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18 Luglio 2024

Autonomia differenziata, Fnovi: no alla legge, servono equità e qualità servizi

La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari Italiani si dice contraria alla riforma dell’autonomia differenziata, esprimendo molte preoccupazioni per le ripercussioni sul Sistema Sanitario Nazionale. Tra le richieste, maggiore equità e qualità dei servizi

di Redazione Vet33


Autonomia differenziata, Fnovi: no alla legge, servono equità e qualità servizi

La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari Italiani (Fnovi) ha espresso forte contrarietà alla riforma dell'autonomia differenziata, che rappresenta un significativo cambiamento nella gestione delle competenze tra Stato e Regioni: la nuova legge, infatti, concede maggiori competenze legislative, amministrative e finanziarie alle Regioni, che potranno gestire in autonomia, materie un tempo di competenza esclusivamente Statale. Fnovi si dice preoccupata per le immediate conseguenze su Sanità e professioni, chiede un impegno concreto per evitare derive del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) e propone di rafforzare il ruolo del Ministero della Salute come garante della qualità e dell’equità dei servizi, sottolineando l’importanza di mantenere la regolamentazione delle professioni a livello statale per evitare disomogeneità e inefficienze.


La posizione di Fnovi
L’approvazione della Legge sull’autonomia differenziato ha generato un ampio dibattito pubblico e politico e anche Fnovi ha avviato una riflessione al suo interno, in particolare in materia di Salute, sulla quale molte Regioni hanno espresso l’intenzione di richiedere l’autonomia legislativa, e di devolution delle professioni, materia che potrà essere subito approcciata senza dover attendere gli specifici accordi previsti per le 23 materie regolamentate dalla Legge.
In armonia con le posizioni espresse anche da altri organismi ordinistici esponenziali di altre professioni sanitarie, Fnovi ha dichiarato la propria contrarietà alla riforma realizzatasi e ha espresso grande preoccupazione per le immediate conseguenze, auspicando che il rinnovamento in itinere possa caratterizzarsi dell’impegno ad evitare il rischio di una qualsiasi deriva del Servizio Sanitario Nazionale.
Da ciò l’esigenza espressa di rafforzare il ruolo del Ministero della Salute così che possano risultare bilanciate le istanze dell’autonomia da un lato con le garanzie di identiche qualità e competenza sul territorio dall’altro. Per Fnovi serve sostenere il ruolo del Ministero della Salute, quale garante del principio costituzionale del diritto alla tutela della salute stessa, così da evitare che la possibilità attribuita alle Regioni ad autodeterminarsi con interventi mirati possa tradursi in limitazioni dei principi di universalità e di equità. Inoltre, la Federazione ritiene che il Ministero debba continuare ad essere l’organo vigilante delle professioni sanitarie, mantenendo il ruolo di soggetto garante anche degli standard qualitativi ed esprime preoccupazione ove dovesse registrarsi la perdita di queste precipue funzioni con conseguente disomogeneità delle competenze che metterebbe a rischio i riferimenti dei cittadini.
È netta la contrarietà circa l’ipotesi di devoluzione alle Regioni della normativa su tutte le professioni intellettuali regolamentate: con l’occasione ha ricordato che la giurisprudenza costituzionale ha da tempo chiarito che l’argomento “professioni” consta di una serie di materie tutte imprescindibilmente rimesse alla potestà legislativa statale in via esclusiva, senza spazio per la potestà legislativa regionale. Tutte le regole concernenti le professioni intellettuali devono restare riservate alla legislazione dello Stato, ma ancor più quelle delle professioni dell’area sanitaria stante che il diritto alla salute sostenuto dalle professioni mediche è di rango costituzionale. Le professioni, la cui competenza e specializzazione rappresentano parametri sociali importanti, operano su tematiche intimamente collegate a valori a cui la comunità dà forte importanza e garantiscono a tutti i cittadini diritti costituzionalmente tutelati.
Fnovi stigmatizza che qualsiasi intervento differenziato si operasse sull’ordinamento delle professioni, questo sarebbe idoneo a provocare confusioni e inefficienze, introducendo diversità di esercizi professionali che certamente indebolirebbero non sola la posizione dei professionisti italiani a livello europeo, ma quella stessa del Paese.
Da ciò l’invito rivolto al Governo, impegnato nell’attuazione delle nuove disposizioni di legge, ad ascoltare il Paese che chiede che il rinnovamento si accompagni a certezze e a sicurezza sociale.

TAG: AUTONOMIA DIFFERENZIATA, FNOVI, MINISTERO DELLA SALUTE

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