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11 Settembre 2025Uno studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie individua ardeidi, gallinelle d’acqua e fagiani come possibili anelli di trasmissione del virus dagli uccelli selvatici agli allevamenti avicoli

Aironi, garzette, gallinelle d’acqua e fagiani comuni potrebbero essere un anello mancante nella catena di trasmissione dell’influenza aviaria tra la fauna selvatica e il pollame allevato nel Nord Italia. È quanto emerge da una ricerca condotta dal Laboratorio di epidemiologia e analisi del rischio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), pubblicata sulla rivista Transboundary and Emerging Disease. Lo studio ha analizzato la distribuzione geografica dei focolai registrati durante l’epidemia 2017/2018, confrontandola con quella di 40 specie di uccelli selvatici: un cluster dominato dagli ardeidi, insieme a gallinelle e fagiani, risulta strettamente associato ai casi domestici, suggerendo il loro ruolo di “ospiti ponte”.
Uno studio dell’IzsVe ha confrontato la distribuzione geografica dei focolai in allevamenti avicoli registrati nel Nord Italia durante l’epidemia di influenza aviaria del 2017/2018, con quella di 40 specie di uccelli selvatici presenti sullo stesso territorio, identificate da una ricerca svolta nel 2019 tramite fototrappole installate nei pressi di 10 allevamenti.
Basandosi su dati disponibili nella libreria online eBird e su ulteriori variabili ambientali e bioclimatiche, sono stati sviluppati dei modelli di distribuzione spaziale per ciascuna specie. Queste sono quindi state raggruppate in 7 cluster diversi in base alla somiglianza della loro distribuzione, che si allineava anche con la loro affinità ecologica e tassonomica. L’associazione tra la distribuzione dei focolai e quella delle specie selvatiche è stata analizzata combinando diverse metodiche, sia tecniche statistiche classiche che approcci di machine learning.
In base alle analisi svolte, il cluster comprendente la maggior parte delle specie osservate – aironi e garzette (famiglia degli ardeidi), gallinella d’acqua e fagiano comune – mostra una maggiore associazione con la distribuzione dei focolai domestici. Queste specie potrebbero quindi rappresentare un “ponte” tra le aree umide frequentate dalle specie in cui il virus si mantiene (come germani reali e gabbiani) e gli allevamenti avicoli.
Il cluster a cui appartenevano specie tipicamente considerate ospiti di mantenimento del virus, invece, come il germano reale (anseriformi) e i gabbiani reali e comuni (laridi), pur mostrando una associazione positiva con i focolai, risulta meno importante rispetto al gruppo degli ardeidi.
I risultati sottolineano la complessità dell’interfaccia selvatico/domestico nell’epidemiologia dell’influenza aviaria e suggeriscono che una gamma di specie più ampia di quella tipicamente considerata potrebbe essere coinvolta nell’ecologia del virus. Includere le specie “ponte” nei programmi di sorveglianza epidemiologica potrebbe rendere più efficaci gli sforzi di campionamento e permettere di identificare precocemente segnali di una possibile trasmissione del virus al pollame.
TAG: AIRONI, FAGIANI, INFLUENZA AVIARIA, IZSVE, POLLAME, UCCELLI SELVATICISe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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