Gatti
27 Marzo 2023Si chiama CONNETTI-CAT ed è il nuovo progetto dell’IZSVe, nato con l’obiettivo di valutare la circolazione del lyssavirus tra i gatti di proprietà
Dopo il caso del gatto d’Arezzo, in cui nel 2020 era stato accertato un raro caso di lyssavirus, con sintomi neurologici compatibili con quelli della rabbia, l’attenzione verso il salto di specie dai pipistrelli ai gatti si è fortemente incentivata. Sull’onda di quella rilevazione nasce dunque il progetto triennale CONNETTI-CAT, avviato dall’IZSVe e finanziato dal Ministero della Salute, in collaborazione con il Dipartimento di medicina animale, produzioni e salute dell’Università di Padova, l’Izs della Lombardia ed Emilia-Romagna e l’Izs del Lazio e della Toscana. È infatti unanime il convincimento che sia oggi fondamentale non solo quantificare l’effettiva circolazione di queste infezioni nel gatto, ma anche la sua capacità di trasmettere secondariamente l’infezione ad altri animali e all’uomo.
Quattro gli obiettivi cardine su cui il progetto viene articolato:
● aumentare la sorveglianza per lyssavirus nei gatti con sintomatologia neurologica da encefalomielite acuta afferenti alle strutture veterinarie, attraverso il supporto del laboratorio alla clinica;
● definire l’esposizione ai lyssavirus ai gatti afferenti alle strutture veterinarie, attraverso indagini epidemiologiche mirate che coinvolgano sia gli individui con sintomatologia neurologica da encefalomielite acuta sia quelli asintomatici;
● caratterizzare gli agenti patogeni oggetto di studio circolanti nei gatti di proprietà, mediante analisi delle sequenze virali identificate e mediante la caratterizzazione della reattività sierologica dei gatti nei confronti dei lyssavirus noti;
● favorire una corretta gestione sanitaria e relazionale con tali animali grazie ad azioni di formazione e comunicazione ponendo le basi per la prevenzione dei focolai e per l’attivazione dei sistemi di allerta precoce.
Quale il ruolo dei veterinari?
La collaborazione dei medici veterinari che si occupano di animali da compagnia potrà avvenire su base volontaria e supporterà la raccolta di dati aggiornati sulla presenza e sulle caratteristiche cliniche dell’infezione da lyssavirus. Inoltre, con il loro supporto si valuterà l’immunità specifica nei gatti di proprietà, per verificare l’eventuale esposizione.
Il progetto prevede un protocollo?
Come riferito dall’IZSVe, il progetto prevede la raccolta di campioni biologici, già prelevati per scopi diagnostici, dagli animali da compagnia, ma non è previsto l’uso di protocolli terapeutici né profilattici, dal momento che l’intento dello studio è solo epidemiologico.
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