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08 Ottobre 2024

Influenza aviaria, allerta Veneto: primo focolaio stagionale, abbattuti quasi 30.000 tacchini a Mira

Nei giorni scorsi è stato rilevato un focolaio di influenza aviaria a Mira, nel veneziano, cha ha portato all’abbattimento preventivo di migliaia di tacchini. Mentre l’Istituto Zooprofilattico monitora le aree più a rischio, Confagricoltura sollecita l’introduzione di vaccini per contenere la diffusione del virus

di Redazione Vet33


Influenza aviaria, allerta Veneto: primo focolaio stagionale, abbattuti quasi 30.000 tacchini a Mira

Con il mese di ottobre è tornato il problema dell’influenza aviaria in Italia. Il primo focolaio stagionale è stato rilevato in Veneto, in un allevamento a Mira, nella provincia veneziana, e ha portato all’abbattimento di 29.000 tacchini. Il caso, confermato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IzsVe), ha allertato gli allevatori, soprattutto nelle aree prossime alle zone umide, da sempre più vulnerabili alla trasmissione del virus dagli uccelli migratori. Nonostante l’abbattimento preventivo, i produttori sono preoccupati poiché il virus rappresenta una costante minaccia per il comparto avicolo regionale; tra le richieste, l’avvio di sperimentazioni sui vaccini.
 

Il monitoraggio

Secondo l’IzsVe, che ha condotto le indagini, il caso rilevato è isolato e non ci sarebbero altri allevamenti contaminati. 

“Sono settimane che monitoriamo la parte della regione più vicina alle zone umide, perché sappiamo che quell’area è più a rischio di altre – ha spiegato Antonia Ricci, Direttrice Generale dell’IzsVe di recente abbiamo rintracciato al presenza di virus H1N1 negli uccelli migratori quindi eravamo già in allarme, abbiamo verificato subito la presenza del virus nelle aree sottostanti al passaggio dei volatili e quando ci hanno informato di alcuni sintomi nei tacchini dell’allevamento di Mira non abbiamo avuto dubbi, la chiusura è stata immediata”
“Ci aspettiamo che questo virus colpisca gli allevamenti che sono più vicini alla laguna – ha aggiunto la Direttrice – il caso rintracciato ci preoccupa ma il livello di allarme non è ancora alto, saremmo molto più preoccupati se, per esempio, rintracciassimo segnali preoccupanti nella zona del Veronese, dove la concentrazione degli stabilimenti è molto più alta e dove una contaminazione si trasformerebbe in un vero e proprio disastro”.

L’allarme dei produttori

Tra gli allevatori veneti è il timore dopo la notizia del primo focolaio autunnale che il primo ottobre ha colpito l’allevamento di Mira. Anche se il caso per ora è isolato, per il settore si tratta di una spia da non sottovalutare.

“Pare che l’influenza aviaria sia ormai un appuntamento fisso dell’autunno – ha commentato Michele Barbetta, Presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto –. Quest’anno è arrivato in anticipo di un mese rispetto all’anno scorso, probabilmente perché il freddo è arrivato presto e di conseguenza gli uccelli migratori lo hanno portato prima. Di fatto constatiamo che con questo virus dobbiamo convivere e per noi allevatori è una spada di Damocle che pesa”.

Tra le nuove misure di prevenzione, attivate dai servizi veterinari della Regione lo scorso 20 settembre, ci sono la chiusura di tutto il pollame negli allevamenti all’aperto, il divieto di partecipazione a fiere e disposizioni specifiche per l’accasamento dei tacchini. Queste precauzioni servono per ridurre il rischio di contagi, ma non eliminano del tutto le incertezze che affliggono il settore.

Diego Zoccante, Presidente degli avicoltori di Confagricoltura Verona e dell’Associazione veneta allevatori (Ava), spiega che risulta difficile fare programmazione per un settore che vive nell’incubo aviaria, costringendo molti allevatori a blocchi produttivi che gravano pesantemente sulle attività, senza contare il ritardo nei ristori economici: “I nuovi decreti impongono accasamenti raggruppati, che creano sfasamenti nella produzione. Ricordo che ci sono produttori in stand by da mesi e che i fermi programmati pesano sulle spalle degli allevatori, senza contare che veniamo da anni in cui si è lavorato al 50%. Per noi non è più possibile pensare a stop non indennizzati, tanto più che solo in questi giorni stiamo ricevendo i ristori relativi all’aviaria del 2022. Riuscire a tirare avanti è sempre più difficile. Da tempo si parla di una sperimentazione riguardante i tacchini, così come la Francia sta sperimentando un vaccino sulle anatre. Ora bisogna passare ai fatti, perché abbiamo bisogno di ritornare a lavorare con serenità”.

Il settore avicolo veneto

Secondo i dati di Veneto Agricoltura, nella Regione ci sono 788 allevamenti di pollo da carne, di cui 434 nella provincia di Verona. Aumentano gli allevamenti di tacchini, che risultano 432 (+8%), con una capacità di accasamento maggiore di 500 capi. Di questi, ben 300 si trovano nel Veronese. Il valore regionale della produzione calcolato dall’Istat ammonta a 976 milioni, anche se ha subito una flessione (-8%), principalmente per il calo delle quotazioni. Nonostante le difficoltà, il Veneto rimane leader nazionale del comparto. A livello provinciale, Verona continua a primeggiare saldamente col 50% della produzione regionale; a seguire Padova, Venezia, Treviso e Vicenza.

CITATI: ANTONIA RICCI, DIEGO ZOCCANTE, MICHELE BARBETTA
TAG: ABBATTIMENTO PREVENTIVO, BIOSICUREZZA, CONFAGRICOLTURA, INFLUENZA AVIARIA, IZS DELLE VENEZIE, POLLI DA CARNE, TACCHINI

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