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03 Febbraio 2025Uno studio condotto dall’Università di Pittsburgh dimostra che l’anticorpo MEDI8852 protegge i primati da forme gravi di H5N1, aprendo nuove prospettive per il controllo delle pandemie influenzali
L’immunoterapia a base di anticorpi potrebbe diventare il pilastro della lotta contro l’influenza aviaria. Una ricerca condotta dall’Università di Pittsburgh e dal NIH Vaccine Research Center ha rivelato che MEDI8852, un anticorpo ampiamente neutralizzante, protegge efficacemente i primati dall’infezione da H5N1. Questo risultato, pubblicato su Science, apre nuove possibilità per prevenire epidemie e contenere future pandemie influenzali.
Il trattamento a base di anticorpi altamente neutralizzanti MEDI8852 può proteggere i primati dal virus dell’influenza aviaria H5N1. Questo risultato emerge da uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Pittsburgh e del NIH Vaccine Research Center, pubblicato su Science.
Il team, guidato da Douglas Reed, ha valutato l’efficacia di una terapia anticorpale nel prevenire l’infezione grave da H5N1. L’anticorpo, spiegano gli esperti, riconosce una regione relativamente stabile del virus, e tende a non perdere efficacia rispetto agli anticorpi che prendono di mira le strutture più soggette a mutazioni. Ciò assicura che la protezione immunitaria sia durevole ed efficace anche in caso emergano varianti.
“Nei nostri test, l’anticorpo ha funzionato benissimo” spiega l’immunologo Douglas Reed dell’Università di Pittsburgh, tra gli autori dello studio. “Questo tipo di prevenzione può essere molto utile per controllare le epidemie e contenere la pandemia di influenza aviaria” aggiunge. “Nell’ambito delle sperimentazioni, ha funzionato magnificamente”.
A gennaio 2025, riportano gli scienziati, è stato segnalato un caso di H5N1 negli Stati Uniti associato a decesso dell’ospite, ma l’Organizzazione mondiale della Sanità conta 950 episodi a livello globale dal 1997, oltre la metà dei quali fatali. Il patogeno, aggiungono gli studiosi, si è diffuso dagli uccelli selvatici ai mammiferi in tutto il mondo, causando epidemie nel pollame e nel bestiame, e raggiungendo persino i leoni marini in Sud America e i visoni in Europa e Cina. Tuttavia, le strategie di prevenzione sono ancora piuttosto limitate e gli esperti temono che il virus si possa adattare per infettare più facilmente e diffondersi meglio tra i mammiferi.
“L’anticorpo è già stato testato in sperimentazioni cliniche sull’uomo contro i virus influenzali umani; per questo motivo, lo sviluppo potrebbe essere piuttosto rapido” sottolinea Reed. “Non sarebbe utile per tutti, ma potrebbe proteggere i primi soccorritori e le persone entrate in stretto contatto con i pazienti infetti dall’influenza aviaria in caso di epidemia” aggiunge.
Inoltre, lo scienziato ha spiegato che la ricerca attuale ha contribuito a stabilire la soglia per verificare i livelli di anticorpi nel sangue, che sarà utile per valutare la protezione immunitaria generata da un eventuale futuro vaccino antinfluenzale universale.
“Il nostro anticorpo – afferma Simon Barratt-Boyes, immunologo dell’Università di Pittsburgh e altro autore dello studio – ha come bersaglio una regione che non varia tra i diversi virus influenzali, per cui protegge efficacemente l’organismo anche da nuovi ceppi. I primati in cui è stato testato MEDI8852 sono stati protetti contro malattia grave e morte in ogni scenario osservato e i livelli sierici sono rimasti sufficientemente stabili per 8-12 settimane dall’inoculazione”.
“Pensate a questo come a un albero: specie diverse hanno foglie e chiome diverse, ma i tronchi degli alberi sembrano molto simili. Allo stesso modo – continua Barratt-Boyes – la regione del peduncolo del virus dell’influenza aviaria assomiglia molto alla struttura dell’influenza stagionale, il che rende possibile agli anticorpi che prendono di mira il peduncolo di fornire una protezione universale”.
La scoperta apre le porte allo sviluppo di trattamenti preventivi simili per gli esseri umani, che potrebbero essere utilizzati, ad esempio, per proteggere le popolazioni vulnerabili.
Completato lo studio iniziale, i ricercatori stanno ora testando MEDI8852 contro un nuovo ceppo di H5N1, più strettamente correlato al virus attualmente in circolazione tra i bovini Usa, e stanno anche valutando un secondo anticorpo ampiamente neutralizzante che potrebbe essere utilizzato da solo o in combinazione con MEDI8852.
CITATI: DOUGLAS REED, SIMON BARRATT-BOYES“Questa ricerca – concludono gli studiosi – getta le basi per lo sviluppo di contromisure mediche contro future pandemie del virus influenzale H5N1”.
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