Edra Veterinary Summit
29 Aprile 2024Al centro del primo Edra Veterinary Summit c’è stato il dibattito sulla formazione delle figure professionali del futuro e sulle priorità da affrontare. Il professor Aniello Anastasio è intervenuto sulla questione portando il punto di vista del mondo universitario
Un tema al centro dei discorsi del primo Edra Veterinary Summit, svoltosi a Roma martedì 16 aprile, è stata la formazione dei professionisti veterinari. Il professor Aniello Anastasio, Direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II di Napoli, ha riportato quello che è il punto di vista del mondo universitario per quanto riguarda le priorità del sistema.
Il mondo accademico
Durante la prima tavola rotonda del convegno, L’evoluzione della Veterinaria in Europa e nel Mondo, dopo che la dott.ssa Carla Bernasconi ha menzionato la necessità di cambiare i percorsi formativi dei futuri medici veterinari, il professor Anastasio è intervenuto evidenziando come la burocrazia del nostro Paese rappresenti un primo problema da superare.
“Per cambiare l’ordinamento del corso di laurea in Medicina Veterinaria dell’Università di Napoli, infatti, occorre aspettare almeno 5 anni dal momento in cui si convoca il Consiglio di Dipartimento e si decide una modifica” ha dichiarato Anastasio. “Tali modifiche, che sono il recepimento da parte del mondo universitario di interessanti input provenienti dal mondo produttivo, avverranno tra 5 anni”.
Per via di questi limiti, l’accademia è in grande ritardo rispetto all’industria privata, la quale invece “adotta una strategia e il mese dopo la può attuare”.
Per quanto riguardo lo scenario generale in cui occorre agire, il Direttore è invece tornato sul discorso One Health: il medico veterinario oggi non è più solo il garante della Salute animale, ma è uno dei “perni fondamentali” di tutto il sistema Salute.
“Serve un sapere integrato di conoscenze, una traduzione delle conoscenze in competenze – ha insistito Anastasio – un sapere che sia inter/multi/meta disciplinare. Il veterinario del futuro deve sapere anche di ingegneristica, di robotica, di sensoristica”.
“Siamo in un momento di accelerazione delle conoscenze, frutto dei topics del Green Deal – sostenibilità, economia circolare, transizione ecologica, intelligenza artificiale, lotta agli sprechi – che sono la base ideologica dei finanziamenti del Pnrr, nonché lo strumento per fare un salto di qualità” ha continuato.
Infine, il Direttore ha portato l’esperienza concreta dell’Università di Napoli, raccontando alcuni progetti che ha attivato. La Federico II è coinvolta in diversi progetti Pnnr ed è sede sia del Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie dell’Agricoltura Agritech, il quale promuove lo sviluppo di tecnologie innovative nel settore agricolo per migliorare quantità e qualità delle produzioni, garantendo l’adattamento sostenibile ai cambiamenti climatici anche attraverso la prevenzione, la resistenza e la resilienza rispetto ai rischi, sia del Centro Nazionale National Center for Gene Therapy and Drugs based on RNA Technology, che svolge attività di ricerca nella produzione di terapie e nell’ideazione di procedure per la salute dell’uomo, integrando lo sviluppo delle terapie con la loro somministrazione mirata (precision delivery).
Per concludere il suo discorso, il professor Anastasio ha citato il corso di studio magistrale promosso dal suo Dipartimento in Precision Livestock Farming, un corso “multidisciplinare, dove il docente veterinario rappresenta il 20% del corso e il resto sono ingegneri, fisici, agronomi, biologi”.
“È questo il futuro – ha concluso – scendere dal pulpito, dal piedistallo e andare a confrontarsi con tutte le altre realtà. Il mondo sta andando in questa direzione: se non interagiamo con altri saperi, approfittando delle competenze degli ingegneri e dei fisici, rimaniamo fermi alla veterinaria del passato, agli ispettori di macello”.
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