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Alimentazione

14 Maggio 2025

Latte crudo, Burioni e Bassetti: allarme dopo la morte di una donna incinta

Il consumo di latte crudo comporta rischi elevati per bambini, anziani e donne in gravidanza. Il virologo e l’infettivologo hanno ribadito l’importanza della pastorizzazione contro i pericoli di contaminazione microbiologica, soprattutto dopo un caso recente di cronaca 

di Redazione Vet33


Latte crudo, Burioni e Bassetti: allarme dopo la morte di una donna incinta

A Trento, una donna di 39 anni di gravidanza, è deceduta in sala operatoria all’Ospedale Santa Chiara, presumibilmente a causa di uno shock settico iperacuto derivato da un’infezione batterica. Roberto Burioni e Matteo Bassetti, noti medici italiani, hanno ribadito sui social e attraverso interviste l’importanza di non consumare latte crudo e della sua pastorizzazione, sottolineando i rischi associati a batteri come Escherichia coli, Salmonella e Listeria, soprattutto per i soggetti più vulnerabili. Sulla vicenda indaga la magistratura.
 

Il latte crudo

Per latte crudo s’intende il latte appena munto, non sottoposto a trattamenti termici per eliminare batteri e microrganismi potenzialmente pericolosi. Il latte può quindi contenere agenti patogeni che causano infezioni gravi, soprattutto in soggetti fragili come bambini, anziani e donne in gravidanza.
Il rischio principale del consumo di latte crudo è la contaminazione microbiologica, per esempio da patogeni come Salmonella, escherichia coli, listeria. Questi batteri possono provocare infezioni alimentari anche gravi, e nei casi più estremi possono portare a complicanze come la sepsi, lo shock settico o, nel caso di Listeria, conseguenze in gravidanza come aborti o gravi malformazioni del feto.

In una nota l’Ospedale ha dichiarato: “Con i dati attualmente in possesso si presume che l’evento che ha portato al decesso della signora sia riconducibile a uno shock settico iperacuto, con un’evoluzione rapidissima e non responsivo al trattamento medico e rianimatorio multidisciplinare ad alta intensità, prontamente messo in atto dai nostri sanitari”.

Gli appelli

Il virologo Roberto Burioni, in seguito alla vicenda, ha lanciato un appello sui social: “Bere latte crudo significa correre un rischio grave ed evitabile. Meglio non farlo, con la salute non si scherza” ha commentato.
Come ha spiegato in seguito, in un’intervista al Corriere del Trentino, il latte crudo “costituisce un grosso pericolo sanitario perché il latte è un alimento molto nutriente non solo per noi, ma anche per i batteri e, se non perfettamente refrigerato, possono moltiplicarsi e diventare pericolosissimi”.
Secondo Burioni, “tra le mode attuali, c’è quella di pensare che bere latte crudo sia più sano. C’è gente che dice contenga più nutrienti, che protegga da malattie. Non discuto sul gusto, ma dobbiamo dire con chiarezza che è molto pericoloso. Consumarlo è sempre un’imprudenza, ma farlo bere a bambini, donne incinte o persone non in perfetta salute è un rischio gravissimo: ogni anno muoiono decine di persone per questa imprudenza”. 
“Se un formaggio è a latte crudo – ha aggiunto il virologo – ma durante la produzione vengono applicate metodiche che uccidono i batteri, non costituisce pericolo. Ma se un formaggio, soprattutto fresco, non è fatto con latte pastorizzato, non ha una lunga stagionatura o non viene scaldato, rimane pericoloso”.
“C’è questa idea, del tutto sbagliata, che le cose naturali non siano pericolose” continua. “Il batterio della tubercolosi è perfettamente naturale, eppure ci ha fatto morire finché non abbiamo prodotto gli antibiotici. Con la salute non si scherza. Nel latte crudo possono essere contenuti batteri pericolosissimi, come l’Escherichia coli enteroemorragico. Negli Stati Uniti, in alcuni Stati dove è permessa la vendita, i morti ogni anno per questo batterio si contano a decine; perlopiù bambini sotto i 5 anni”.
“L’Escherichia coli enteroemorragico – ha concluso – può causare lesioni gravissime all’apparato digerente e da lì i batteri possono passare nel sangue, creando una condizione molto grave chiamata sepsi: uno shock settico pericolosissimo che, in questo caso, avrebbe conseguenze catastrofiche”.

L’allarme è stato lanciato anche da Matteo Bassetti, Direttore di Malattie infettive del San Martino di Genova, che sui social ha spiegato: “Il consumo di latte crudo è sconsigliato nei bambini, a causa di un alto rischio di contaminazione microbiologica. Il latte crudo – continua Bassetti – può essere colonizzato da alcuni batteri come la Salmonella, l’Escherichia coli, il Campylobacter, che producono tossine e possono causare delle malattie molto gravi, tra cui una molto grave che si chiama Seu, Sindrome emolitico uremica, che può portare a insufficienza renale, a paralisi e anche al decesso. Oltre naturalmente ad altre infezioni magari meno gravi”.
“Il latte crudo – insiste l’infettivologo – è un latte non pastorizzato, cioè che non viene sottoposto a elevate temperature che lo sterilizzano. È quello che si può bere crudo, ma che può anche esser usato per alcuni formaggi a latte crudo. Per esempio, alcuni formaggi stagionati o tipicamente alcuni formaggi delle malghe”. 
“Dobbiamo fortemente lavorare su questo tema perché, diciamolo a tutti, se il latte si pastorizza ci sarà evidentemente una ragione. Quindi evitiamo di continuare a dire, come qualcuno, che il latte crudo è più puro: non è vero. Il latte va pastorizzato. E quindi consigliamo soprattutto ai bambini piccoli, sotto i 5 anni, ma anche sotto i 10 anni, di consumare unicamente latte pastorizzato” conclude Bassetti.

CITATI: MATTEO BASSETTI, ROBERTO BURIONI
TAG: LATTE CRUDO, PASTORIZZAZIONE, SICUREZZA ALIMENTARE

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