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21 Luglio 2025

Arbovirosi, tutti i rischi. Il Ministero sollecita veterinari e Asl a intensificare le misure del Pna 2020-2025

Nel pieno della stagione vettoriale e con l’arrivo di milioni di visitatori per il Giubileo, il Ministero della Salute richiama l’attenzione su sorveglianza, segnalazioni tempestive e collaborazione tra sanità umana e veterinaria per contenere la circolazione di virus trasmessi da Aedes spp.

di Redazione Vet33


Arbovirosi, tutti i rischi. Il Ministero sollecita veterinari e Asl a intensificare le misure del Pna 2020-2025

Con l’intensificarsi della stagione vettoriale e in concomitanza con l’afflusso di visitatori internazionali legato all’evento Giubilare, il Ministero della Salute ha richiamato l’attenzione delle autorità sanitarie locali (Asl) e delle strutture veterinarie pubbliche e private sull’urgenza di rafforzare le attività previste dal Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (Pna 2020-2025). Il documento condiviso sottolinea il rischio concreto di trasmissione autoctona di Dengue, Chikungunya e Zika, esortando alla pronta segnalazione di casi sospetti, al potenziamento delle misure entomologiche e alla collaborazione tra igiene pubblica e sanità animale. Centrale il ruolo dei medici veterinari nell’individuazione precoce di vettori e nel caricamento dei dati su VETINFO, nonché nel coordinamento delle indagini epidemiologiche con le Asl e l’Istituto Zooprofilattico.

Il Pna 2020-25

A causa dell’attuale situazione epidemiologica internazionale delle malattie trasmesse da Aedes spp e alla luce del Giubileo in corso, che sta portando in Italia un elevato flusso di persone provenienti da ogni parte del mondo, inclusi Paesi dove le arbovirosi sono endemiche o epidemiche, il Ministero invita a verificare e rafforzare tutte le misure previste dal Pna 2020-2025.
Inoltre, il Ministero richiama la Circolare del Ministero della Salute n. prot. 8795 del 21/03/2024 avente per oggetto “Aumento globale dei casi di dengue, predisposizione alla stagione vettoriale 2024” che indicava le azioni prioritarie per ridurre il rischio di trasmissione autoctona di virus Dengue, la circolare del Ministero della Salute n. prot. 4753 del 14/02/2024 “Innalzamento livello di allerta relativamente alla diffusione della dengue presso i Punti di ingresso italiani” e la successiva n. prot. 8083 del 14/03/2024 “Misure di vigilanza sanitaria nei confronti del virus della dengue. Chiarimenti alla circolare n. prot. 4753 del 14 febbraio 2024”, finalizzate a contrastare l’introduzione nel territorio nazionale del vettore Aedes aegypti.

Le raccomandazioni

Nello specifico, il Ministero fornisce le seguenti raccomandazioni:

