Professione
02 Febbraio 2024 In Italia, le manifestazioni degli agricoltori sono accompagnate da molte richieste, tra cui una revisione completa delle politiche europee e limitazioni per i cibi che non fanno parte della tradizione
In Italia, come da alcune settimane sta accadendo in molti Paesi europei, da qualche giorno è in corso una protesta di agricoltori. Dall’inizio della settimana, gruppi di agricoltori sparsi per l’intera Penisola hanno bloccato con i propri trattori diversi tratti stradali, in protesta con le politiche agricole europee.
La protesta
Come in altre parti d’Europa, la principale forma di protesta adottata dai manifestanti è stato il blocco di strade e caselli autostradali. A sud di Milano, nei pressi di Melegnano, a partire da martedì 30 gennaio oltre 200 agricoltori si sono ritrovati per protestare contro le misure contenute nella politica agricola comune europea. Circa 400 trattori hanno invece occupato l’Autostrada del Sole in Toscana, al casello di Valdichiana, mentre gruppi meno numerosi si sono diretti verso Grosseto e Pisa. In Liguria, Piemonte, Sardegna, Campania e Calabria altre decine di mezzi hanno bloccato il traffico, così come episodi simili si sono verificati in Abruzzo, Puglia e Lazio.
I motivi
Le proteste nascono in opposizione alla Politica agricola comune (Pac), l’insieme di norme che garantisce l’erogazione dei sussidi europei per l’agricoltura. In particolare, tra le norme più contestate vi sono quelle relative alla salvaguardia ambientale.
Uno dei punti più criticati è l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni agricoli, così da stimolare la biodiversità. Mercoledì 31 gennaio la Commissione Europea ha proposto una deroga al vincolo, in risposta alle proteste. Per tutta la durata del 2024, sulla porzione di terreni che dovrebbe rimanere libera si potranno coltivare piante benefiche per la terra oppure colture a crescita rapida.
Gli agricoltori italiani hanno fatto proprie alcune richieste dei colleghi europei anche se queste non hanno conseguenze dirette. Un esempio è il taglio delle agevolazioni fiscali per l’acquisto del gasolio agricolo: a differenza della Francia, nel nostro Paese il gasolio è tassato con un’accisa molto più favorevole rispetto alla benzina.
Tra le altre richieste avanzate, gli agricoltori chiedono che il Governo confermi l’esenzione per i redditi agricoli dall’IRPEF, riduca o addirittura tolga l’IVA sui prodotti alimentari primari (che già ora sono tassati al 4/5%) e che limiti produzione e commercio dei cibi che non fanno parte della tradizione alimentare italiana, come la carne coltivata e i novel food.
Così come nel resto d’Europa, gli agricoltori italiani chiedono di vietare l’importazione da Paesi che non rispettano gli standard qualitativi e di sicurezza richiesti dall’Unione europea nei loro confronti.
La posizione di Coldiretti
Le proteste in Italia sono organizzate da varie associazioni e gruppi spontanei e si muovono perlopiù in autonomia. Coldiretti, la principale associazione di categoria del settore, non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito, ma giovedì 1° febbraio ha partecipato alla manifestazione di Bruxelles, indetta in occasione della seduta straordinaria del Consiglio europeo, dove si trovavano i principali leader nazionali.
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