Professione
28 Maggio 2025Dopo il nuovo semestre filtro, tre prove scritte con voti in trentesimi sostituiranno i test a risposta multipla. Fino a tre tentativi per accedere alla facoltà

Tra fine novembre e inizio dicembre 2025, tutti gli aspiranti medici veterinari – insieme ai colleghi di Medicina e Odontoiatria – dovranno sostenere la nuova prova di ammissione al Corso di Laurea: tre esami scritti, ognuno composto da 31 domande, con votazione in trentesimi (con tre tentativi a disposizione). Sarebbe questo il nuovo sistema di accesso introdotto con la riforma voluta dal Ministero dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che elimina il numero chiuso per sostituirlo con un “semestre filtro” aperto a tutti, propedeutico a garantire una selezione più seria e basata su competenze approfondite.
Il Decreto attuativo, già varato a metà maggio, ha delineato il cosiddetto semestre filtro, un semestre iniziale che permette di accedere al secondo solo a chi supera con successo le nuove prove. In quest’ottica, gli atenei organizzeranno corsi di preparazione per fornire agli studenti gli strumenti per affrontare al meglio i test scritti. Ora occorre definire gli esami per l’accesso.
Il Ministero dell’Università e Ricerca sta infatti ultimando i dettagli: secondo alcune anticipazioni, le prove scritte si svolgeranno in un’unica giornata tra novembre e dicembre, con 93 domande complessive divise in 3 esami distinti, a cui seguiranno i voti espressi in trentesimi. Chi vorrà garantirsi l’ammissione al secondo semestre dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico dovrà quindi ottenere dei punteggi elevati.
Il nuovo sistema di selezione non prevede più i tradizionali quiz a risposta multipla, ma veri e propri esami universitari, in linea con l’obiettivo di costruire un percorso formativo più solido e strutturato. Un cambio di rotta che, negli intenti dei promotori della riforma, vuole premiare la preparazione approfondita e la verifica delle reali competenze acquisite.
Il test sarà articolato in tre esami scritti consecutivi, ciascuno della durata di 45 minuti. Le prove si terranno contemporaneamente su tutto il territorio nazionale, dopo il semestre propedeutico tutti. Ciascun esame sarà basato sulle materie affrontate durante questo semestre e sarà composto da 31 domande: 21 a risposta multipla e 10 a completamento, ovvero sarà necessario inserire la parola mancante in una frase.
Ogni risposta corretta varrà 1 punto, alle risposte sbagliate seguirà una penalizzazione di -0,25 punti, mentre nessun punteggio verrà assegnato per le risposte non date. Il voto finale per ciascun esame sarà espresso in trentesimi, con possibilità di ottenere la lode. Sarà necessario conseguire almeno 18/30 in ciascuna delle tre prove per accedere alla graduatoria nazionale. Considerando il numero limitato di posti disponibili, si stima sarà richiesto un punteggio ben superiore alla soglia minima.
Secondo le anticipazioni, gli studenti potranno rifiutare il voto ottenuto in uno o più esami, sostenendo nuovamente la prova in un secondo appello, previsto a 15 giorni di distanza. Ogni candidato potrà partecipare al semestre aperto per un massimo di tre anni consecutivi.
I criteri definitivi per la graduatoria nazionale non sono ancora ufficiali. Tuttavia, si prevede che il punteggio degli esami costituirà l’unico elemento di selezione. In caso di parità, potrebbe essere data priorità a chi ha indicato quell’ateneo come prima scelta.
Al momento dell’iscrizione al semestre propedeutico, infatti, ogni studente dovrà esprimere almeno cinque preferenze di sedi università, presso le quali intende proseguire il proprio percorso, inclusa un’opzione alternativa alla facoltà scelta.
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