Professione
02 Febbraio 2024 Dalla Francia al Belgio, le proteste si sono diffuse anche in Italia e Germania, con i trattori che hanno invaso le strade europee. Gli agricoltori si scagliano contro le politiche comunitarie sull’agricoltura, giudicate troppo penalizzanti per il settore
Dopo settimane di manifestazioni, lunedì 29 gennaio gli agricoltori francesi, che rappresentano il più grande produttore agricolo dell’Unione europea, hanno bloccato le principali autostrade per Parigi in segno di protesta verso il Governo. Tra le motivazioni avanzate, c’è quella di ripensare le misure sulla sostenibilità del settore agroalimentare all’interno della Politica agricola comune europea (Pac). Gli agricoltori hanno affermato di non riuscire a contrastare la concorrenza delle multinazionali, di non essere pagati abbastanza e di soffrire l’eccessiva regolamentazione sulla protezione ambientale. Dalla Francia, la protesta si è allargata ad altri Paesi.
La situazione in Francia
Lunedì 29 gennaio lunghe file di trattori hanno bloccato le autostrade vicino a Parigi e in tutta la Francia. In questo modo gli agricoltori hanno cercato di fare pressione sul Governo per ottenere maggiori aiuti. Tra i motivi di protesta, gli agricoltori francesi hanno dichiarato:
Gli agricoltori contestano, inoltre, le norme europee sui sussidi, come l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni agricoli.
Il Governo francese, timoroso di assistere a un’escalation delle proteste in vista delle prossime elezioni europee e dell’annuale fiera agricola di Parigi di fine febbraio, ha deciso di abbandonare i piani per ridurre gradualmente i sussidi sul diesel agricolo e ha promesso di allentare le normative ambientali. La Francia ha anche affermato che spingerà i suoi omologhi dell’Unione ad accettare un allentamento delle normative sui terreni agricoli incolti.
Nel vertice europeo di giovedì 1° febbraio, il Presidente Emmanuel Macron ha insistito con la Commissione europea auspicando politiche più favorevoli all’agricoltura. Sul fronte del commercio, il Ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau ha chiesto misure per evitare che le importazioni dall’Ucraina destabilizzino i mercati europei.
Dopo l’intervento di Macron, i principali leader sindacali degli agricoltori francesi hanno invitato i loro colleghi a rimuovere i blocchi stradali che hanno interrotto il traffico in tutto il Paese, affermando che il Governo ha ascoltato le proteste. Il loro appello a porre fine ai blocchi è arrivato a condizione che le promesse saranno seguite da progressi concreti.
La situazione in Belgio
Lunedì 29 gennaio anche gli agricoltori belgi hanno bloccato le autostrade nella parte meridionale del Paese, parcheggiando i trattori vicino al Parlamento europeo di Bruxelles. Nella giornata di giovedì 1° febbraio, la situazione si è scaldata quando, durante il vertice dei leader europei, gruppi di manifestanti hanno lanciato uova e pietre contro il Parlamento europeo, appiccato il fuoco ai rifiuti e fatto esplodere fuochi d’artificio; alcuni hanno anche cercato di abbattere le barriere erette davanti al Parlamento. Una statua sulla piazza è stata addirittura danneggiata. Nel pomeriggio, dopo le dichiarazioni dei sindacati francesi, la situazione è rientrata e i trattori hanno cominciato a ripartire.
Negli altri Paesi
Altri disordini sono stati osservati in Portogallo, Grecia e Germania. Queste proteste hanno messo in luce le forti tensioni generate dall’impatto che le decisioni dell’Unione europea per affrontare il cambiamento climatico hanno causato di riflesso nel settore dell’agricoltura, oltre alle conseguenze delle aperture fatte a Kiev per le importazioni ucraine a basso costo.
Le proteste degli agricoltori hanno già portato all’approvazione di diverse misure, tra cui le proposte della Commissione europea di limitare le importazioni agricole dall’Ucraina per i prodotti più sensibili (pollame, uova, zucchero) e di allentare alcune norme ambientali sui terreni incolti.
Il primo ministro irlandese Leo Varadkar ha fatto eco all’opposizione del presidente francese Emmanuel Macron alla firma di un accordo commerciale con il gruppo di paesi sudamericani del Mercosur nella sua forma attuale, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito il suo sostegno all’accordo.
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