Professione
20 Giugno 2025Una veterinaria e un’operatrice sanitaria aggredite durante il recupero di un cane fuggito. Fnovi denuncia atto di violenza come intollerabile e sottolinea l’importanza di garantire sicurezza sul lavoro per gli operatori sanitari

In un canile del Friuli, una veterinaria e un’addetta alla cinovigilanza sono state aggredite fisicamente dai proprietari di un cane recuperato dalla struttura. L’aggressione, scaturita durante una procedura di identificazione, ha portato le due operatrici a ricorrere alle cure ospedaliere. La Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (Fnovi) ha espresso la sua ferma condanna, definendo l’atto un’offesa non solo alla dignità delle vittime, ma all’intera categoria professionale. La Federazione ha ribadito la necessità di prevenire simili episodi e di garantire la sicurezza sul lavoro per chi opera nella tutela degli animali e della salute pubblica.
La Fonvi esprime la più ferma condanna per il gravissimo episodio di violenza avvenuto in un canile del Friuli, dove una veterinaria e un’operatrice sanitaria sono state oggetto di aggressione durante lo svolgimento della propria professione. Le due donne, aggredite nel canile dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata (Asui), hanno riportato ferite a mani e braccia, con una prognosi di tre giorni.
La Federazione ha diramato un comunicato stampa stigmatizzando l’ennesimo episodio verificatosi sul luogo di lavoro ed esprimendo solidarietà alla collega. Inoltre, si è detta fiduciosa che dalle indagini avviate derivino provvedimenti adeguati nei confronti dei responsabili dell’aggressione.
“Questo inaccettabile atto di violenza – si legge nella nota – non è solo un attacco alla persona della collega, al suo operato e alla sua dignità, ma rappresenta anche un oltraggio all’intera categoria. Episodi come questo impongono una profonda riflessione sulla crescente escalation di intolleranza e aggressività che, purtroppo, sembra permeare sempre più ambiti della nostra società.
È inconcepibile che chi agisce per la cura e la protezione degli animali – continua la Federazione – debba operare in un clima di paura o subire aggressioni fisiche. La violenza non è mai la risposta e mina alla base ogni tentativo di dialogo e di risoluzione delle problematiche. I medici veterinari, in quanto professionisti della salute unica, svolgono un ruolo cruciale nella tutela della salute pubblica, del benessere animale e della sicurezza alimentare. La loro figura e quella di tutti gli operatori sanitari deve essere rispettata e tutelata, e ogni aggressione nei loro confronti rappresenta un vulnus all'intera comunità.
Fnovi condanna ogni forma di violenza e rinnova la sua solidarietà alla collega aggredita e all’operatrice sanitaria, auspicando che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni con l’adozione di idonei provvedimenti. Per la Federazione, la sicurezza dalle aggressioni nei luoghi di lavoro è un tema di fondamentale importanza che richiede un approccio integrato che coinvolga sia la prevenzione che la gestione degli episodi di violenza. Questo include la valutazione del rischio di aggressione, l’implementazione di misure preventive, la formazione del personale e la gestione degli episodi di violenza, con particolare attenzione al supporto psicologico delle vittime.
Non permetteremo – conclude la nota – che la paura o l’intolleranza compromettano il fondamentale lavoro svolto quotidianamente dai medici veterinari italiani a tutela della salute e del benessere di tutti”.
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