One Health
14 Giugno 2023 Nuove raccomandazioni del Consiglio Europeo per una lotta alla resistenza antimicrobica in chiave sempre più One Health. I nuovi obiettivi in medicina umana potranno essere sinergici all'impegno in veterinaria.

L’impegno della Commissione UE è stato premiato: il Consiglio ha infatti adottato la proposta di raccomandazione, formalizzata lo scorso 26 aprile e finalizzata a rafforzare le azioni dell'UE contro la resistenza antimicrobica in un approccio "One Health".
La raccomandazione si concentra sulla prevenzione e il controllo delle infezioni, la sorveglianza e il monitoraggio, l'innovazione e la disponibilità di antimicrobici efficaci, l'uso prudente e la cooperazione tra gli Stati membri ea livello mondiale.
Gli obiettivi UE, concertati con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), hanno come orizzonte temporale il 2030 e sono declinati su tre punti:
- una riduzione del 20% del consumo totale di antibiotici nell'uomo;
- almeno il 65% del consumo totale di antibiotici nell'uomo dovrebbe essere efficace (uso dell'antibiotico giusto);
- una riduzione delle infezioni di tre principali batteri resistenti agli antibiotici, che riguarderà principalmente gli ospedali.
Questi target saranno anche tradotti a livello nazionale, tenendo conto delle specificità dei vari Paesi, senza compromettere la salute e la sicurezza dei pazienti.
Umana e veterinaria, qual è il nesso?
La novità di matrice europea viene accolta positivamente dal mondo della veterinaria, che da tempo si attiene a target di riduzione di consumo di antimicrobici ben più ambiziosi (50%).
Come spiega infatti ANMVI, un impegno One Health contro l’AMR sarebbe stata un’arma spuntata senza una regolamentazione in umana.
Un ambito in cui la resistenza antimicrobica presenta annualmente un conto salato: oltre 35.000 decessi ogni anno solo nei Paesi UE/SEE, con il 70% circa dei casi di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici esito di infezioni nosocomiali.
Ecco perché fissare dei target di riduzione anche in umana è diventato più che prioritario, se la resistenza continuasse ad aumentare, infatti, si potrebbe arrivare a circa 10 milioni di morti a livello globale ogni anno, con una riduzione dal 2% al 3,5% il prodotto interno lordo globale.
Per arrivare al 2050, soglia temporale entro cui l'economia mondiale potrebbe affrontare un costo fino a 100 trilioni di dollari.
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