Gatti
13 Maggio 2022 E’ plausibile che i gatti randagi delle colone feline abbiano un ruolo nella diffusione del Sars-CoV-2, e che possano essere considerate sentinella per la circolazione del virus? Lo studio ‘Molecular and serological survey for Sars-CoV-2 in stray cats in northern Italy’ lo escluderebbe.
In considerazione del fatto che in contesti sperimentali, la trasmissione di SARS-CoV-2 da gatto a gatto è stata dimostrata. E visto che la presenza di gatti di proprietà positivi al SARS-CoV-2 o sieropositivi è stata variamente segnalata come pure la presenza di gatti randagi sieropositivi in prossimità di allevamenti di visoni infetti, è stato semplice formulare la duplice domanda.
I gatti randagi possono avere un ruolo epidemiologico nella pandemia di COVID-19?
Ed è inoltre possibile che possano svolgere il ruolo di sentinella per la circolazione del SARS-CoV-2?
Per approfondire il tema si è proceduto allo studio di gatti liberi, appartenenti a colonie feline dislocate in zone con un alto tasso di COVID-19 nella popolazione umana. L’obiettivo?
Verificare se il materiale genetico (RNA) del SARS-CoV-2 e gli anticorpi fossero presenti in questa popolazione felina. Il secondo step è stato quello di correlare i risultati ottenuti nei gatti con il tasso di positività riscontrato nelle persone. Sono quindi stati prelevati tamponi interdigitali, cutanei, orofaringei, nasali, rettali e campioni di sangue da 99 gatti residenti in colonie feline inserite in un piano pubblico di controllo demografico degli animali randagi e ricoverate all'Ospedale Didattico Veterinario dell'Università degli Studi di Milano per la castrazione.
La maggior parte delle colonie si trovava in aree urbane e i gatti residenti avevano frequenti contatti con gatti o persone esterne. Nelle persone della stessa area, la positività all'RNA SARS-CoV-2 variava dal 3,0% al 5,1% e il tasso di sieropositività dal 12,1% al 16,3%. Un solo caso di positività tra le persone che si prendevano cura dei gatti. Tutti gli animali arruolati sono risultati negativi al rilevamento dell'RNA SARS-CoV-2 e pure sieronegativi, (sebbene, naturalmente, i risultati negativi non possano escludere infezioni precedenti seguite da negativizzazione sierologica). Premesso che ulteriori studi su un più ampio numero di casi sono giustificati, anche alla luce delle nuove varianti virali, allo stato attuale lo studio suggerisce che i gatti di colonia non hanno un ruolo epidemiologico importante nella trasmissione del SARS-CoV-2.
Metodologia dello studio
Lo studio è stato approvato dal Comitato istituzionale per la cura e l'uso degli animali e dal Comitato etico istituzionale (rispettivamente numeri di approvazione_31/20 e 43/20). I gatti arruolati corrispondono al 24,2% della popolazione felina che vive nelle 25 colonie campionate e al 5,6% di tutti i gatti free-roaming registrati. La presenza dell'RNA SARS-CoV-2 nei tamponi è stata valutata mediante RT-PCR in tempo reale, mentre gli anticorpi anti-SARS-CoV-2 sono stati valutati mediante kit ELISA disponibili in commercio, essendo 90 casi confermati dalla neutralizzazione del virus del siero (SVN). I dati ottenuti sono stati confrontati per quanto riguarda le dimensioni e l'ubicazione (urbana vs rurale) delle colonie, i contatti tra gatti randagi della colonia e altri gatti randagi o persone diverse dai custodi, nonché la positività COVID-19 dei custodi.
Molecular and serological survey for SARS-CoV-2 in stray cats in northern Italy- Angelica Stranieri, Stefania Lauzi, Alessia Giordano, Luigi Galimberti, Gabriele Ratti, Nicola Decaro, Federica Brioschi, Davide Lelli, Silvia Gabba, Ndiana Linda Amarachi, Eleonora Lorusso, Ana Moreno Martin, Tiziana Trogu, Saverio Paltrinieri. In: Atti del 74° Convegno SISVet 2021 - ISBN 9788890909290
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