Alert sanitari
29 Luglio 2024La febbre Oropouche, infezione virale tropicale trasmessa da moscerini e zanzare, ha causato i primi due decessi al mondo in Brasile e ha visto un incremento del 770% di casi nel 2024. Il virus preoccupa anche in Italia
Il Ministero della Salute brasiliano ha confermato i primi due decessi al mondo causati dalla febbre Oropouche, un’infezione virale tropicale trasmessa da moscerini e zanzare. Le vittime, una giovane donna e un uomo di 24 anni, sono state registrate nello Stato di Bahia. Con oltre 7.700 casi segnalati nel 2024, la malattia ha visto un aumento del 770% rispetto all’anno precedente. L’Organizzazione Panamericana della Sanità ha emesso un allarme epidemiologico, raccomandando una maggiore vigilanza in tutto il continente, mentre anche in Italia sale la preoccupazione per il virus.
Il Ministero della Salute brasiliano ha confermato due decessi nello Stato di Bahia causati dal virus. Inoltre, sono attualmente in corso di indagine altri possibili casi di trasmissione verticale del virus Orov, associati ad aborto spontaneo, morte fetale e/o microcefalia, comunicati dall’Organizzazione panamericana della sanità (Paho).
Secondo il Dipartimento della Salute dello Stato di Bahia, il primo decesso (registrato il 17 giugno) è di un paziente di 24 anni, residente a Valença e risalente a marzo. L’Agenzia Brasil, invece, riporta che lunedì scorso è stato registrato un secondo decesso, una donna di età inferiore ai 30 anni.
Il Dipartimento riferisce anche che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale, mialgia, nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. Entrambi i casi si sono evoluti con sintomi più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell'emoglobina e delle piastrine nel sangue.
Finora non esisteva nella letteratura scientifica mondiale alcuna segnalazione relativa al verificarsi di decessi dovuti alla malattia.
Il Ministero della Salute brasiliano sta ancora indagando su un’altra morte sospetta, verificatasi nello Stato di Santa Catarina, mentre è stata esclusa la relazione causale dovuta alla febbre in un decesso avvenuto nel Maranhão.
Se nel 2023 sono stati confermati 832 casi della malattia, nel 2024 sono stati registrati 7.236 casi di febbre Oropouche in 16 Stati, il che rappresenta un aumento del 770,19% nel numero di casi segnalati. I contagi si sono concentrati inizialmente nel Nord, ma successivamente sono stati identificati anche in altre regioni del Paese; la maggior parte dei casi è stata registrata in Amazonas e Rondônia.
Il Ministero della Salute monitora i casi e i possibili decessi per Oropouche attraverso la Sala Nazionale Arbovirus, in costante dialogo con le aziende sanitarie statali e comunali. Il monitoraggio è effettuato anche attraverso visite tecniche, indagini in loco, ricerca attiva e ricerca vettoriale a sostegno della risposta locale di Stati e comuni. L’individuazione dei casi della malattia è stata estesa all’intero Paese nel 2023, dopo che il Ministero della Salute ha reso disponibili test diagnostici per l’intera rete nazionale dei Laboratori Centrali di Sanità Pubblica (Lacen), con un conseguente aumento di casi in diverse regioni del Paese.
La Paho ha evidenziato l’aumento di casi soprattutto negli Stati di Amazonas, Acre e Roraima, i quali confinano con altri Paesi del bacino amazzonico (Bolivia, Colombia, Perù, Venezuela). Venerdì scorso, ha anche emesso un allarme epidemiologico per informare i Paesi membri sull’identificazione di possibili casi, attualmente in fase di indagine in Brasile, di trasmissione verticale del virus Orov – dalla madre al bambino – durante la gravidanza. L’allerta raccomanda di rafforzare la vigilanza di fronte al possibile verificarsi di altri casi simili. Nella dichiarazione di allerta, l’organizzazione ha affermato che una donna incinta residente in Pernambuco ha manifestato i sintomi alla trentesima settimana di gravidanza e che, dopo la conferma di laboratorio dell’infezione, il feto è morto.
In questo momento, sono sotto indagine sei casi di trasmissione verticale, 3 a Pernambuco, 1 a Bahia e 2 ad Acre. Due casi hanno provocato la morte del feto, si è verificato un aborto spontaneo e gli altri tre hanno presentato anomalie congenite, come la microcefalia. Sono in corso analisi da parte dei dipartimenti sanitari statali e di specialisti, con il monitoraggio del Ministero della Salute, per stabilire se esiste una relazione tra la febbre e casi di malformazione o aborto spontaneo.
Il virus preoccupa anche in Italia, dopo che ha fatto registrare già 4 casi nel nostro Paese, tutti di importazione da Paesi del Sud-America. Si tratta di una malattia trasmessa da vettori, principalmente attraverso la puntura di un insetto comunemente noto come moscerino (Culicoides paraensis), che nelle aree endemiche si trova in zone boschive nei pressi di ruscelli, stagni e paludi, o di alcune zanzare come Culex quinquefasciatus.
“Nessuno di questi vettori al momento è presente in Italia o in Europa. Non è stata al momento confermata la possibilità di una trasmissione da uomo a uomo del virus” fa il punto sullo stato attuale l’Istituto superiore di sanità, che ha aggiornato il proprio sito web con una Faq sull’infezione.
“Il rischio di infezione – prosegue l’Iss – è presente se si viaggia nei Paesi in cui è presente il virus. Per chi si trova in queste zone, si raccomanda di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie a evitare il contatto con gli insetti vettori: usare repellenti chimici, indossare vestiti che coprano braccia e gambe, soggiornare in case dotate di zanzariere e cercare di ridurre le attività all’aperto nei periodi di maggiore attività vettoriale (all’alba e al crepuscolo).
I sintomi principali dell’infezione – elenca l’Istituto – sono febbre, mal di testa, dolore articolare e, in qualche caso, fotofobia, diplopia, nausea e vomito. Se si è di ritorno da un viaggio nei Paesi in cui è presente il virus e si hanno questi sintomi, il consiglio è di rivolgersi al proprio medico, specificando le zone in cui si è soggiornato. L’Iss – si legge sul sito – offre supporto tecnico scientifico al sistema sanitario nazionale e al Ministero della Salute in qualità di laboratorio nazionale di riferimento per attività di conferma diagnostica e caratterizzazione microbiologica e, grazie ad un team multi-disciplinare di esperti, monitora il rischio per la sanità pubblica di questo evento in Italia per gli aspetti virologici, entomologici ed epidemiologici”.
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