necessarie per una convivenza sicura, a partire dalla scelta del cane più indicato per il contesto familiare” spiega Marco Melosi, Presidente Anmvi. “Maggiore sarà la compatibilità tra le condizioni socio-ambientali con le esigenze di benessere del cane e maggiore sarà l’equilibrio complessivo della convivenza”.
Pediatri e medici veterinari, unendo le proprie competenze, hanno sviluppato linee guida interdisciplinari per indirizzare i comportamenti corretti:
● adozione consapevole: prima di scegliere il cane, al rifugio o in allevamento, chiedere sempre il parere del Medico Veterinario, valutando l’opportunità di una visita veterinaria preadozione;
● supervisione costante: educazione dell’adulto, giuridicamente responsabile della relazione, a una relazione sicura tra bambino e cane sia nell’ambito familiare che nei luoghi pubblici, attraverso una migliore conoscenza del rapporto bambino-cane;
● educazione alla relazione: educare i bambini a rispettare le esigenze etologiche, fisiologiche e di benessere del cane. Considerare che singoli esemplari possono anche richiedere specifiche misure di intervento e di gestione specialistica, a cura di un Medico Veterinario esperto in Medicina Veterinaria comportamentale e/o in Interventi Assistiti dagli Animali;
● prevenzione fin dalla gestazione: preparare i genitori al rientro a casa dopo il parto se in famiglia è già presente un cane. L’arrivo di un neonato può rappresentare un cambiamento significativo per il cane, che richiede un approccio di reciproca conoscenza graduale e corretta. La sicurezza dei bambini è una responsabilità collettiva: solo attraverso consapevolezza, educazione e regole chiare possiamo garantire una convivenza serena e sicura tra bambini e cani.
Infine, Sip e Anmvi chiedono una profonda revisione dell’attuale percorso formativo – il cosiddetto “patentino” – ideato troppi anni fa, quando la presenza di cani nelle famiglie non aveva raggiunto il rapporto demografico di oggi, pari a 1 cane ogni 3 famiglie e 1 cane ogni 7 persone, e strutturato senza considerare le modalità offerte dalla formazione a distanza.
La riforma del patentino dovrebbe attingere all’esperienza di altri Paesi europei e alle linee guida più aggiornate della Associazione Mondiale dei Veterinari, che non escludono casi di obbligo formativo fin dall’adozione del cane, che oggi è invece previsto solo post-aggressioni.
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