Clima
26 Marzo 2025I dati del secondo report Polidemos-Ipsos evidenziano un calo dell’interesse per la politica e un crescente focus sulle tematiche ecologiche. Tuttavia, gli italiani sono disposti a sostenere misure “green” solo se non impattano significativamente il loro potere d’acquisto

Il secondo report sullo stato della democrazia realizzato dall’Osservatorio congiunto del Centro Polidemos dell’Università Cattolica e di Ipsos, presentato a Milano, mette in luce una tendenza chiara: l’interesse degli italiani per la politica diminuisce, mentre cresce l’attenzione verso il cambiamento climatico e le tematiche ambientali. Se il 73% si dice favorevole alla limitazione del consumo di suolo, il 62% propone la riduzione degli spazi dove è consentito fumare, mentre è indicativo che il 20% ritiene che occorra scoraggiare la proprietà di animali domestici e per ridurre l’impronta ecologica legata alla produzione del loro cibo e allo smaltimento dei loro rifiuti. Ma la disponibilità a sostenere sacrifici economici per l’ambiente resta limitata.
I dati del report, presentato lunedì 24 marzo a Milano, sono stati raccolti attraverso un’indagine realizzata il 17 e 18 dicembre su un campione rappresentativo di 800 individui, attraverso la partnership del Centro di ricerca sulla democrazia dell’Università Cattolica con Ipsos, società di indagini di mercato e sondaggi di opinione.
Il report mette in evidenza la percezione dell’inutilità della politica rispetto alle dinamiche economiche globali, dell’inconsistenza della classe politica e della sua distanza dalla popolazione, oltreché la sfiducia verso il sistema dei media e la più generale percezione di un declino della società. Altri indicatori evidenziano però un buon legame tra democrazia e benessere, in particolare per quanto riguarda la funzione percepita dai corpi intermedi.
Dall’indagine è risultato che il 73% degli intervistati è favorevole alla limitazione della costruzione di edifici in aree verdi, al riuso e alla rigenerazione di aree ed edifici non utilizzati, così come il 68% a continuare a incentivare con contributi pubblici l’istallazione di impianti per lo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili (fotovoltaico, minieolico o geotermici). Il 62% è favorevole a limitare ulteriormente gli spazi dove è consentito fumare.
La maggioranza è anche disposta a cambiare comportamenti per contribuire a mitigare la crisi climatica, consumando prodotti locali, muovendosi con i trasporti pubblici e riducendo la temperatura o le ore di riscaldamento nella propria abitazione, i viaggi aerei e il consumo di carne rossa.
La quota di favorevoli, tuttavia, crolla quando si ipotizza l’aumento di tasse, per esempio sulle fonti di energia fossili; oppure se si sonda la disponibilità a comportamenti come l’acquisto di alimenti più sostenibili, ma con un aumento del prezzo.
Da notare il fatto che il 20% degli intervistati ritiene che occorra scoraggiare la proprietà di animali domestici e quindi ridurre l’impronta ecologica (pawprint) legata alla produzione del loro cibo (petfood) e allo smaltimento dei loro rifiuti.
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