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22 Gennaio 2025

Un piano per il contenimento del granchio blu e il suo utilizzo alimentare

Dal Governo arriva un Piano d’intervento per contrastare la proliferazione del granchio blu, mentre l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie segnala la presenza della “malattia del granchio amaro” in campioni presenti sul mercato

di Redazione Vet33


Un piano per il contenimento del granchio blu e il suo utilizzo alimentare

Il Governo, rappresentato dai Ministri dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) Francesco Lollobrigida e dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ha presentato il Piano di intervento per contenere la diffusione del granchio blu (Callinectes sapidus), una specie invasiva che sta danneggiando gravemente le risorse ittiche italiane. Durante l’incontro, il neo Commissario straordinario per il granchio blu, Enrico Caterino, ha illustrato le strategie per trasformare la specie da minaccia a risorsa alimentare. Parallelamente, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IzsVe) ha rilevato nei granchi campionati un parassita responsabile della Bitter Crab Disease (Bcd, malattia del granchio amaro), con implicazioni sul valore commerciale e sanitario della specie.
 

Rilevata la presenza del parassita Hematodinium

Il granchio blu Atlantico, una specie aliena che negli ultimi due anni ha messo in ginocchio la produzione di vongole in Veneto, ospita un parassita del genere Hematodinium che causa la Bcd, nota anche come “malattia del granchio amaro”. La carne dei crostacei gravemente parassitati, una volta cucinata, può assumere un retrogusto amaro, che può comprometterne l’appetibilità per il consumatore. A rilevare la presenza del parassita, i ricercatori del Centro specialistico ittico (Csi) dell’IszVe, nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal Masaf e finalizzato a valutare lo stato di salute della specie, con un’attenzione particolare sulla presenza di patogeni che potrebbero influenzare la sua dinamica di popolazione nelle principali lagune costiere del Nord Adriatico.

La malattia del granchio amaro 

I segni della Bcd comprendono letargia, torbidità dell’emolinfa e minor vitalità del granchio durante la fase di commercializzazione. L’infezione da Hematodinium sp. induce una serie di cambiamenti fisiologici nei tessuti dei crostacei e nell’emolinfa circolante, tra cui una riduzione significativa del numero di cellule coinvolte nella risposta immunitaria. In particolare, la rapida proliferazione del parassita porta a un elevato consumo di nutrienti, con conseguente riduzione dei livelli di glucosio nell’emolinfa e di glicogeno nell’epatopancreas, modificandone le caratteristiche organolettiche.
Hematodinium sp. non è trasmissibile e non causa infezione e malattia all’uomo, ma il consumo di granchio blu crudo o poco cotto può comportare altri potenziali rischi per la salute, come gastroenteriti acute causate da vibrioni presenti sull’esoscheletro o direttamente nelle carni. Pertanto, è consigliabile consumare il granchio blu previa adeguata cottura.

La ricerca sui granchi

Durante la prima fase del progetto, sono stati analizzati 225 esemplari di Callinectes sapidus di taglia commerciale provenienti da 7 siti lagunari: Grado, Marano Lagunare, Caorle, Chioggia, Sacca di Scardovari, Goro e Marina di Ravenna. I campionamenti sono stati realizzati con la collaborazione dei mercati ittici locali e delle cooperative operanti nelle diverse aree di studio.
I prelievi sono stati effettuati tra aprile e maggio 2024 tramite l’utilizzo di nasse e reti da posta raccogliendo almeno 30 esemplari di taglia commerciale per sito. Al fine di investigare la prevalenza del parassita nelle popolazioni oggetto di studio, sono state applicate diverse tecniche diagnostiche, in particolare analisi molecolari (real-time PCR) su campioni di emolinfa, associate ad analisi istologiche e citologiche per visualizzare il parassita nei campioni tissutali.
I risultati preliminari hanno confermato la presenza di Hematodinium sp. nei granchi blu raccolti evidenziando una significativa variabilità nei tassi di infezione nelle diverse aree di transizione studiate. La prevalenza di individui positivi ad Hematodinium sp. in Veneto è del 33% e in Emilia-Romagna del 97%, mentre nelle aree lagunari del Friuli-Venezia Giulia non è stato rilevato. In particolare, nei siti emiliani esemplari letargici o moribondi, caratterizzati da una minor resistenza al trasporto e alla manipolazione, sono stati segnalati dagli operatori del settore nella tarda primavera 2024 e risultati fortemente positivi ad Hematodinium sp.

Le possibili conseguenze 

Le epizoozie provocate da questo parassita rappresentano una priorità per la ricerca, poiché Hematodinium sp. è noto per la sua capacità di infettare diverse specie di crostacei marini, causando decremento delle popolazioni naturali autoctone, con impatti ecologici e perdite economiche per il settore della pesca commerciale. Tuttavia, al momento è presto per dire se la presenza del parassita sia tale da incidere sulla popolazione di granchio blu nel Nord Adriatico, per cui sono necessari ulteriori approfondimenti.

CITATI: ENRICO CATERINO, FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, GILBERTO PICHETTO FRATIN
TAG: BCD, CROSTACEI, CSI, GRANCHIO BLU, IZSVE, MASAF, SICUREZZA ALIMENTARE

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