  1. Potenziare la sorveglianza dei casi umani di arbovirosi tramesse da Aedes spp, con particolare attenzione ai virus Chikungunya e Dengue, soprattutto in termini di tempestività e di rispetto dei flussi di comunicazione attualmente operativi, sensibilizzando gli operatori sanitari, tra cui pediatri di libera scelta (Pls) e medici di medicina generale (Mmg), sull’importanza della rapida identificazione dei casi di arbovirosi, anche ai fini di prevenzione di casi secondari e della tempestiva introduzione di misure di prevenzione per la sicurezza nei confronti di donazioni di sangue/emocomponenti e di organi, tessuti e cellule; 
  2. Sensibilizzare Mmg, Pls, medici di continuità assistenziale, medici di Pronto Soccorso, infettivologi e altri specialisti coinvolti in ambito sanitario (pubblico o privato) a prestare particolare attenzione all’indagine e all’identificazione tempestiva di casi umani di infezione da arbovirus tramessi da Aedes spp, con particolare riguardo ai virus Chikungunya e Dengue, come già riportato al punto 1:
    1. importati, ovvero con storia di viaggio in paesi endemici nelle 3 settimane precedenti l’esordio dei sintomi, (anche la sola febbre o storia di febbre recente trattata con anti-piretici);
    2. in pazienti con criteri clinici compatibili con l’infezione (anche la sola febbre o storia di febbre recente trattata con anti-piretici) senza storia di viaggi in zone endemiche, ma con permanenza nelle 3 settimane precedenti l’esordio dei sintomi in un’area (Comune/i o una subunità dello stesso) in cui sia stata documentata nella corrente stagione la trasmissione di dengue/chikungunya o con collegamento epidemiologico (convivenza, soggiorno in prossimità) con un caso di dengue/chikungunya probabile/confermato importato o autoctono;
    3. in pazienti con criteri clinici fortemente suggestivi di infezione, o la comparsa di casi aggregati con sintomatologia febbrile di non chiara origine, senza storia di viaggi in zone endemiche durante la stagione estivo-autunnale.
  3. Sensibilizzare e informare le strutture sanitarie pubbliche e private sulla necessità che i casi umani, anche solo sospetti, di arbovirosi siano tempestivamente segnalati alle autorità sanitarie locali di competenza, e ai laboratori di riferimento regionale o nazionale competenti per la conferma diagnostica e, conseguentemente, al sistema sorveglianza nazionale, così da permettere una rapida attivazione delle misure di prevenzione e controllo sia a livello locale che centrale. Si raccomanda che qualsiasi laboratorio di analisi pubblico e/o privato che faccia diagnosi di infezione da virus Chikungunya, Dengue e Zika probabile e/o confermata, segnali il caso entro 12 ore all’Asl competente ed invii i campioni al laboratorio regionale o nazionale, presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), per conferma. Infine, ai fini dell’individuazione di possibili catene di trasmissione e dell’analisi dei ceppi circolanti sul territorio nazionale, si rammenta la necessità di inviare tempestivamente al Laboratorio Nazionale di Riferimento presso l’Iss le sequenze genomiche di virus identificati in casi umani di infezione;
  4. Garantire che, in caso di positività umana, i servizi di prevenzione delle Asl competenti per territorio, informino ufficialmente il Direttore del servizio veterinario di sanità animale della medesima struttura sanitaria al fine di concertare e svolgere l’indagine epidemiologica congiunta, alla quale potrà partecipare l’Izs territorialmente competente ed eventualmente l’Iss, per valutare caso per caso le situazioni e definire le attività più idonee alla verifica del rischio e alla prevenzione di ulteriori contagi. Gli aspetti veterinari emersi dall’indagine epidemiologica dovranno essere caricati nel sistema di notifica veterinaria “VETINFO” ai sensi dell’art. 6 D.lgs. 136/22. In caso di sospetto di positività ad arbovirus in pool di zanzare il Servizio Veterinario di sanità animale comunica senza ritardi l’esito del riscontro diagnostico al Servizio di Igiene e Sanità pubblica e in copia al Dipartimento di Prevenzione della medesima Asl che, tempestivamente e senza ritardi, comunicherà, al Ministero della salute, Direzione Generale delle emergenze sanitarie, Ufficio 2, Prevenzione e profilassi delle malattie trasmissibili e all’Iss – Dipartimento Malattie Infettive. Il CESME e l’Ufficio 3 della Direzione della salute animale verranno informati, rispettivamente dall’Izs e dalle Regioni e Province Autonome, secondo il flusso delle comunicazioni attualmente vigente. È fondamentale in tutte le comunicazioni, inoltre, indicare il luogo o i luoghi di più probabile esposizione al contagio, considerando almeno le tre settimane precedenti l’inizio della sintomatologia.
  5. Informare e sensibilizzare la popolazione sul rischio legato alle arbovirosi, sottolineando l’importanza di consultare il proprio medico prima di assumere farmaci, in particolare antinfiammatori, in caso di febbre estiva di non chiara origine. Promuovere l’adozione delle principali misure di prevenzione, quali l’uso corretto di repellenti topici, l’utilizzo di abbigliamento protettivo, l’installazione di barriere fisiche (zanzariere) e l’impiego di soluzioni ambientali per ridurre l’esposizione alle punture di zanzara (dispositivi per il controllo di temperatura e umidità, condizionatori), nonché tutte le buone pratiche finalizzate a eliminare possibili focolai larvali negli spazi privati, come giardini e orti privati (eliminazione di oggetti che possono costituire piccole raccolte temporanee di acqua, come barattoli vuoti, sottovasi, contenitori senza coperchio; prevenzione dei ristagni, che creano le condizioni per lo sviluppo larvale delle zanzare, nei focolai ambientali non eliminabili, quali fontane ornamentali, grondaie, bacini perenni e per l’approvvigionamento idrico degli orti urbani). 
  6. Promuovere attività di informazione sulle arbovirosi attraverso avvisi diretti negli ambulatori medici, nelle cliniche veterinarie e universitarie, nei luoghi di contatto con l’utenza, affissione di cartellonistica informativa nelle farmacie, nelle aree sportive e in altre zone ad alta frequentazione. L’informazione dovrà essere estesa ad opera dei Comuni anche agli amministratori di condominio e all’intera popolazione, affinché siano promosse e attuate idonee misure di prevenzione anche nelle aree private di rispettiva competenza;
  7. Favorire le attività di formazione/aggiornamento sulle arbovirosi dirette al personale sanitario, agli operatori addetti allo svolgimento degli interventi pulizia, sanificazione e disinfestazione al fine di creare la situazione ottimale per l’attivazione di misure utili al contrasto ai vettori e alla prevenzione dell’esposizione alle punture e per l’identificazione tempestiva dei casi di infezione; 
  8. Provvedere alla predisposizione delle misure locali di monitoraggio e contrasto dei vettori, e implementare tutte le azioni di bonifica ambientale previste su suolo pubblico, mirate a ridurre i siti di proliferazione e di riparo per le zanzare, con forme di lotta ambientale autorizzata, soprattutto in presenza di alte densità di zanzare, prima di eventi che prevedano una concentrazione di persone (fiere, feste ed eventi sportivi) o in strutture che potrebbero ospitare soggetti a rischio. Assicurarsi che le ditte autorizzate per la disinfestazione coinvolte, operino in conformità alla normativa vigente, impiegando esclusivamente prodotti approvati e adottando procedure riconosciute come efficaci e sicure per la salute pubblica, per l’ambiente e per lo scopo per cui sono chiamate a intervenire;
  9. Attuare le misure di sorveglianza nei confronti dell’introduzione di nuove specie di zanzare invasive con particolare riguardo ai Punti di ingresso (Point of Entry, PoE) come previsto e in considerazione delle indicazioni del Regolamento Sanitario Internazionale (2005) in merito alle misure specifiche nei confronti delle malattie da vettore. Si raccomanda la collaborazione tra tutte le autorità competenti ai PoE, tra cui le autorità sanitarie USMAF-SASN, gli enti centrali previsti dal Pna, tra cui l’Iss.

