Professione
29 Novembre 2022 Dopo la pubblicazione del dodicesimo rapporto annuale EMA sulla vendita di medicinali veterinari contenenti antimicrobici, la relazione italiana conferma la tendenza alla diminuzione delle vendite totali.
Confermato: il trend delle vendite di medicinali veterinari contenenti antibiotici è in calo per tutte le classi di antimicrobici. E’ quanto emerge dalla quarta edizione della relazione nazionale relativa al 2021.Il documento fa seguito alla pubblicazione del dodicesimo rapporto annuale dell’EMA sulla sorveglianza europea delle vendite di medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici (The Twelfth ESVAC report). In base alle rilevazioni nazionali, nel 2021 la diminuzione delle vendite totali, rispetto al 2016 è pari al 41,1%. Un dato ancora più significativo, se si considera il calo del 58,8% rispetto ai dati del 2010. Un’attenzione particolare è rivolta a quelle classi di antibiotici considerate di importanza critica e incluse nella categoria B “Limitare” della classificazione AMEG (Antimicrobial Advice Ad Hoc Expert Group. Queste classi rappresentano una piccola proporzione delle vendite totali (circa l’1,5%). La riduzione più evidente è sicuramente quella relativa alle vendite per la classe delle polimixine (95,7%) rispetto al 2016. Altri cali significativi riguardano gli altri chinoloni, con una riduzione del 71,5%, le cefalosporine di terza e quarta generazione con un ribasso del 66% e i fuorochinoloni con una riduzione del 49,5%. Si riscontra, infine, una contrazione del 42,8% delle vendite di antibiotici autorizzati in forme farmaceutiche impiegate per il trattamento di gruppo, attraverso la somministrazione come mangimi medicati, soluzioni (acqua di abbeverata, siero di latte, broda, ecc.) o polveri (top dressing).
Nota: Consigli su come leggere la relazione
Per una lettura più esaustiva di questi dati la stessa Agenzia sottolinea: “I dati presentati non dovrebbero essere utilizzati da soli come base per stabilire le priorità nella gestione del fenomeno dell’antimicrobico-resistenza, ma dovrebbero essere presi in considerazione anche dati aggiuntivi, quali ad esempio dati sulle produzioni animali, sui medicinali veterinari disponibili e altri fattori come l’incidenza di malattie infettive o di focolai”. Inoltre, si raccomanda di “non utilizzare tali dati per una diretta comparazione tra Stati membri senza tenere in debito conto le differenze sussistenti tra essi, comprese le fonti diverse dei dati, e senza le necessarie informazioni e analisi più dettagliate”.
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