Edra Veterinary Summit
24 Aprile 2024Nel corso del primo Edra Veterinary Summit sono stati discussi i cambiamenti che hanno impattato la professione medico veterinaria negli ultimi anni, con un’accelerazione particolare in seguito alla pandemia di Covid. La dott.ssa Carla Bernasconi ha sottolineato i problemi più urgenti da affrontare
Martedì 16 aprile si è svolto a Roma il primo Edra Veterinary Summit, un evento interamente dedicato al mondo della veterinaria. Durante la prima tavola rotonda, L’evoluzione della Veterinaria in Europa e nel Mondo, la dott.ssa Carla Bernasconi ha esplorato le prospettive future della professione medico veterinaria e segnalato le principali criticità che i più giovani si trovano oggi ad affrontare, soprattutto nel momento in cui si affacciano al mondo del lavoro.
L’intervento
La dottoressa Carla Bernasconi, Consigliera di FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani), ha parlato dell’evoluzione della figura del medico veterinario, sottolineando che durante la pandemia “la professione è sempre stata attiva e presente sul campo”.
“Siamo stati ritenuti essenziali e, sebbene l’evoluzione sia iniziata prima della pandemia, c’è stata un’accelerazione” ha dichiarato Bernasconi. “La situazione italiana è uno spaccato di quello che succede in Europa. La questione essenziale è che è cambiata la professione e sono cambiati molto i medici veterinari. I giovani medici sono completamente diversi dai colleghi che hanno qualche decennio in più. E questo è un trend europeo che non riguarda solo la nostra professione ma le coinvolge un po’ tutte. C’è stato un cambiamento di paradigma: oggi i giovani vogliono vivere e il lavoro diventa qualcosa di accessorio. Non è più possibile pensare solo a una professione di cura, dalle ore 09.00 alle ore 17.00”.
“La richiesta di cura, soprattutto negli animali da affezione, è aumentata. È aumentato di molto il numero di animali domestici durante la pandemia e, nonostante gli abbandoni, tale numero è rimasto alto” ha sottolineato la Consigliera.
I punti critici
Bernasconi, nel suo discorso, ha individuato alcuni punti critici che andrebbero affrontati, tra cui l’aumento del costo dei farmaci, la questione dell’IVA sulle prestazioni medico veterinarie, ma anche le situazioni difficili che colpiscono maggiormente i veterinari più giovani.
“L’aumento dei costi generali si riversa spesso sul proprietario di animali. Le prestazioni medico veterinarie sono gravate di un’IVA del 22% come i beni di lusso. In Italia abbiamo cambiato la Costituzione dicendo che lo Stato tutela il benessere degli animali, ma poi riteniamo che tale benessere sia soggetto a un’IVA ordinaria. Ricordo che al 10% ci sono i francobolli da collezione e i fiori recisi”.
E ancora: “il carico di problemi comunicativi, soprattutto da parte delle giovani generazioni, verso i clienti determina l’esigenza e la pretesa di cura da parte dei proprietari”.
Negli ultimi anni, infatti, sono in forte aumento le situazioni di affaticamento, burnout, e le difficoltà nel gestire i rapporti con la clientela. Per questo, Bernasconi ha ricordato che “c’è necessità di attenzione verso le nuove generazioni, di un supporto psicologico e di quelle che devono essere le tecniche di comunicazione e di decompressione”.
Inoltre, nonostante i numeri della professione siano in aumento, in molte parti del Paese non si riescono a coprire le situazioni più disagevoli: mancano figure per gli animali da reddito, per il lavoro in filiera, personale per le stalle; e per quanto riguarda i piccoli animali, ci sono problemi con i turni di notte in pronto soccorso e con la gestione del sabato e della domenica.
“Occorre portare il concetto di One Health a terra. Bisogna parlare di salute circolare: uomo, animale, ambiente. Non possiamo prescindere dalla sopravvivenza dell’uomo, se non pensiamo agli animali e all’ambiente, e viceversa. Il 75% delle malattie emergenti sono zoonotiche o da vettore. La medicina veterinaria è presente a pieno titolo e in ogni sua espressione. Anche chi fa attività clinica dei piccoli animali fa medicina di prevenzione tutti i giorni”.
Nell’ultima parte del suo intervento, la dottoressa ha commentato alcune cifre: “In Italia ci sono circa 35.000 veterinari, 380.000 in tutta Europa. Non siamo tanti ma siamo centrali – ha voluto precisare – e giornate come questa dovrebbero far comprendere al mondo intero che il medico veterinario è una figura determinante, in Italia, in Europa e in tutto il mondo”.
Servono interventi urgenti anche per quanto riguarda la formazione. “In Italia abbiamo 13 facoltà e presto ne apriranno anche altre 2 – ha commentato Bernasconi – quando in Francia ce ne sono meno della metà, con lo stesso numero di medici veterinari che si laureano. All’estero, in tanti Paesi, c’è la gestione totale del farmaco da parte del medico veterinario, fatto che potrebbe essere un ottimo business”.
Tra gli interventi prioritari, la Consigliera ha suggerito di cambiare il percorso di studi, perché troppo lento: “La realtà va molto più veloce della programmazione. Se non ci muoviamo, l’IA ci sostituirà”. E per far questo è necessario “andare veloci, cercando di anticipare i tempi”.
In conclusione, sulla questione della lotta all’antimicrobico resistenza, Bernasconi ha ricordato che ci sono “linee guida ben chiare” e “alternative importanti all’uso indiscriminato di antibiotici”. In questi anni, infatti, la medicina veterinaria ha avuto una decrescita importante per quanto riguarda l’uso degli antibiotici, anche se resta ancora tanto da fare. “È un problema di formazione, di cultura e di presa di coscienza” ha chiosato.
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