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29 Gennaio 2025

Malattie tropicali neglette. Nel 2024 in Italia record casi Dengue autoctoni e non solo

Con 231 casi autoctoni e 474 d’importazione, la Dengue ha segnato un record storico in Italia. Il report congiunto Aifa-Iss lancia l’allarme sulle future epidemie legate ai cambiamenti climatici e ai vettori di malattie tropicali

di Redazione Vet33


Malattie tropicali neglette. Nel 2024 in Italia record casi Dengue autoctoni e non solo

L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) hanno fatto il punto della situazione sulle malattie tropicali neglette in occasione della Giornata mondiale a loro dedicata il 30 gennaio. Ogni anno, nel mondo, le malattie tropicali neglette – dalla Dengue alla chikungunya – colpiscono 1,6 miliardi di persone; solo in Italia tra le 4 e le 5.000. 
 

Le malattie tropicali neglette: una responsabilità di tutti

Nel 2024 la Dengue ha toccato numeri senza precedenti in Italia con 231 casi autoctoni e 474 importati. Trasmessa dalla zanzara tigre, la malattia fa parte di un trend preoccupante, alimentato dal cambiamento climatico che ne favorisce la diffusione.
Nei prossimi anni, gli esperti prevedono un aumento delle epidemie causate dalle cosiddette malattie tropicali neglette (Neglected tropical diseases, Ntd), 21 gruppi di malattie estremamente eterogenee, diffuse soprattutto nelle aree tropicali più povere, causate da una varietà di agenti patogeni, tra cui virus, batteri, protozoi, elminti, funghi e tossine. Malattie come la scabbia, la lebbra, leishmaniosi, l’echinococcosi causata da patogeni che infettano l’organismo, o le ormai più note Dengue e chikungunya. Patologie che si diffondono sempre di più a causa di cambiamenti climatici, turismo e globalizzazione, oltre che per carenze alimentari, di medicinali o per condizioni igienico-sanitarie precarie.
Ed è a partire da queste considerazioni che Aifa e Iss hanno deciso di fare il punto della situazione a ridosso della Giornata mondiale del 30 gennaio.

“È importante parlare di malattie tropicali neglette – affermano il Presidente dell’Aifa Robert Nisticò e quello dell’Iss Rocco Bellantone – perché le popolazioni dimenticate del Mondo lottano quotidianamente contro queste infezioni, il cui impatto nel loro insieme è devastante e paragonabile a quello delle tre big killers dei Paesi più poveri, ossia Tbc, malaria e Hiv/Aids. Ma la questione ci tocca anche da vicino perché la mobilità di persone, cibi, animali, l’aumento dei viaggi in aree più o meno remote, determinano l’acuirsi di un rischio che si è già reso evidente e che sarà destinato ad aumentare anche a causa del cambiamento climatico”. 
“L’aumento delle temperature – prosegue Bellantone – può determinare, infatti, un maggiore rischio della presenza di vettori, spesso zanzare, in grado di trasmettere infezioni causate da virus”.

La maggior parte delle Ntd è direttamente trasmessa nel territorio italiano, anche se il numero esatto è difficile da quantificare. Tra queste rientra la Dengue, di cui nel 2024 si sono registrati 693 casi, una cifra mai raggiunta prima. Sono stati invece 15 i casi di chikungunya, tutti di importazione, anche se negli anni passati si sono verificati dei focolai autoctoni.
Hanno toccano quota 600 i casi diagnosticati dal 1998 di malattia di Chagas, trasmessa da cimici e potenzialmente letale. Centinaia anche le persone colpite in Italia dalla strongiloidosi, malattia provocata da un verme nematode parassita di piccolissime dimensioni capace di generare infezioni persistenti e mettere in pericolo la vita di chi ne è colpito. 

I dati in Italia

Finora si stima siano almeno 4-5.000 persone colpite in Italia da queste malattie. Si tratta soprattutto di schistosomiasi, strongiloidosi e malattia di Chagas ma anche cisticercosi, scabbia, filariosi, leishmaniosi ed echinococcosi cistica. Alcune survey hanno rilevato che nel nostro Paese sono presenti anche tracoma, oncocerchiasi, lebbra e più recentemente opistorchiasi (trematodiasi alimentare), chikungunya e Dengue. Inoltre, alcune tra queste Ntd sono da considerare storicamente endemiche in Italia a causa della presenza di vettori competenti (ditteri ematofagi, pappataci) per la leishmaniosi e di ospiti mammiferi intermedi e definitivi (ovini e cani da pastore) per l’echinococcosi cistica. In particolare, l’echinococcosi cistica è la Ntd di maggiore rilevanza in Italia, con un tasso di incidenza media di circa 15 casi/1.000.000 di abitanti.

