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Animali da Compagnia

05 Maggio 2025

Animali da compagnia e salute pubblica: quanto incidono cani e gatti su benessere, inclusione e sostenibilità. I dati Assalco-Zoomark

Il Rapporto Assalco-Zoomark 2025 esplora anche il ruolo sempre più centrale che i pet occupano nella società, tra benefici per la salute, risparmio per il SSN, inclusione sociale e transizione ecologica del settore pet food

di Redazione Vet33


Animali da compagnia e salute pubblica: quanto incidono cani e gatti su benessere, inclusione e sostenibilità. I dati Assalco-Zoomark

In Italia, gli animali da compagnia non sono più percepiti unicamente come membri di famiglia, depositari di un importante valore affettivo, ma ora sono considerati anche come dei veri e propri alleati per il benessere, l’inclusione e la sostenibilità, tanto che la XVIII edizione del Rapporto Assalco-Zoomark dedica loro un’intera sezione per il ruolo sociale e sanitario che ricoprono. 

Con quasi 65 milioni di pet nel Paese, tra cui oltre 20 milioni di cani e gatti, il loro contributo alla salute pubblica, al benessere psico-fisico, all’inclusione sociale e alla qualità della vita è sempre più evidente: dalla riduzione delle visite mediche negli anziani al supporto emotivo quotidiano, fino all’impegno delle aziende per politiche pet friendly. Un cambiamento culturale che abbraccia anche la sostenibilità, con il pet food protagonista della transizione ecologica europea. 

“Oggi gli animali da compagnia – afferma Giorgio Massoni, Presidente di Assalco – rappresentano una presenza strutturale nella società italiana, con un impatto crescente sul benessere individuale, sull’inclusione sociale e sulla salute pubblica. Il Rapporto Assalco-Zoomark 2025 documenta con evidenze chiare come la relazione uomo-pet sia un fattore di equilibrio sociale, sostenibilità del welfare e qualità della vita. Integrare questa presenza nei contesti abitativi, sanitari e lavorativi significa adottare una visione moderna e lungimirante delle politiche per la salute e la coesione sociale”.


Gli animali da compagnia sono protagonisti del benessere sociale e sanitario

In Italia vivono quasi 65 milioni di pet, 20 mln tra cani e gatti, con questi ultimi in forte crescita. E presto si avranno dati molto più precisi grazie all’avvio dell’Anagrafe nazionale degli animali da compagnia, ovvero il Sistema di Identificazione Nazionale degli Animali da Compagnia (Sinac), sviluppato dal Ministero della Salute e obbligatorio, il quale punta a garantire dati puntuali che permettano piena tracciabilità, programmazione sanitaria e l’implementazione di misure per la tutela del benessere animale.
Vivere con un animale da compagnia produce benefici emotivi e psicologici comparabili a quelli delle relazioni sociali strette, con impatti concreti sulla qualità della vita come osservato in uno studio della University of Kent, realizzato in collaborazione con la London School of Economics. Viverci insieme riduce ansia, depressione e sedentarietà, con effetti benefici anche sulla salute cardiovascolare.
Si stima che, per esempio, la relazione con un pet riduce del 15% il ricorso alle visite mediche negli anziani, offre benefici al pari di un farmaco ed è un antidoto alla solitudine, generando un risparmio potenziale di 4 miliardi di euro annui per il Sistema Sanitario Nazionale. 
A ciò si affianca l’importante crescita degli Interventi Assistiti con gli Animali (Iaa), applicati in contesti clinici ed educativi: dai disturbi dello spettro autistico fino alla neuropsichiatria. Le linee guida nazionali, coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità, ne garantiscono l’applicazione professionale, scientificamente validata.
E cresce anche la diffusione delle policy “pet in ufficio” dalle aziende private al Senato fino alla Regione Sicilia.

Pet inclusion negli ambienti di lavoro

Anche in Italia è sempre più diffuso il fenomeno della pet inclusion negli ambienti di lavoro: dalle aziende private al Senato della Repubblica e alla Regione Sicilia, fino a Università come Verona, Trento e Milano-Bicocca, cresce il numero di ambienti lavorativi che permettono ai dipendenti di portare il proprio animale domestico in ufficio, seguendo norme prestabilite.
Alla base di queste iniziative, dati che dimostrano il miglioramento del clima lavorativo, la riduzione dello stress e il rafforzamento delle relazioni sociali, insieme a una nuova concezione di benessere organizzativo. 
In parallelo, il rapporto documenta numerose esperienze in cui animali addestrati svolgono funzioni a servizio della collettività, come il contrasto alla Xylella e alla Peste suina africana, la tutela della biodiversità marina con i Tartadogs, fino al monitoraggio post-bellico con i cani antimina.
Sul piano istituzionale, se a livello europeo assistiamo a una svolta storica con la nomina di un Commissario per la salute e il benessere animale, a livello nazionale il disegno di legge per la riforma dei reati contro gli animali avanza nel proprio iter legislativo riconoscendo l’animale come meritevole di tutela. 
E sempre più frequentemente, le sentenze dei tribunali attribuiscono dignità relazionale al legame con il pet, riconoscendo il danno morale per la sua perdita come lesione di un diritto afferente alla sfera relazionale e identitaria della persona.

Sostenibilità e impatto ambientale

Il riconoscimento degli animali da compagnia come parte attiva del benessere individuale e collettivo si inserisce nel contesto normativo ed economico tracciato dalle direttrici europee del Green Deal, che pongono la sostenibilità ambientale al centro delle politiche produttive e dei nuovi modelli di consumo. 

Il settore del pet food deve quindi confrontarsi con l’evoluzione degli obiettivi ambientali, normativi e comunicativi, partecipando attivamente alla transizione ecologica europea e adeguandosi alle nuove normative ambientali come il Regolamento UE sugli imballaggi (PPWR) e la Direttiva contro il greenwashing. Per misurare in modo oggettivo l’impatto ambientale dei prodotti, è stato sviluppato un metodo di calcolo e comunicazione sulle performance ambientali degli alimenti per cani e gatti, denominato PEFCR Pet Food, riconosciuto dalla Commissione Europea e basato sulla valutazione dell’intero ciclo di vita del prodotto (metodo LCA, Life Cycle Assesment). A questo si antepone una storica sostenibilità del prodotto pet food basata sull’utilizzo di sottoprodotti dell’industria alimentare umana, che consente di valorizzare risorse nutrizionalmente pregiate e sicure dal punto di vista sanitario, dando vita a un efficace modello di economia circolare. Il ruolo sociale dei pet si accompagna così a una responsabilità ambientale concreta, condivisa dall’intera filiera e riconosciuta dalle istituzioni comunitarie.

CITATI: GIORGIO MASSONI
TAG: BENESSERE MENTALE, INCLUSIONE SOCIALE, PET FOOD, RAPPORTO ASSALCO-ZOOMARK, SALUTE PUBBLICA, SOSTENIBILITà, SSN

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