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07 Gennaio 2025

La lottizzazione dei cani. La replica di Enci al servizio di Report

Il Presidente dell’Enci Dino Muto risponde al servizio televisivo di Report, difendendo la cinofilia italiana e il lavoro dell’ente: “Attacco grossolano e fuorviante, ma non ci faremo intimorire”

di Redazione Vet33


La lottizzazione dei cani. La replica di Enci al servizio di Report

La cinofilia italiana finisce sotto i riflettori: il servizio televisivo di Giulia Innocenzi, La lottizzazione dei cani, trasmesso da Report, ha sollevato polemiche su presunti casi di  doping, falsi pedigree e ibridazioni di cani di razza. L’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (Enci), non ha tardato a rispondere. “Un attacco grossolano e fuorviante, ma continueremo a lavorare con trasparenza e passione per il benessere dei nostri cani” ha dichiarato il Presidente Dino Muto, ribadendo il rigoroso rispetto delle normative e l’impegno costante per la tutela della cultura cinotecnica.
 

Il servizio televisivo

“Ombre di doping, pedigree sospettati di essere falsi, cani ibridati potenzialmente pericolosi. È quello che sembra nascondersi dietro i cani di razza di Enci, l’ente nazionale della cinofilia italiana, unico ente che può rilasciare i pedigree in Italia. Sotto la lente di ingrandimento anche i rapporti con la politica”. Queste le parole con cui viene presentato il servizio di Giulia Innocenzi, intitolato La lottizzazione dei cani e andato in onda nel corso della puntata di domenica 05 gennaio del programma televisivo Report, trasmissione d’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci.
L’indagine di Innocenzi si è concentra sull’ente e sui suoi presunti legami con la politica, in particolare con l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, da sempre impegnata in difesa del benessere animale e al contempo conduttrice televisiva della trasmissione Mediaset Dalla parte degli animali, in cui “promuove i cani di razza”.

La replica dell’ente

Sul proprio sito, in una nota firmata dal Presidente Dino Muto, l’ente replica ai temi affrontati nell’inchiesta di Report. Muto parla di “un tentativo grossolano di attacco da parte di alcuni organi di informazione alla cinofilia e all’Enci”, senza citare esplicitamente il servizio di Innocenti, di un “maldestro tentativo rivolto contro l’encomiabile lavoro degli allevatori, le verifiche zootecniche dell’Enci, l’operato degli esperti giudici, la corretta tenuta del Libro genealogico, la cultura stessa delle razze canine”. E ancora, di un “un disegno fuorviante che mira alla criminalizzazione degli allevatori italiani del cane di razza, degli appassionati che portano i soggetti alle prove e alle esposizioni, con grandi sacrifici economici e infinito amore verso i propri cani. Che ha come obiettivo la disgregazione del Libro genealogico italiano e dei suoi registri, tenuti dall’Enci fin dal lontano 1882 e che, con buona pace dei nemici della cinofilia, l’ente continuerà a tenere per molti lustri ancora”. 
Il Presidente Enci ricorda che la selezione “viene svolta attraverso il corretto allevamento del cane di razza e per mezzo delle verifiche zootecniche” attraverso cui “emergono le attitudini straordinarie dei nostri cani, oggi operativi in contesti importanti quali il contrasto alla Xylella e alla Psa, in numerosi progetti per la salvaguardia della fauna selvatica e della biodiversità, in ambiti sociali di eccezionale importanza quali terapie assistite e sostegno alle disabilità”.

I punti affrontati

In merito alle attività dell’ente riferite ai controlli, il Presidente sostiene che “gli stessi sono stati più volte assoggettati al vaglio del Ministero vigilante, che ha sempre confermato il nostro corretto operato”.
Quanto alle verifiche antidoping, l’ente “segue con scrupolo da oltre dieci anni le norme contenute nel disciplinare di riferimento. Non si sono mai verificati – prosegue Muto – episodi riferiti per esempio ad anabolizzanti o ad EPO ma, negli ultimi tre anni, sono stati riscontrati solo quattro casi in cui i cani avevano assunto antinfiammatori. Anche i sopra citati casi sono stati considerati doping, pertanto le qualifiche ottenute dai cani sono state revocate e i responsabili deferiti alle Commissioni di Disciplina. Il monitoraggio, nell’annualità 2024 ha compreso verifiche in numerose manifestazioni che hanno riguardato i vari settori della cinofilia”.
Inoltre, “quanto al cane segnalato in trasmissione, l’Enci ha chiesto preliminarmente di avere indicazioni più dettagliate sulla sua identità e sulla manifestazione alla quale era stato condotto. Notizie base per ogni dovuta istruttoria”.
“Quanto alla struttura adibita al racing, disciplina FCI per le razze levriere realizzata a Maserada” Muto sostiene che “Enci Servizi ha vinto il ricorso al Tar promosso da alcune associazioni, che dunque hanno deciso di ricorrere al Consiglio di Stato. La pista è stata realizzata con materiali di alta qualità e alcun infortunio si è verificato sui cani nonostante i numerosissimi passaggi effettuati”. 
“Per quanto attiene alle ibridazioni di soggetti di razza Cane Lupo Cecoslovacco con lupi selvatici”, Muto sottolinea invece che l’ente “per due volte ha ricevuto, attraverso comunicati stampa ufficiali, i complimenti dei Carabinieri per la collaborazione tecnica fornita nel corso delle indagini, a testimonianza di una sinergia con gli organi inquirenti che ha portato a brillanti risultati. Ribadiamo che Enci ha finanziato interamente un progetto realizzato in collaborazione con Ispra – ricorda il Presidente – che consente di verificare eventuali ibridazioni attraverso l’analisi genomica. Unico Kennel Club al mondo ad aver realizzato una simile attività”.
“Sull’annosa vicenda di Nolo Del Zagnis gli organi di informazione, nonostante Enci l’abbia più volte ribadito, non hanno riportato la fondamentale informazione che sono state effettuate due diverse verifiche parentali sul soggetto in questione, presso due diversi laboratori accreditati, ed entrambe hanno confermato la paternità e la maternità dichiarate dall’allevatore” evidenzia Muto.
In conclusione, la nota rammenta il funzionamento del Libro genealogico dei cani di razza: “Enci applica con rigore le norme del Disciplinare del Libro (D.M. 21095 del 5.2.1996) e relative Norme Tecniche (D.M. 116130 del 22.2.2023). Queste ultime nel corso degli anni hanno subito modifiche e aggiornamenti nell’interesse prioritario della salute dei cani registrati al Libro. Gli organi dell’Enci funzionano infatti con efficienza e coerenza, portando avanti un lavoro meticoloso teso al continuo miglioramento del sistema. Il sistema informatico su cui l’Ente ha coerentemente investito, è garante dell’applicazione automatica delle norme per ogni pratica relativa al Libro”. Un sistema “certificato UNI EN ISO 9001:2015” che garantisce “trasparenza assoluta attraverso il Libro genealogico online, anche per favorire, se del caso, segnalazioni che, se poste nel dovuto modo, vengono sempre recepite e analizzate dagli uffici competenti”.

CITATI: DINO MUTO, GIULIA INNOCENZI, MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, SIGFRIDO RANUCCI
TAG: CANI, CANI DI RAZZA, ENCI, REPORT

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