Gatti
04 Novembre 2024Quali sono i benefici di un microbioma intestinale diversificato ed equilibrato? Quali le correlazioni tra microbioma e sistema immunitario? E con gli altri organi? Ecco come diagnosticare la disbiosi intestinale e sostenere il microbioma felino per favorire salute e qualità della vita del gatto
Il microbiota intestinale felino è un ecosistema complesso che svolge un ruolo essenziale nel mantenimento della salute generale del gatto, influenzando il sistema immunitario e le funzioni metaboliche. Quando l’equilibrio microbico si altera, si parla di disbiosi intestinale, una condizione che può compromettere la qualità della vita dell’animale. Ma come si può valutare lo stato del microbiota intestinale di un gatto? Perché è considerato come un importante organo metabolico? E che cosa succede quando il microbioma non è più in equilibrio? A queste domande risponde il dottor Fabio Procoli nel volume Gastroenterologia del gatto.
Il tratto gastrointestinale (GI) ospita un ecosistema altamente diversificato e costituito da vari microrganismi (virus, batteri, funghi e protozoi). Questo insieme di microrganismi prende il nome di microbiota intestinale se si fa riferimento alla tassonomia (cioè: chi sono?) o microbioma quando si fa riferimento al loro contenuto genico e alla loro funzione (cioè: cosa stanno facendo?). Di questi microrganismi, i batteri costituiscono la componente maggiore. Un microbioma intestinale diversificato ed equilibrato svolge un ruolo importante nel mantenimento della salute dell’ospite, poiché influenza il sistema immunitario, difende dagli enteropatogeni e fornisce molte funzioni metaboliche e nutrizionali a beneficio diretto dell’ospite.
Queste interazioni tra il microbioma intestinale e il sistema immunitario sono mediate dal contatto diretto tra le componenti batteriche e le cellule immunitarie (per es., cellule dendritiche, recettori toll-like) e attraverso i metaboliti derivati dal microbiota, che attivano la funzione immunitaria mediante vari recettori.
Il microbioma intestinale commensale è importante per lo sviluppo e l’omeostasi della struttura e della funzione intestinale, come dimostrato dal fatto che i topi allevati in un ambiente privo di germi mostrano un’architettura epiteliale alterata (per es., follicoli) e un sistema immunitario sottosviluppato.
Il microbiota è importante nella prima infanzia per stabilire la tolleranza orale, al fine di prevenire l’insorgenza di risposte immunitarie inadeguate contro i batteri luminali e gli antigeni alimentari, che sono stati associati all’infiammazione GI cronica.
Ricerche recenti hanno dimostrato che il microbioma intestinale ha effetti anche su molti altri sistemi di organi. Le alterazioni del microbioma intestinale sono associate a malattie intestinali e anche a vari disturbi extraintestinali come diabete mellito, obesità, malattia renale cronica (CKD) e anche disturbi neurologici. A oggi, molti dei meccanismi sottostanti e come siano applicabili alla pratica clinica rimane poco chiaro, tuttavia sono stati compiuti molti progressi nella comprensione dell’intricata relazione tra ospite e microbioma intestinale nonché della presa di coscienza dell’importante potenziale contributo per la salute da parte di un microbioma intestinale equilibrato.
Il microbioma intestinale è considerato un importante organo metabolico poiché i batteri producono metaboliti che hanno effetti benefici diretti sull’ospite, qualora siano in concentrazioni adeguate. Per esempio, i carboidrati introdotti con l’alimento vengono sottoposti a fermentazione da parte del microbioma intestinale diventando acidi grassi a corta catena (SCFA); questi utlimi, oltre a essere immunomodulatori, hanno molteplici funzioni (si veda di seguito per maggiori dettagli).
Anche altri metaboliti come l’indolo, che deriva dalla degradazione del triptofano, e gli acidi biliari (AB) secondari, hanno proprietà immunomodulatorie e sono importanti per rafforzare la funzione della barriera intestinale.
Altri componenti esterni, come i farmaci, verranno metabolizzati dal microbioma intestinale e i loro sottoprodotti saranno quindi assorbiti dall’ospite.
Questi metaboliti hanno per lo più effetti benefici, ma in determinate circostanze, come l’aumento delle loro concentrazioni o l’alterazione del microbiota (disbiosi intestinale), possono anche avere effetti deleteri sull’ospite, poiché alcuni di questi metaboliti di origine batterica possono essere tossici o irritanti per le cellule epiteliali intestinali, causando infiammazione o diarrea.
Di particolare interesse è anche il fatto che ogni animale abbia diverse quantità dei vari taxa batterici. Questa composizione individuale può causare risposte soggettive per ciascun animale a dieta, prebiotici, probiotici e anche al modo in cui i farmaci vengono metabolizzati.
Ottenere una valutazione completa dell’intero microbioma intestinale è impegnativo. Coltivare in vitro i batteri intestinali è difficile, in quanto la maggior parte delle specie contenute nell’intestino felino sono anaerobi stretti o facoltativi (per es., Bacteroidetes, Ruminococcus, Faecalibacterium, Fusobacterium, Clostridiales).
Per di più, ci sono differenze in composizione microbica lungo il tratto GI superiore e inferiore e differenze nelle popolazioni batteriche luminali rispetto a quelle aderenti alla mucosa.
C’è inoltre molta sovrapposizione nei taxa batterici presenti in gatti sani e in quelli con diarrea. Inoltre, gli stessi taxa batterici possono esprimere, a seconda dell’ambiente intestinale circostante, geni diversi e quindi diversi fattori di virulenza e funzioni metaboliche.
I cambiamenti del microbiota intestinale sono definiti come disbiosi. Ciò può includere cambiamenti nella conta batterica totale, aumento dei batteri aderenti alla mucosa e cambiamenti complessivi nella composizione totale del microbiota o in alcune specie batteriche specifiche. Inoltre, la disbiosi dovrebbe anche essere intesa come un potenziale cambiamento nella funzione del microbiota, con alterazioni dei metaboliti di origine microbica.
Questi cambiamenti metabolici possono essere associati o meno a cambiamenti misurabili attraverso la composizione del microbiota. Per esempio, la diminuzione dei gruppi batterici che producono SCFA è correlata a una riduzione della quantità totale di SCFA nei cani con EC. Al contrario, mentre c’è stato un aumento delle concentrazioni sieriche dei metaboliti batterici p-cresolo e indossil-solfato nei gatti con CKD, questo non è stato collegato a cambiamenti misurabili nella composizione del microbiota fecale.
Per saperne di più: https://www.edizioniedra.it/Gastroenterologia_del_gatto.aspx
A cura di Grazia Lapaglia
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