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30 Maggio 2024

Influenza aviaria, Usa: virus rilevato negli alpaca, crescono i rischi

Negli Stati Uniti, dall’Animal & Plant Health Inspection Service del Dipartimento dell’Agricoltura è arrivata la conferma del primo rilevamento del virus H5N1 ad alta patogenicità negli alpaca

di Redazione Vet33


Influenza aviaria, Usa: virus rilevato negli alpaca, crescono i rischi

Negli Stati Uniti i Laboratori dei Servizi veterinari nazionali (Nvsl) hanno confermato il rilevamento dell’influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 in alpaca che si trovavano “in locali dove del pollame infettato era stato eliminato”. Così si legge in un comunicato dell’Animal & Plant Health Inspection Service (Aphis) del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (Usda). 


Il rilevamento
“Sebbene questa conferma non sia inaspettata a causa del precedente rilevamento di Hpai H5N1 nei locali, dell’elevata quantità di virus nell’ambiente e della mescolanza di più specie di bestiame nell’azienda agricola – ha precisato l’Aphis in una nota – questo è il primo rilevamento di Hpai negli alpaca”.
Analizzando la sequenza genetica del virus trovato negli alpaca, i Nvsl hanno confermato che è la stessa del virus attualmente circolante nei bovini da latte di diversi stati Usa (genotipo B3.13), coerente con quella del patogeno che aveva colpito il pollame allevato nei locali poi abitati anche dagli alpaca.

“Non è una buona notizia” ha commentato su X lo scienziato americano Eric Topol, Vicepresidente esecutivo di Scripps Research, fondatore e direttore dello Scripps Research Translational Institute. “A ciò si aggiunge il ritardo dell’Usda nel non segnalarlo fino ad oggi”.

La nota dell’Aphis, datata 28 maggio, indica, infatti, che i test di conferma della presenza nel patogeno negli alpaca sono stati completati dai Laboratori degli Nvsl il 16 maggio. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno annunciato, inoltre, di aver iniziato i preparativi in vista della possibilità che il virus diventi più rischioso per la salute umana. 

Pur ribadendo che il pericolo al momento resta basso, in una nota ai media i Cdc hanno osservato: “È possibile che i virus dell’influenza A/H5N1 cambino in maniera tale da contagiare più facilmente le persone, facendo scattare un’efficace trasmissione tra le persone e potenzialmente causando una pandemia”.

Circa 350 lavoratori in fattorie o allevamenti di mucche sono al momento monitorati dopo essere stati esposti ad animali contagiati. 

Il commento
Secondo Shikha Garg, ricercatrice del centro per le immunizzazioni dei Cdc, “Il numero delle persone sotto controllo continua ad aumentare”.
Una nota al riguardo, pubblicata dai ricercatori dei Cdc sul rapporto settimanale, precisa: “Una sorveglianza a livello mondiale e l’investigazione di ogni caso di nuova influenza del tipo A sono essenziali per prepararsi all’eventualità che i rischi per la salute umana aumentino”.
I Cdc hanno anche avviato collaborazioni con aziende perché mettano a punto test commerciali per la diagnosi del virus H5N1, da mettere a disposizione del pubblico se necessario.

CITATI: ERIC TOPOL, SHIKHA GARG
TAG: ALPACA, APHIS, CDC, H5N1, INFLUENZA AVIARIA, INFLUENZA AVIARIA HPAI, NVSL, STATI UNITI, USDA

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