Ruminanti
29 Agosto 2024La Sardegna sta affrontando una grave crisi sanitaria con più di mille capi morti a causa della Blue tongue. Coldiretti denuncia ritardi nella gestione e nella distribuzione dei vaccini, mentre la Regione cerca di contenere l’epidemia

La Sardegna si trova nuovamente al centro di un’epidemia di Bluetongue, con 360 focolai confermati e oltre 10.000 capi di bestiame colpiti, di cui più di mille deceduti. Nel frattempo, Coldiretti ha accusato la Regione di immobilismo nella gestione della crisi, in particolare per i ritardi nella distribuzione di vaccini e antiparassitari. Con la situazione che peggiora di giorno in giorno, sono necessari interventi urgenti per evitare ulteriori danni economici.
Sono 360 i focolai rilevati in Sardegna, di cui 94 sono stati confermati, mentre 266 sono quelli sospetti ma che, di norma, vengono poi ratificati. Complessivamente i capi coinvolti sono 10.134, con 1.062 morti. Questi i dati forniti all’ANSA dall’Osservatorio epidemiologico veterinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna.
La maggior parte dei focolai si trova nel Sulcis e nel Nuorese (81 tra 26 confermati e 55 sospetti nel sud ovest dell’Isola; 4 confermati e 77 sospetti a Nuoro), segue poi l’Oristanese con 65 focolai (2 gli allevamenti dove è stata confermata la presenza del virus con 51 capi morti e 63 sospetti) e quindi la Gallura con 49 (41 attivi, 8 sospetti). Nel Cagliaritano i focolai sono 34 (tutti sospetti), 32 nel Medio Campidano (18 attivi, 14 sospetti), 17 in Ogliastra (2 attivi, 15 sospetti) e solo uno confermato nel Sassarese.
In Sardegna la malattia è ormai considerata endemica e sono stati individuati 5 sierotipi, alcuni dei quali possiedono una patogenicità più elevata. Per i focolai di cui si è avuto un riscontro emerge che prevale il sierotipo 3, rispetto all’8 (soprattutto in Gallura e Nuorese) e al 4 (in Ogliastra e Marghine).
La Blue tongue è una malattia di origine virale (genere Orbivirus) trasmessa da insetti del genere Culicoides, che colpisce tutte le specie di ruminanti, ma che non costituisce un pericolo per l’uomo. Gli animali che possono ammalarsi sono diversi: pecore, capre, bovini, bufali, ma anche antilopi, cammelli e cervi. Tale malattia può presentarsi con gravità diverse a seconda della specie colpita e solitamente è più pericolosa per le pecore e alcuni ruminanti selvatici. Quando visibili, anche i sintomi possono essere diversi. Negli ovini, per esempio, si riscontrano febbre, emorragie e ulcere nella bocca e nel naso, salivazione eccessiva, rigonfiamento di labbra, lingua e mascella, zoppie, perdita di peso, rischio di aborti, perdita della lana, polmonite, diarrea; raramente invece la lingua diventa blu, per cianosi. La mortalità causata dalla malattia è altissima, e può arrivare fino al 70%.
Coldiretti ha lanciato l’allarme, segnalando “centinaia di casi conclamati e tanti altri in fase di accertamento” e chiedendo alla Regione di somministrare rapidamente vaccini e aiutare gli allevatori nell’acquisto di antiparassitari.
“I focolai sono estesi in tutta la Regione e dai pochi casi di qualche settimana fa a oggi la lingua blu nell’Isola sta raggiungendo proporzioni devastanti per gli allevamenti che scontano gravi perdite di animali e ingenti danni ai fatturati” ha dichiarato l’Associazione.
“L’immobilismo degli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità, in particolare, ha portato a una situazione insostenibile per i nostri allevamenti, con gravi responsabilità” sottolineano il Presidente e il Direttore di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba.
Secondo i dati raccolti dall’Associazione, la situazione più critica si registra nel Cagliaritano, “dove la lingua blu non risparmia né la costa orientale né quella occidentale". Dal Sulcis, dove sono stati registrati i primi focolai, il virus si è propagato negli allevamenti di Iglesiente, Guspini e Arbus, per poi toccare la fascia del Campidano e arrivare sino al Sarrabus-Gerrei. Focolai in forte espansione anche nell’Oristanese, colpito in particolare nelle zone da Ghilarza a Cuglieri, da Sedilo a Bonarcado, passando per Paulilatino, San Nicolò Gerrei, Uras e Marrubiu. Non è rimasta indenne nemmeno la provincia di Nuoro con molti casi in via di accertamento, e con casi già ampiamente conclamati in Baronia e in Ogliastra. Nel nord Sardegna è la Gallura la zona con più focolai che hanno messo in crisi anche il settore bovino da carne per via del blocco alle movimentazioni.
“Coldiretti ha chiesto che venisse fornito il vaccino per evitare quello che puntualmente è avvenuto. Nonostante queste sollecitazioni ancora tutto è fermo” sottolineano Cualbu e Saba.
“In queste ore ho letto numerose dichiarazioni che creano allarmismi immotivati rispetto ad un inesistente blocco della movimentazione dei capi bovini in alcune zone della Sardegna” ha commentato l’assessore regionale dell’Agricoltura Gian Franco Satta. “Fermo restando che la competenza sul benessere degli animali da un punto di vista veterinario è in capo all’Assessorato della sanità, con il quale già da tempo è stata avviata una interlocuzione in merito alle vaccinazioni dei bovini contro la lingua blu, mi preme però precisare che, ad oggi, non è stato imposto alcun blocco alla movimentazione dei capi neppure nelle aree ove sono presenti i focolai”.
“Con la nota trasmessa alle Aziende sanitarie locali dal Servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dello scorso 20 agosto – spiega l’Assessore – il direttore del Servizio, a fronte del diffondersi della malattia su tutto il territorio nazionale, ha raccomandato alcune misure di mitigazione del rischio di diffusione subordinando le movimentazioni da vita dagli allevamenti ovicaprini e bovini situati entro un raggio di 20 chilometri dai focolai o dalle zone di positività, all’esito favorevole del test Pcr sui capi oggetto di movimentazione che dovranno essere trattati almeno da sette giorni prima della partenza con insetto repellente oltre a dover essere sottoposti a visita clinica prima della partenza”.
“Queste misure – continua Satta – adottate come protocollo a livello nazionale, consentono di movimentare i capi limitando il rischio di diffusione della malattia. Oltre ai casi di blue tongue segnalati in Gallura, infatti, ve ne sono altri diffusi nel territorio regionale e non riconducibili al Sierotipo 8, così come vi sono casi di lingua blu accertati sui bovini in Piemonte, Liguria, Lombardia, Calabria e Sicilia”.
“Il blocco delle movimentazioni limitatamente al nostro territorio regionale, come avvenuto in passato, si è reso necessario per contenere la diffusione della malattia presente prevalentemente in Sardegna, situazione ben diversa rispetto a quella attuale. Per quanto sia necessario monitorare la situazione evitando problemi più difficili da gestire, invito tutte le parti coinvolte ad assumere un atteggiamento più costruttivo evitando di creare inutili ed immotivati allarmismi che allo stato attuale non sono avvalorati da disposizioni ufficiali adottate dall’autorità sanitaria”.
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