Professione
20 Marzo 2025La riforma dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Medicina Veterinaria pone interrogativi cruciali su merito, organizzazione e futuro della sanità pubblica
La riforma del sistema di accesso ai Corsi di Laurea in Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria rappresenta un tema centrale nel dibattito politico e professionale. Il nuovo modello proposto dal Ministro dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini insiste sul merito, ma solleva interrogativi sul percorso formativo e sulla capacità del sistema universitario di gestire un cambiamento tanto ambizioso. Per la Federazione veterinari medici e dirigenti sanitari (Fvm) occorre non fermarsi ora, ma lavorare su una “riforma più globale” e “in un contesto più ampio”.
“Un’innovazione, di per sé, porta un valore positivo se concepita con l’obiettivo di affrontare problemi ritenuti significativi con soluzioni praticabili” esordisce la Fvm in una nota. “Il Ministro dell’Università e Ricerca propone criteri fondamentali, tra cui il merito, un aspetto che non può che trovare consenso generale. Tuttavia, è opportuno evidenziare che il cammino verso una riforma ben strutturata è spesso costellato di buone intenzioni che restano tali”.
“Sorge, dunque, la necessità di una visione d’insieme: discutere esclusivamente dei test d’ingresso, pur essendo un passo cruciale, diventa limitante se non si prende in considerazione anche il percorso formativo complessivo che gli aspiranti medici dovranno affrontare” sottolinea la Federazione.
“È auspicabile che il Governo e le forze parlamentari tornino a lavorare ad una riforma più globale, che integri tale modifica di ingresso in un contesto più ampio, coinvolgendo anche i sindacati, i quali rappresentano esperienze e istanze essenziali per il futuro dei nuovi professionisti della salute”.
In particolare, tra le priorità individuate da Fvm, su cui i sindacati da tempo pongono l’attenzione vi sono le borse di studio e la riorganizzazione della formazione specialistica.
“Le incertezze risultano prevalenti rispetto alle certezze, e solo i decreti attuativi potranno dissipare i dubbi e concretizzare soluzioni efficaci. È noto che proprio nei dettagli si annidano le più complesse problematiche” continua il comunicato.
“Come verranno uniformate le procedure nelle tante università? Come verranno tarate su una base nazionale le valutazioni di fine semestre? Quale sarà la gestione di un numero di iscrizioni che supererà di 5 o 6 ordini di grandezza l’attuale disponibilità didattica?” sono le domande poste al Governo.
“Le incertezze – conclude Fvm – superano i punti fissi. Tuttavia, una certezza resta ineludibile: il sistema deve essere analizzato e modificato in modo globale e condiviso, accompagnando lo studente dai banchi universitari fino al letto del paziente, in un’ottica che favorisca la salute pubblica nella sua essenza”.
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