Cambiamento climatico
12 Febbraio 2024 A causa della rarità di piogge cadute in questi mesi, il governo regionale siciliano ha dichiarato lo stato di calamità naturale da siccità. Nel frattempo, gli agricoltori isolani sono scesi in piazza, da Siracusa a Santa Margherita di Belice
Nel corso mattina di venerdì 09 febbraio, durante la seduta di giunta, il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani ha dichiarato lo stato di calamità naturale da siccità severa su tutto il territorio regionale, accogliendo la proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino. La Sicilia ora è l’unica regione italiana, tra le poche zone d’Europa, che si trova in una situazione di emergenza per la mancanza di risorse idriche, al pari di Paesi come Marocco e Algeria.
La situazione
La siccità sta avendo durissime conseguenze sull’agricoltura, sul settore vitivinicolo e sul lavoro degli allevatori. La prolungata mancanza di piogge sta impedendo di raccogliere acqua per irrigare i terreni. Nei giorni scorsi in alcuni comuni è stato previsto un razionamento delle risorse idriche. L’allevamento degli animali è il settore più colpito a causa dell’assenza di foraggio verde per nutrire gli animali e della mancanza di scorte di fieno, danneggiata dalle anomale precipitazioni dello scorso anno.
I provvedimenti
Il governo regionale ha incaricato la neoformata Unità di crisi – ora integrata dai dirigenti dei dipartimenti Bilancio e Programmazione – di individuare possibili interventi strutturali da eseguire con urgenza per fronteggiare la carenza idrica, salvaguardare gli allevamenti zootecnici e le produzioni delle aziende agricole garantendo sufficienti volumi d’acqua.
“Ringrazio il Presidente Schifani per l’intervento tempestivo” ha dichiarato l’assessore Sammartino. “La Sicilia è l’unica regione d’Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche. La situazione meteorologica degli ultimi mesi ha comportato una notevole diminuzione dei volumi d’acqua negli invasi impedendo una regolare irrigazione dei terreni per sostituire la mancanza delle piogge. Siamo consapevoli delle criticità e stiamo mettendo a punto tutti gli interventi necessari per sostenere e salvaguardare il comparto agricolo e zootecnico e i prodotti della nostra terra”.
I dati
Un quadro più completo della situazione può essere ricavato analizzando i dati dell’Osservatorio europeo sulla siccità. Le poche piogge del nuovo anno sono state insufficienti per colmare il deficit pluviometrico provocato da lunghi mesi di assenza di precipitazioni.
Inoltre, le temperature autunnali e invernali ben al di sopra della media causano danni a tutto il settore agricolo. Per esempio, per quanto riguarda le arance rosse, dopo aver ritardato la maturazione, la pigmentazione dei frutti, e ridotto il loro calibro, le temperature anomale ora stanno provocando la cascola anticipata (la caduta a terra dei frutti immaturi). Le piante soffrono per la mancanza d’acqua e si difendono liberandosi dei frutti.
Gli allevamenti si trovano privi di foraggio. Se in genere in questo periodo dell’anno gli animali hanno sempre trovato da mangiare in abbondanza nei pascoli, senza pioggia è cresciuta pochissima erba. Le alternative per gli allevatori sono due: comprare il fieno fuori dalla Sicilia a costi molto più alti oppure ridurre greggi e mandrie.
Infine, un altro timore riguarda il grano duro. Le piantine germinate dopo le piogge della prima decade di gennaio, mostrano ora segni di sofferenza per la siccità.
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