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20 Aprile 2022

Cani e lupi: evoluzione ed espressività facciale

Un nuovo studio indaga sulle caratteristiche anatomiche chiave che rendono l’espressione del cane mobile ed empatica. I risultati suggeriscono anche che l’allevamento selettivo, negli anni, ha contribuito ad aumentare l’espressività facciale canina rispetto a quella di altri mammiferi.


Cani e lupi: evoluzione ed espressività facciale

Partendo dall’assunto che nello sguardo e nell’espressione dei cani sia individuabile una peculiarità assente negli altri mammiferi domestici come gatti o cavalli, lo studio – presentato nel corso dell’incontro annuale dell’America Association for Anatomy durante il meeting Experimental Biology 2022 - si propone di fornire una comprensione più profonda del ruolo svolto dalle espressioni facciali nell’interazione cane-uomo. Il lavoro – condotto da Anne Burrows, PhD, professoressa del dipartimento di terapia fisica presso la Rangos School of Health Sciences della Duquesne University di Pittsburgh - si concentra sull'anatomia dei muscoli utilizzati per formare le espressioni facciali, chiamati muscoli mimetici. Nell'uomo, questi muscoli sono dominati da fibre di miosina "a contrazione rapida", ciò significa che si contraggono rapidamente ma altrettanto rapidamente si affaticano, con l’ovvia conseguenza che l’uomo può formare espressioni facciali rapidamente ma non trattenerle a lungo. Al contrario, le cellule muscolari con più fibre "a contrazione lenta" sono più efficienti per movimenti lunghi e controllati e non si stancano così rapidamente. Nei cani i muscoli a contrazione rapida sono abbondantemente presenti e un confronto con i lupi, evidenzia come questa caratterizzazione possa essere il frutto di un lungo processo evolutivo. Cani e lupi, infatti, sono strettamente imparentati, ma gli scienziati stimano che circa 33.000 anni fa le due specie divergessero geneticamente, quando gli esseri umani iniziarono ad allevare selettivamente i lupi. Per questo, ai fini di questo studio, i ricercatori hanno confrontato le fibre di miosina nei campioni di muscoli facciali di lupi e cani domestici. I risultati hanno rivelato che, come gli esseri umani, sia i cani che i lupi hanno muscoli facciali dominati da fibre a contrazione rapida, ma nei lupi permane però una percentuale più alta di fibre a contrazione lenta rispetto ai cani. Non dimentichiamo infatti che le fibre a contrazione lenta sono importanti per i movimenti muscolari estesi come quelli che usano i lupi quando ululano. Mentre nel cane sono stati individuati muscoli assenti nel lupo, come per esempio i muscoli facciali del gruppo orbitale.  "Queste differenze suggeriscono che avere fibre muscolari più veloci contribuisce alla capacità di un cane di comunicare efficacemente con le persone", ha spiegato Anne Burrows, autrice senior dello studio.  "Durante il processo di addomesticamento- precisa, infatti Burrows - gli esseri umani potrebbero aver allevato cani in modo selettivo sulla base di espressioni facciali simili alle loro, e nel tempo i muscoli del cane potrebbero essersi evoluti per diventare ‘più veloci’, favorendo ulteriormente la comunicazione tra cani e umani". Sempre in riferimento agli esiti che l’evoluzione del cane può aver avuto sulla sua muscolatura facciale, il team ha scoperto anche che i cani hanno un muscolo mimetico aggiuntivo - assente nei lupi – che contribuisce all'espressione "occhio da cucciolo". Naturalmente gli studi sono ancora in una fase iniziale e sono necessarie ulteriori ricerche sulla miosina per gettare nuova luce sulle differenze anatomiche tra cani e lupi.

Un lupo grigio selvatico (a sinistra) e un bovaro del Bernese addomesticato (a destra), che evidenziano alcune differenze facciali comuni tra il lupo e i cani domestici. La maggior parte delle razze di cani addomesticati ha orecchie piatte, mostrano una gamma di modelli e colori di pelliccia e hanno un muso accorciato. Le frecce rosse indicano il muscolo levator anguli occuli medialis, un muscolo non trovato nel lupo grigio che supporta la comunicazione dello sguardo tra cani e umani.


CREDIT: Anne Burrows, Duquesne University; left image copyright Defenders of Wildlife, Washington, DC.

L'abstract della ricerca

TAG: EVOLUZIONE, LUPI

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