È molto importante tenere alta l’attenzione, perché altrimenti si rischia anche di perdere la capacità di diagnosticarle, oltre che di curarle in modo appropriato, aggiunge Anna Teresa Palamara, Direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss: “Più in generale, è necessario un approccio diverso che tenga conto dello stato di salute generale delle persone e della capacità dei sistemi sanitari se si vogliono combattere non solo le malattie neglette ma quelle infettive. Abbiano temuto l’arrivo di un nuovo invincibile patogeno quando dalla remota provincia di Panzi giungevano notizie sulle migliaia di casi, ad oggi 3.512, e degli 80 morti che sono stati in realtà provocati dalla malaria, che soprattutto nei bambini con meno di 5 anni è diventata letale a causa della malnutrizione e alla sovrapposizione di infezioni da virus delle vie respiratorie, come l’influenza, l’adenovirus o il virus del raffreddore. Infezioni gestibili ma non su corpi debilitati dalla fame e dalla malaria stessa. Non serve cercare la vittoria a tutti i costi contro tutti gli agenti patogeni che ci saranno sempre e continueranno a circolare” continua Palamara. 
“Dobbiamo sorvegliare la loro circolazione ed attivarci quando necessario, ma bisogna anche lavorare per rimuovere le cause che aumentano la diffusione dei patogeni e rendono gravi anche infezioni banali legate alla povertà, alla malnutrizione e all’impossibilità di fare diagnosi. Se non lo faremo – conclude la Direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss – non solo compiremo un atto disumano, ma finiremo per nuocere a noi stessi, perché virus e batteri circolando massicciamente, non solo arriveranno più facilmente anche nei nostri Paesi, ma mutazioni e ricombinazioni genetiche finiranno per far emerge infezioni sconosciute ai nostri sistemi immunitari e senza terapie adatte a contrastarle”.

“Le iniziative contro le Ntd – prosegue Nisticò – sono sostenute da uno dei più grandi programmi globali di donazione di medicinali: attualmente, 20 diversi tipi di farmaci sono donati da 12 produttori per supportare gli interventi contro le Ntd. Tra il 2011 e il 2024, sono stati distribuiti quasi 30 miliardi di compresse e fiale; 1,8 miliardi sono stati donati e consegnati per le cure effettuate nel solo 2024. Ma durante la pandemia in molti Paesi trattamenti e assistenza hanno subito gravi interruzioni. Ora è il momento di rilanciare i programmi su sicurezza dell’acqua, servizi igienico sanitari e accesso all’assistenza sanitaria. Prevedendo nel contempo – conclude il Presidente Aifa – forme di sostegno internazionale alla ricerca di nuove e più efficaci terapie”.

La road map della Who

Intanto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità prosegue la strada tracciata dalla road map per il periodo 2021-2030, che definisce un piano strategico completo per garantire che le Ntd siano controllate, eliminate o eradicare entro il 2030. Anche se, a causa della riduzione degli investimenti e altre sfide, tali obiettivi, che sono in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, rischiano di non essere raggiunti. I fattori, nuovi o preesistenti, che ostacolano i programmi globali includono: un cambiamento del panorama dei finanziamenti, un impegno irregolare da parte dei Paesi, capacità e competenze in diminuzione, progressi disomogenei tra Paesi endemici, difficoltà nella raccolta sistematica di dati, lacune in termini di conoscenze, farmaci, diagnostica, oltre alle migrazioni e ai conflitti. Anche il cambiamento climatico rappresenta una minaccia crescente, in particolare per le malattie trasmesse da vettori.
La Who sta affrontando queste sfide attraverso varie iniziative, tra cui la stima dei costi degli interventi necessari per raggiungere gli obiettivi del 2030, ai fini della pianificazione e mobilitazione delle risorse; l’espansione degli strumenti digitali per lo sviluppo delle capacità di contrasto; il rafforzamento del monitoraggio e della valutazione programmatica nonché dei sistemi di gestione dei dati; l’identificazione delle principali lacune attraverso un piano di ricerca e sviluppo e la promozione di azioni mirate per colmarle; l’analisi dell’impatto dei cambiamenti climatici e il conseguente adattamento degli interventi di controllo delle malattie. 

CITATI: ANNA TERESA PALAMARA, ROBERT NISTICò, ROCCO BELLANTONE
TAG: AIFA, CHIKUNGUNYA, DENGUE, ISS, MALATTIA DI CHAGAS, MALATTIE TROPICALI NEGLETTE

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