Il Ministero richiama quanto disposto dalla Circolare prot. DGSA n. 17029 del 10/06/2025, che fornisce indicazioni operative in merito alla gestione dei sospetti, delle conferme diagnostiche e delle registrazioni nel sistema VETINFO dei vettori e dei virus rinvenuti in tali animali catturati dall’ambiente e ritenuti responsabili della trasmissione di tali malattie, richiamando la necessità di un tempestivo raccordo a livello regionale e nazionale con gli attori responsabili della sorveglianza umana epidemiologica e virologica, compresi gli aspetti entomologici. Si raccomanda, in particolare, la condivisione tempestiva delle analisi, dei sequenziamenti effettuati e dei campioni analizzati con il Laboratorio Nazionale di Riferimento presso l’Iss al fine di poter realizzare un confronto con i risultati delle analisi effettuate sui campioni umani. 

Il Ministero della Salute, con l’ausilio dell’Iss e con il supporto del Gruppo Operativo Arbovirosi endemiche, a rischio di introduzione e di importazione (GOA), monitora costantemente la situazione.

TAG: AEDES ALBOPICTUS, ARBOVIROSI, ISS, IZS, MINISTERO DELLA SALUTE, PIANO NAZIONALE ARBOVIROSI, PNA 2020-2025, VETINFO

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