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22 Maggio 2025

Carne di cavallo, per l’83% degli italiani è no. Animal Equality: riconoscimento come animali d’affezione

Il consumo di carne equina in Italia è sempre più marginale. Cresce l’empatia verso i cavalli e si denuncia una filiera opaca, mentre l’ONG punta a una protezione legale simile a quella di cani e gatti

di Redazione Vet33


Carne di cavallo, per l’83% degli italiani è no. Animal Equality: riconoscimento come animali d’affezione

In Italia, il cavallo non è più visto come un animale da macello. Secondo un’indagine di Ipsos per Animal Equality, l’83% degli italiani non consuma carne equina, spesso per motivazioni etiche ed emozionali. L’ONG ne propone il riconoscimento come animali d’affezione, sulla scia della Grecia, e denuncia alcune criticità nella filiera alimentare: tracciabilità debole e carenze nei controlli mettono a rischio la sicurezza alimentare e alimentano la macellazione clandestina.
 

L’indagine Ipsos: 8 italiani su 10 non mangiano carne di cavallo

Un nuovo report realizzato da Animal Equality, realizzato in collaborazione con Ipsos, mostra che il consumo di carne equina in Italia sta diminuendo. Quasi nove italiani su dieci non mangiano carne di cavallo, mentre cresce la consapevolezza e la sensibilità verso questo animale, considerato sempre più come da compagnia.
Dall’indagine, che ha coinvolto un campione rappresentativo di 40 milioni di italiani, emerge che l’83% della popolazione dichiara di non consumare carne di cavallo, di cui il 44% perché non è abituato e nemmeno interessato. Un 42% degli intervistati cita ragioni emotive legate all’empatia verso l’animale, mentre il 31% motiva la scelta con ragioni etiche, riconoscendo al cavallo lo stesso status di un animale da compagnia; solo il 17% dichiara di consumare carne di cavallo almeno una volta al mese.

Consumi in calo

Il 92% degli italiani mangia carne in generale, ma solo il 17% consuma quella di cavallo almeno una volta al mese, percentuale in calo rispetto agli anni precedenti. Le regioni dove il consumo è più concentrato sono Lombardia e Puglia e la maggior parte degli acquisti avviene tramite macellerie equine specializzate.
Secondo il report, l’Italia è ancora tra i primi Paesi europei per consumo e, secondo i dati Businesscoot, nel 2024 ha importato una quantità significativa di cavalli destinati alla macellazione, arrivando a quota 17.000 esemplari abbattuti. Inoltre, detiene il primato mondiale per importazioni.

I rischi della filiera

Il 67% dei consumatori di carne equina afferma di mangiare la carne di cavallo perché la ritiene salutare. Tuttavia, non sempre è così: il 56% conosce la differenza tra cavalli Dpa (destinati alla produzione alimentare) e non-Dpa; quasi la metà degli intervistati (48%), invece, ha fiducia in un sistema di controlli che, secondo dati ufficiali, mostra gravi falle. Animal Equality denuncia che la tracciabilità è debole, i controlli sono limitati e le falle nel sistema lasciano spazio a un mercato parallelo e pericoloso.

“I farmaci non-Dpa utilizzati sui cavalli durante la carriera sportiva possono rappresentare un grave rischio per la salute pubblica lasciando residui tossici nella carne di questo animale”, si legge nel report. “Secondo la Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani – continua il report – molti cavalli destinati alla macellazione non provengono da allevamenti ufficiali”.

“Finora come Animal Equality abbiamo raccolto circa 195.000 firme di persone che vogliono vietare per sempre la macellazione dei cavalli” afferma Matteo Cupi, Direttore esecutivo di Animal Equality Italia. “Per fermare la macellazione clandestina e la sofferenza di migliaia di animali, il nostro paese può seguire l’esempio della Grecia, che nel 2020 ha vietato questa pratica, includendo i cavalli nelle norme riservate a cani e gatti”.

CITATI: MATTEO CUPI
TAG: ANIMAL EQUALITY, ANIMAL HEALTH LAW, CARNE DI CAVALLO, CAVALLO, IPSOS

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