Professione
03 Novembre 2022 Da Genova a Catania la campagna di controlli dei NAS porta al sequestro di 14 tonnellate di cibo e all’accertamento di 335 irregolarità.
Pare proprio fosse solo la punta dell’iceberg. L’allarme innescato nei giorni scorsi dai casi di listeria nei würstel era infatti destinato ad amplificarsi fino a diventare un’allerta nazionale: da Parma a Ragusa, da Palermo a Genova, passando per Bari Napoli, Catania e Caserta. A seguito delle prime segnalazioni, infatti, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, di concerto con il Ministero della Salute, ha avviato una campagna di controlli su tutto il territorio nazionale, finalizzata a verificare la corretta gestione in materia di sicurezza ed igiene delle imprese produttive di alimenti di origine animale. Le ispezioni hanno riguardato aziende attive nel campo della trasformazione di alimenti più suscettibili alla contaminazione da batterio Listeria (würstel, insaccati con stagionatura breve, prodotti caseari a limitata maturazione, gastronomia con farcitura fresca confezionata in atmosfera controllata per la fornitura alla Grande Distribuzione Organizzata e ai distributori automatici).
I numeri dei controlli
1095 le aziende ispezionate, 335 le strutture con accertate irregolarità, 310 gli operatori segnalati alle autorità, 541 le violazioni (penali e amministrative) contestate; 365 mila euro il totale delle sanzioni pecuniarie comminate; 14 le tonnellate di alimenti irregolari sequestrate.
Le principali irregolarità
Una delle principali criticità riscontrate è stato l’uso di materie prime scadute e in cattivo stato di conservazione, particolarmente diffusa pure la mancata applicazione delle procedure preventive di autocontrollo e tracciabilità degli alimenti. E ciò ha portato all’esecuzione di provvedimenti di chiusura / sospensione nei confronti di 23 imprese produttive e commerciali, il cui valore economico ammonta ad oltre 7 milioni di euro.
Geografia delle rilevazioni
I Carabinieri del NAS di Palermo hanno rilevato un campione di formaggio fresco contenere valori elevati di Listeria, a seguito del quale sono stati disposti il fermo preventivo di 945 kg di prodotti caseari e la sospensione dell’attività fino a ripristino delle condizioni igieniche adeguate. Inoltre, lo stesso NAS siciliano ha individuato anche due laboratori di analisi privati risultati non autorizzati, presso i quali venivano redatti falsi referti attestanti parametri analitici e microbiologici non veritieri in quanto basati su analisi di fatto mai eseguite.
A Parma un’attività ispettiva svolta dai NAS presso un’industria di salumi della provincia di Modena, ha sequestrato 7.000 kg di prodotti carnei (semilavorati e tranci di carne suina e bovina), rinvenuti invasi da ghiaccio e brina gelificata a causa del malfunzionamento del sistema di refrigerazione, rilevando al contempo carenze igienico sanitarie dovute alla presenza di muffe sulle pareti dei locali destinati allo scarico merci, con potenziale rischio di contaminazione degli alimenti.
A Bari il nucleo antisofisticazione ha proceduto al sequestro di 1.800 kg di prodotti carnei (a base suina e bovina), rinvenuti privi di etichettatura e di indicazioni utili a garantirne la tracciabilità.
I NAS di Salerno e Catania hanno sequestrato, presso due caseifici, complessivi 3.700 kg di prodotti lattiero-caseari sprovvisti di documentazione attestante la rintracciabilità.
In provincia di Savona i NAS di Genova hanno invece proceduto all’immediata chiusura di un laboratorio di preparazione gastronomica, privo autorizzazione sanitaria, del manuale di autocontrollo (HACCP) con gravi carenze igienico sanitarie. Provvedimenti presi pure a Ragusa dove i NAS hanno eseguito la chiusura di un salumificio per precarie condizioni igieniche e per la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo, sequestrando contestualmente 529 kg salumi già confezionati, in parte sprovvisti di elementi utili alla tracciabilità ed in parte scaduti di validità. Irregolarità, infine, anche nel napoletano, dove i NAS hanno sospeso un’attività di sezionamento e commercio all’ingrosso di carni avicole con immediata chiusura dell’intero impianto sprovvisto del “Bollo CE” e di riconoscimento produttivo.
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