Professione
28 Gennaio 2025Il consigliere Priamo Bocchi (FdI) denuncia il collasso dei servizi veterinari regionali e propone il reclutamento di professionisti esteri con qualifiche idonee per far fronte all'emergenza
La carenza di medici veterinari in Emilia-Romagna ha raggiunto livelli critici tali da mettere a rischio salute pubblica, sicurezza alimentare e benessere animale. Per questo motivo Priamo Bocchi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha lanciato un appello alla Giunta regionale per sbloccare il reclutamento di professionisti stranieri, sfruttando la normativa nazionale che consente l’esercizio temporaneo della professione in deroga fino al 2027.
“La pesante carenza di medici veterinari in Emilia-Romagna è un problema che rischia di avere ripercussioni significative sulla salute pubblica, sulla sicurezza alimentare e sulla tutela del benessere animale”. A sollevare la questione è il consigliere regionale Priamo Bocchi che, in merito alla tema, annuncia di aver depositato un’interrogazione alla Giunta regionale per chieder conto della mancata attuazione delle misure previste dalla normativa nazionale per il reclutamento di professionisti con qualifiche conseguite all’estero.
Quella dei medici veterinari è “un’attività fondamentale per garantire il benessere animale nelle filiere zootecniche e nei macelli, combattere la resistenza agli antibiotici, contrastare il randagismo e monitorare i rischi ambientali legati alla zootecnia e all’acquacoltura. Inoltre, il loro contributo è essenziale per il controllo sanitario degli alimenti di origine animale e per certificare le credenziali sanitarie necessarie all’esportazione dei prodotti agroalimentari emiliano-romagnoli sui mercati internazionali” spiega Bocchi. “I servizi veterinari regionali sono al collasso, e senza azioni concrete non sarà possibile fronteggiare adeguatamente le emergenze sanitarie e garantire i controlli indispensabili per la sicurezza e la qualità delle nostre produzioni”.
Il tema era già emerso durante la cabina di regia nazionale sulla Peste suina africana, dove l’Emilia-Romagna aveva richiesto un rafforzamento del personale veterinario.
Secondo Bocchi, la Regione deve istituire un organo tecnico per valutare le istanze dei medici veterinari stranieri non iscritti all’Albo italiano ma con titoli idonei per esercitare temporaneamente la professione, una possibilità già adottata in altre regioni che rappresenta uno strumento fondamentale per affrontare l’emergenza.
“La normativa nazionale consente, fino al 2027, l’esercizio temporaneo della professione medica o sanitaria per sopperire alle carenze di personale, e la Regione Puglia ha sfruttato la possibilità autorizzando l’esercizio della professione in deroga anche per i veterinari, mentre in Emilia-Romagna manca ancora un’azione concreta” sottolinea il consigliere.
Senza azioni tempestive, il sistema veterinario regionale rischia il collasso, con ripercussioni dirette su salute pubblica e filiere produttive. La proposta di accogliere professionisti stranieri rappresenta una soluzione necessaria per affrontare l’emergenza e garantire il benessere degli animali e la sicurezza alimentare.
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