Cani
08 Luglio 2025La Federazione critica duramente la “Save List” di razze, l’uso del collare a scorrimento e i test non validati. “Mancano evidenze scientifiche, il rischio è sovraffollare i canili senza migliorare la sicurezza pubblica”
La proposta di legge approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia, che punta a regolamentare alcune razze canine ritenute pericolose con corsi obbligatori, test comportamentali e limiti alla riproduzione, è stata duramente criticata dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari Italiani (Fnovi), che l’ha definita “discriminatoria, scientificamente infondata e dannosa”, evidenziando la totale assenza di un confronto strutturato con i Medici Veterinari Esperti in Comportamento Animale. Tra le principali criticità individuate dalla Federazione risaltano la “Save List” di 26 razze, ritenuta arbitraria; l’obbligo del test CAE1, considerato non validato; l’introduzione del collare a scorrimento, già vietato dal nuovo Regolamento Ue; e il rischio di sovraffollamento nei canili.
Nei giorni scorsi, il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la proposta di legge intitolata Norme specifiche per alcune tipologie di cani a tutela del loro benessere e della pubblica incolumità.
Se nell’intenzione il progetto cercava di responsabilizzazione i proprietari nei confronti di determinate categorie di cani e contemporaneamente di promuovere il possesso responsabile degli animali, così da tutelare i cani, il loro benessere e prevenire gli abbandoni, Fnovi denuncia che la mancanza di un coinvolgimento effettivo e scientificamente fondato dei Medici Veterinari – in particolare di quelli esperti in Comportamento Animale – nella stesura della proposta, ha causato molteplici criticità nel testo.
La federazione, in particolare, sottolinea che il progetto di legge manca di solide basi scientifiche ed è potenzialmente inefficace riguardo ai suoi obiettivi.
Con un Comunicato Stampa, la Federazione ha individuato le principali criticità:
• Esclusione di esperti e lacune scientifiche. I Medici Veterinari Esperti in Comportamento Animale, fondamentali per comprendere e gestire l'aggressività canina spesso legata a patologie cliniche o comportamentali, sono stati coinvolti solo marginalmente e le loro osservazioni non sono state integrate nel testo finale. La normativa non affronta le cause profonde dei problemi comportamentali.
• Discriminazione e inefficacia delle liste di razze. L’articolo 1, con la sua “Save List” di 26 razze ed incroci, è ritenuto profondamente discriminatorio e scientificamente carente. Escludere i soggetti iscritti ai libri genealogici e ignorare altre razze con analoghe attitudini comportamentali non solo è ingiusto, ma anche errato perché non tiene in considerazione che l’aggressività canina è influenzata da molteplici fattori (genetici, ambientali, relazionali) non controllabili unicamente dall’allevatore. La registrazione in anagrafe canina non garantisce un’identificazione accurata della razza o del fenotipo.
• Criticità del test CAE1. L’obbligo di formazione teorica e pratica (Art. 3), basato sul test CAE1 (Controllo dell’Affidabilità e dell’Equilibrio Psichico per Cani e Padroni Buoni Cittadini), presenta gravi limiti. Il CAE1 è uno strumento cinotecnico, non diagnostico, e non è validato scientificamente per valutare la salute psicofisica di un cane o la tutela dell’incolumità pubblica. Equiparare cani che non superano il test a soggetti potenzialmente pericolosi, senza episodi di morsicatura, è arbitrario e ingiusto.
• Uso del collare a scorrimento. L’introduzione obbligatoria del collare a scorrimento (Art. 3, Comma 4) è in controtendenza con le raccomandazioni scientifiche e le recenti normative europee, come il nuovo Regolamento della Commissione Europea sul benessere e la tracciabilità di cani e gatti approvato il 19 giugno 2025, che ne vieta l’uso.
• Rischio di sovraffollamento dei canili. Le disposizioni che prevedono il sequestro e l’affido dei cani non gestiti ai canili (Art. 3, Comma 5 e 6) rischiano di aumentare esponenzialmente gli ingressi nelle strutture, creando problemi di sovraffollamento, sicurezza e ingenti costi per le finanze pubbliche. Ciò disincentiverebbe ulteriormente le adozioni di cani già presenti nei rifugi.
• Requisiti strutturali irrealistici. L’Allegato C, che impone modifiche strutturali per le abitazioni che ospitano determinate tipologie di cani, è giudicato problematico. Tali requisiti disincentivano la detenzione di cani basandosi unicamente sulla morfologia e ignorano il benessere animale, oltre a scontrarsi con le normative comunali esistenti sugli immobili.
Fnovi si rende disponibile a collaborare con le istituzioni per costruire un testo efficace, equilibrato e basato su evidenze scientifiche, che risponda concretamente alle esigenze di tutti.
TAG: FNOVI, PATENTINO, POSSESSO RESPONSABILE, REGIONE LOMBARDIA, SAVE LISTSe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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