Cani
19 Aprile 2023 Un nuovo strumento utile a monitorare la risposta al trattamento antibiotico in esemplari con diagnosi di Brucella canis.
I ricercatori del Cornell University College of Veterinary Medicine hanno sviluppato un nuovo test per diagnosticare la Brucella canis, malattia dal potenziale zoonotico, misurando il numero di anticorpi nei cani infetti.
La brucella, che mostra una varietà di sintomi, dall'aborto spontaneo al dolore spinale, è insidiosa per un duplice motivo. In primis perché ha tempi diagnostici molto dilatati (fino a sei mesi) e in questo lasso di tempo il contagio rischia di diffondersi agli esseri umani, causando sintomi simil-influenzali, complicazioni che coinvolgono il sistema scheletrico e possibili problemi con la gravidanza. In secondo luogo, perché - anche in seguito a terapia antibiotica - non è detto che il patogeno venga debellato radicalmente. Ciò fa spesso propendere i veterinari per la soppressione dell’animale infetto. Il nuovo test CBM va proprio a sanare questa sorta di bug terapeutico in quanto i veterinari possono ora monitorare in che misura i cani rispondono al trattamento. A differenza dei test precedenti, infatti, il nuovo test è quantitativo e può rilevare il livello di anticorpi nel siero di un cane infetto, e non solo se gli anticorpi sono presenti o meno.
I ricercatori della Cornell hanno scoperto che una diminuzione dei valori anticorpali diretti contro uno dei due antigeni nel test CBM era associata a una risoluzione dei segni clinici dell'animale. Tuttavia, è doveroso tener presente che una riduzione del numero di anticorpi non significa necessariamente che l'infezione non sia più presente, in quanto può essere passata nei tessuti.
In altri termini, può capitare che i batteri entrino in uno stato dormiente all'interno dell'ospite canino, per poi possibilmente riemergere in seguito ad un evento di stress o da un'altra compromissione immunitaria. Alla luce di questa eventualità, il team di ricerca sta cercando finanziamenti per condurre uno studio al fine di verificare se dopo un calo prolungato dei livelli di anticorpi i cani possono considerarsi guariti dalla malattia, avendo debellato con successo l’infezione. Fino a quando l’ipotesi non sarà confermata, i ricercatori consigliano di limitarsi ad utilizzare il nuovo test come un mezzo per monitorare la risposta al trattamento antibiotico nei cani con diagnosi di Brucella canis.
Fonte: College of Veterinary Medicine
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