Primati
03 Ottobre 2025La pioniera della primatologia si è spenta a 91 anni in California. Con le sue scoperte ha rivoluzionato lo studio del comportamento animale e fondato un movimento globale per la tutela dell’ambiente
Il 1° ottobre 2025 si è spenta Jane Goodall, la scienziata che più di ogni altra ha saputo raccontare la vita degli scimpanzé e il legame che li unisce all’uomo. L’etologa britannica è morta in California, all’età di 91 anni, mentre era impegnata in un ciclo di conferenze. Con oltre sessant’anni di studi, ha trasformato per sempre la primatologia, documentando comportamenti complessi negli scimpanzé e dimostrando che emozioni, relazioni e cultura non sono una esclusiva della nostra specie.
Nata a Hampstead, un quartiere di Londra, nel 1934, Jane Goodall mostrò fin da bambina una instancabile curiosità verso gli animali, osservando i cani di famiglia e intuendone la complessità emotiva. A 23 anni partì per l’Africa e iniziò a lavorare come segretaria in Kenya, ma l’incontro con il paleoantropologo Louis Leakey e la moglie Mary le cambiò la vita: furono i due cacciatori di fossili umani a incoraggiarla a spostarsi in Tanzania per intraprendere gli studi sugli scimpanzé.
Nel Parco nazionale del Gombe Stream, nei primi anni Sessanta una riserva, Goodall avviò le osservazioni che la resero celebre. Chiamava per nome gli scimpanzé, riconoscendone le personalità individuali, e documentò per la prima volta l’uso di strumenti, la caccia organizzata e le relazioni sociali complesse. Le sue scoperte incrinarono la barriera simbolica che separava l’uomo dagli altri animali.
Tra le più grandi scoperte che Jane Goodall compì attraverso le osservazioni degli scimpanzé figurano:
● Emozioni e personalità: ogni scimpanzé mostrava tratti caratteriali distinti, emozioni proprie e legami affettivi unici.
● Uso di utensili e strumenti: documentò scimpanzé intenti a modellare ramoscelli per estrarre termiti dal terreno, così da poterle mangiare, o raggiungere cose in punti impraticabili, dimostrando capacità culturali.
● Comportamento carnivoro: smentì l’immagine degli scimpanzé pacifici ed erbivori, descrivendone le battute di caccia e l’alimentazione carnivora.
● Conflitti e guerre: fu testimone della “guerra del Gombe”, scoprendo dinamiche di violenza organizzata tra gruppi rivali.
● Legami familiari e sociali complessi: rilevò l’importanza delle cure materne e delle relazioni durature tra fratelli e sorelle cresciuti insieme.
In un mondo di ricercatori dominato quasi esclusivamente da uomini, Goodall si impose con rigore e passione, pubblicando ricerche pionieristiche e collaborando con il National Geographic. Le critiche di antropomorfismo si spensero davanti all’evidenza dei suoi dati, che ridefinirono l’approccio etologico. Negli anni scrisse 32 libri, di cui 15 per bambini, e divenne l’icona del movimento ambientalista, senza fermarsi mai. Tra le altre cose, Goodall trasformò la sua fama in una piattaforma di impegno civile e ambientale fondando il Jane Goodall Institute, oggi attivo in 25 Paesi, e il programma educativo Roots and Shoots, che continua a coinvolgere giovani di tutto il mondo.
CITATI: JANE GOODALL, MARY LEAKYSe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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