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05 Maggio 2025

Dengue. Caso confermato nel Comasco, avviata disinfestazione: “No prodotti dell’orto, finestre chiuse e cani in casa”. I pareri degli esperti

A Capiago Intimiano un uomo di ritorno da un viaggio all'estero è risultato positivo alla Dengue ed è stato ricoverato. L’Agenzia di tutela della Salute dell’Insubria rassicura: nessun allarme, ma avviati trattamenti preventivi e raccomandazioni per i residenti

di Redazione Vet33


Dengue. Caso confermato nel Comasco, avviata disinfestazione: “No prodotti dell’orto, finestre chiuse e cani in casa”. I pareri degli esperti

Un caso di Dengue è stato confermato a Capiago Intimiano, in provincia di Como. Si tratta di un uomo di ritorno da un viaggio all’estero, attualmente sotto sorveglianza sanitaria all’Ospedale. L’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) dell’Insubria ha avviato un piano straordinario di disinfestazione per eliminare le zanzare possibili vettori della malattia. Il Sindaco ha emanato raccomandazioni per i cittadini, tra cui chiudere le finestre, tenere gli animali domestici in casa e non consumare i prodotti dell’orto per almeno 72 ore.
 

Il caso di Capiago Intimiano

Un caso di Dengue “è stato accertato a Capiago Intimiano” in provincia di Como. Per questo motivo, avverte in una nota l’Agenzia di Tutela della Salute (Ats) dell’Insubria, “in via precauzionale, sono stati attivati i trattamenti preventivi previsti dal protocollo vigente: la situazione non desta alcuna preoccupazione, né allarme”. L ’Agenzia sottolinea, inoltre, “che non sono presenti casi di febbre gialla, come invece apparso su alcuni organi di stampa”. A partire dal caso è iniziato un piano straordinario di disinfestazione per l’eliminazione delle zanzare tigre nel Comune della provincia di Como. L’invito del Sindaco della cittadina ai residenti è di tenere le finestre chiuse, gli animali domestici in casa, stendere il bucato in spazi interni e di astenersi dal consumare i prodotti del proprio orto, almeno per 72 ore dopo i trattamenti di disinfestazione, lavando poi gli ortaggi accuratamente.
Nell’ordinanza, il Sindaco Emanuele Cappelletti si appella ai cittadini, a prescindere dall’emergenza Dengue, perché adottino comportamenti utili a contrastare la proliferazione delle zanzare su tutto il territorio, come svuotare spesso i vasi, i sottovasi e altri contenitori o tenere le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non si usano. Il paziente infettato non è in pericolo e si trova sorveglianza sanitaria all’Ospedale.

Il parere degli esperti

“Un caso di dengue importato dall’estero non rappresenta alcun particolare allarme” ha commentato l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento. “Importante è mantenere alto il livello di sorveglianza per impedire che si sviluppino casi secondari legati alla presenza della zanzara che veicola la malattia”.

“Con il cambiamento climatico e le temperature aumentate, oggi abbiamo un periodo più prolungato di replicazione delle zanzare. E questo favorisce la diffusione, alle nostre latitudini, di malattie come la Dengue, spesso importate da Paesi dove sono endemiche ma ormai anche autoctone. Serve un’azione comune delle istituzioni e dei cittadini per la prevenzione” ha sottolineato il virologo Fabrizio Pregliasco, in merito al caso di infezione. “La gran parte dei casi – ha continuato Pregliasco – sono banali o asintomatici. Solo il 10% si presenta con sintomi, in qualche caso con forme emorragiche più pesanti”. 
“C’è una responsabilità istituzionale per quanto riguarda le bonifiche ambientali, lo sfalcio del verde, etc. Ma anche del singolo cittadino perché il nostro sottovaso sul balconcino in città diventa un autogrill per le zanzare e crea la possibilità di casi secondari. Per questo è importante lavorare tutti insieme per contrastare la diffusione delle zanzare” ha concluso l’esperto.

“È la nuova normalità con il cambiamento climatico e il riscaldamento del Pianeta” ha aggiunto Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma. “Infezioni una volta ‘esotiche’ ritornano insieme ai loro vettori, non è più una novità”.
“Abbiamo ormai esperienza di diffusione alle nostre latitudini di patologie che una volta venivano chiamate malattie tropicali. Noi italiani siamo tra quelli più a rischio, perché abbiamo una latitudine in cui il calore si manifesta, come stiamo vedendo in questi giorni, presto rispetto alla stagione. Ma nessuno è immune, neanche i Paesi del Nord”.

“Più che i parchi pubblici che andrebbero tenuti puliti sempre, a prescindere dalla presenza di insetti, dobbiamo far attenzione a terrazzi, tombini e cimiteri: sono questi, infatti, i luoghi preferiti dalle zanzare per deporre le uova e riprodursi” ha affermato è Augusto Scirocchi, esperto in zanzare e specializzato in entomologia medica. “Maggio e giugno sono i mesi più adatti per le campagne di prevenzione contro la zanzara tigre, attraverso insetticidi biologici o più tossici, a seconda della situazione” per “uccidere le uova prima che si schiudano” ed “evitare così la proliferazione delle zanzare che possono diventare vettori di infezioni”. Inoltre, occorre ricordare che “alla zanzara tigre piacciono le piccole raccolte d’acqua nei sottovasi di piante in giardini e terrazzi privati. Fondamentale è la collaborazione dei cittadini, ai quali si chiede di tenere pulite le aree verdi, di mettere i larvicidi nelle caditoie private e di non accumulare acqua, neppure nei sottovasi”.

“Sento ancora parlare molti della ricchezza della biodiversità all’interno delle nostre città, ma non vorrei che questo atteggiamento diventasse la scusa per le amministrazioni comunali per non fare il loro dovere, che è quello di tenere le aree verdi pulite, l’erba falciata per bene e fare le disinfestazioni contro le zanzare. Oggi questi insetti trasmettono malattie che possono essere anche molto gravi e i primi caldi di maggio-giugno sono i giorni in cui le zanzare depongono le uova. È quindi il momento di agire con la disinfestazione che in Italia non viene fatta perché mancano i fondi e la lungimiranza di lavorare sulla prevenzione” ha affermato Matteo Bassetti, Direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova. “Ricordiamoci cosa è accaduto a Fano lo scorso anno con un focolaio molto ampio. Credo che i Comuni debbano rendersi conto che si deve lavorare su questo fronte, perché sarà anche questo un anno di zanzare e di Dengue” rimarca l’infettivologo. “Il rischio è che la malattia diventi endemica e ci arriveremo perché la zanzara tigre è ormai anche in Italia e poi ci sono i casi importati che aumentano con i viaggi nei Paesi dove la Dengue è endemica, vedi il Sud America”.

CITATI: AUGUSTO SCIROCCHI, EMANUELE CAPPELLETTI, FABRIZIO PREGLIASCO, MATTEO BASSETTI, PIERLUIGI LO PALCO, WALTER RICCIARDI
TAG: ATS DELL'INSUBRIA, CAPIAGO INTIMIANO, COMASCO, DENGUE, DISINFESTAZIONE

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