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23 Settembre 2024

Blue tongue, epidemia in Sardegna: oltre 2.000 focolai, 9.500 decessi. Disponibile un vaccino

La Sardegna affronta una delle peggiori epidemie di lingua blu degli ultimi vent’anni. Quasi 70.000 pecore infette, un aumento del 115% dei decessi in una settimana e l’attesa di un vaccino per il sierotipo 3

di Redazione Vet33


Blue tongue, epidemia in Sardegna: oltre 2.000 focolai, 9.500 decessi. Disponibile un vaccino

L’epidemia di Bluetongue (Bt) sta devastando gli allevamenti ovini della Sardegna, con oltre 2.000 focolai attivi e 9.500 decessi. L’emergenza è alimentata dalla diffusione del sierotipo 3, per il quale è molto atteso un vaccino. Le province più colpite, come quella di Oristano, hanno visto un drammatico incremento dei casi, mentre le aziende zootecniche fanno i conti con gravi perdite economiche. Le autorità locali hanno avviato misure straordinarie, ma il cambiamento climatico e la diffusione del vettore Culicoides imicola continuano a complicare la situazione.
 

I numeri sull’Isola

Sono più di 2.000 i focolai di lingua blu in Sardegna e oltre 9.500 gli ovini morti su quasi 70.000 contagi. Lo evidenziano i dati dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna. L’epidemia nelle ultime settimane ha dilagato nell’Isola anche a causa della mancanza di un vaccino autorizzato dal Ministero della Salute per il sierotipo 3, quello che è attualmente il più diffuso nei territori sardi.
La maggior parte dei contagi si riscontra nell’Oristanese, dove la scorsa settimana i capi morti sono più che raddoppiati, da 536 a 1.136 (+115%); ma sono cresciuti in maniera vertiginosa anche gli ovini contagiati, ben 10.970 (+75%), e i focolai raggiunti dal virus (+64%).

“Lo stesso trend, purtroppo, che registriamo anche a livello regionale – ha spiegato Enrico Vacca, Direttore del Servizio di Sanità Animale della Asl 5 – possiamo forse parlare di una delle diffusioni peggiori del virus della blue tongue negli ultimi vent’anni. L’indice di mortalità, cresciuto dallo 0.5 allo 0.7%, si mantiene basso. Ma purtroppo nelle aziende si registrano perdite importanti dal punto di vista economico. Centinaia gli aborti e non dimentichiamoci che proprio dai parti dipende poi la produzione del latte nei capi ovini”.

Nel frattempo, il Servizio di Sanità Animale della Asl Oristanese ha dichiarato l’intero territorio provinciale zona di circolazione del virus BTV3, con il blocco della movimentazione se non tramite trattamenti e sotto controlli veterinari.
La situazione non è migliore negli altri territori: nel Sassarese 388 focolai, nel Nuorese 369, nel Cagliaritano 271, nel Sulcis 170, nel Medio Campidano 157, in Gallura 126 e in Ogliastra 78. 

L’attesa per il vaccino

Una nota del Direttore generale della Sanità animale Giovanni Filippini, pubblicata sul sito del Ministero della Salute e inviata ai servizi veterinari delle Regioni più colpite dalla Bt – la Sardegna per il sierotipo Btv3 e Btv8 e il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, l’Emilia-Romagna e la Calabria per il solo Btv8 – annuncia che finalmente anche in Italia è disponibile il vaccino per il sierotipo 3.
Raccomandando “indagini cliniche su un campione di allevamenti ovini presenti nel raggio di 20 km dal caso confermato” e ricordando le regole per le movimentazioni dei capi, il documento informa che “per quanto riguarda sia il sierotipo 3 che il sierotipo 8 del virus della Bt, sono disponibili sul mercato vaccini inattivati”, consigliando di contattare le aziende produttrici “per verificare le scorte disponibili e considerare la possibilità di elaborare un piano di vaccinazione”.

La situazione in Calabria

Intanto, a Catanzaro, il Dirigente generale del Dipartimento regionale Salute e Welfare Tommaso Calabrò ha presieduto una riunione di aggiornamento sulla situazione Bt, con i dirigenti dei servizi veterinari delle cinque Aziende sanitarie provinciali calabresi, il Dirigente generale del dipartimento Agricoltura Giuseppe Iiritano, il Commissario dell’Asp di Crotone Antonio Brambilla e la Dirigente generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia.

“Nell’incontro, conseguente ai numerosi confronti con le stesse Asp, con rappresentanti istituzionali, con il Ministero della Salute e a quello del 19 settembre con l’assessore Gianluca Gallo – riporta una nota della Regione – è stato fatto il punto sulle attività già avviate e stabilita la linea di intervento finale per il controllo del fenomeno in corso, basato sui dati aggiornati, sull’esatta e puntuale condizione sanitaria degli allevamenti, supportata dalle certificazioni ed analisi ufficiali”.
“La Direzione generale ha condiviso la decisione di avviare una campagna di vaccinazione che seppur non obbligatoria, sarà utile a controllare la malattia, e dunque, con il commissario Brambilla sono state avviate le procedure per l’acquisto di 500.000 dosi di vaccino”.
“Contestualmente è stato avviato – continua la nota – l’iter per la predisposizione del piano da sottoporre all’autorizzazione dei Ministeri competenti ed interessato l’Istituto Zooprofilattico di Portici”.

Saranno, altresì, agevolate finanziariamente, attraverso l’impegno del Dipartimento regionale all’Agricoltura, la vaccinazione delle greggi e la disinfestazione degli ovili, nonché lo smaltimento delle carcasse. Calabrò ha ribadito che il Dipartimento Sanità della Regione Calabria, sotto la costante attenzione del Presidente Roberto Occhiuto, farà la sua parte e che sarà sempre al fianco della Amministrazioni pubbliche e degli allevatori, sottolineando che ognuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo in modo concreto e collaborativo e responsabile delle azioni di competenza.

CITATI: ANTONIO BRAMBILLA, ENRICO VACCA, GIOVANNI FILIPPINI, LUCIA DI FURIA, ROBERTO OCCHIUTO, TOMMASO CALABRò
TAG: BLUETONGUE, BTV3, BTV8, CALABRIA, IZS DEL MEZZOGIORNO, IZS DELLA SARDEGNA, OVINI, SARDEGNA

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