Cani
30 Novembre 2023 Alimentazione sana e prevenzione sono fondamentali per mantenere in salute il più a lungo possibile i propri animali. I consigli del dottor Isidoro Grillo, esperto di Mylav, per aiutare il cane nella vita di tutti i giorni
Quando un cane può essere considerato anziano? Come riconoscere gli effetti della vecchiaia? Che cosa è normale e che cosa non lo è nei sintomi di un cane anziano? Quali sono i controlli da fare ai soggetti meno giovani per cogliere sul nascere problemi che possono interferire sulla longevità? A tutte queste domande risponde il dottor Isidoro Grillo, medico veterinario di MYLAV ed esperto in medicina generale.
Grazie ai progressi fatti nella medicina, nella nutrizione, nello stile di vita e nella prevenzione, l’aspettativa di vita degli animali da compagnia è aumentata del 10-15% dall’inizio del millennio, con differenze non quantificabili in valori assoluti per le differenze esistenti tra razze e taglie. Consapevoli che l’invecchiamento è una fase naturale della vita e che non rappresenta di per sé una malattia, ci sono però alcuni accorgimenti fondamentali da rispettare per mantenere il più a lungo possibile in salute i propri Pet.
Quando un cane può essere considerato anziano?
Non vi è una risposta univoca perché dipende da molti fattori, partendo dalla taglia: in generale, gli esemplari piccoli sono più longevi e vivono dai 15 a 18 anni, mentre quelli di taglia media arrivano a 13-14 anni e i soggetti di taglia grande o gigante raggiungono una vita media più breve di 9-11 anni. Generalmente, un cane può essere considerato indicativamente maturo dopo i 7 anni di età e anziano dopo gli 11.
Un secondo aspetto che condiziona di molto la longevità di un cane è la sua razza. Uno studio* condotto nel Regno Unito ha rivelato che l’aspettativa media di un cane di razza è di 11,2 anni, identificando, ad esempio il Jack Russell quale razza con un’aspettativa media di vita di 12,7 anni, lo Spring Spaniel con 11,92 anni, il Bulldog Francese con soli 4,5 anni poiché di razza brachicefala con le minori aspettative di vita.
Tra i gruppi di razze quello dei Terrier è risultato vincente con una media di 12 anni, seguito dal gruppo dei pastori (11,2 anni), dei segugi e dei cani da compagnia (10,7 anni) e cani utility (10,1 anni).
Sempre nello stesso studio, le aspettative legate al sesso vedono le femmine essere più longeve (15,1 anni) in media rispetto ai maschi (11,1 anni).
Come riconoscere gli effetti della vecchiaia nei cani?
I principali effetti della vecchiaia nei cani si dividono in due aree: gli effetti fisici e gli effetti metabolici. Con l’invecchiamento, infatti, il cane avrà meno voglia di muoversi e anche il metabolismo sarà più lento.
Si dovrà diminuire il fabbisogno calorico per evitare problemi legati al peso eccessivo poiché la percentuale di grasso aumenta con il passare degli anni. L’obesità aumenta il rischio di patologie cardiache (come ipertensione e fenomeni di trombosi), l’aggravamento dell’osteoartrite, il diabete mellito. È inoltre importante garantire al cane il giusto movimento perché la vecchiaia porta inevitabilmente a una perdita di massa muscolare, ossea e cartilaginea, ricordandosi però sempre che passeggiate e corse non devono essere praticate in modo eccessivo. Passeggiate quotidiane, a un ritmo lento, sono perfette per mantenere il cane anziano in salute e in forma.
Cosa è normale e cosa no in un cane anziano?
È normale che un cane anziano possa tendere a ingrassare a causa del rallentamento del metabolismo e a essere disorientato per minori capacità visive, uditive e cognitive. Alcuni cani possono essere più freddolosi o più sofferenti il caldo per una perdita di ottimizzazione della termoregolazione o avere pelo e cute non più così belli come da giovane.
Durante la vecchiaia alcune malattie si sviluppano con maggiore frequenza, così come avviene per gli umani. Patologie del cavo orale come le parodontiti possono dare dolore e rendere più problematica l’alimentazione soprattutto di cibo difficile da masticare. Condizioni croniche che inducono insufficienze e disfunzioni di organi come i reni, il fegato o il cuore rientrano tra le principali malattie del cane anziano. Queste ultime possono manifestarsi con sintomi molto variabili come diminuzione dell’appetito, abbattimento emotivo, eccessivo dimagrimento, ma anche aumento della sete, difficoltà respiratoria, aumento di volume dell’addome e tosse continua. La principale causa di decesso nei cani anziani è data dalle malattie oncologiche; molto comuni quelle che colpiscono sistema linfatico, sangue, polmoni, fegato e cavo orale.
“Rispetto a un animale giovane o adulto, lo stato di salute di un animale anziano può variare anche molto velocemente ed ecco perché è opportuno fare dei controlli periodici almeno ogni sei mesi, soprattutto quando il cane supera i 7 anni di età” afferma il dott. Isidoro Grillo. “Come Pet Lover, è bene prestare particolare attenzione nei confronti di eventuali cambiamenti di comportamento, peso, feci o urine del proprio cane. Segnalare le alterazioni sospette al proprio Medico Veterinario dà la possibilità di intervenire per tempo e ottenere diagnosi precoci senza le quali diventerebbe sempre più complesso trovare una cura”.
Come allungare la vita del nostro cane anziano?
L’alimentazione è uno dei fattori più importanti da tenere sotto controllo perché una dieta bilanciata, con ingredienti controllati e più facilmente metabolizzabili, completa e appetibile permette di prolungare la vita del cane, andando a migliorare il benessere e a stimolare quegli apparati che, proprio per l’età, fanno più fatica a svolgere le loro funzioni. Le diete degli animali anziani devono essere regolate per mantenere una linea corretta nel cane, senza che dimagrisca o prenda troppo peso, e definite tenendo conto della qualità e della digeribilità dei principi nutritivi.
Quali i controlli fare ai soggetti meno giovani per cogliere sul nascere problemi che possono interferire sulla longevità dei nostri animali?
Occorre effettuare esami del sangue, delle urine e delle feci almeno una volta l’anno, al fine di intercettare segni patologici in soggetti apparentemente sani; valutare insieme al proprio medico veterinario la pianificazione di controlli regolari del cuore, con elettrocardiogramma ed ecografia, per individuare precocemente eventuali piccole alterazioni e intervenire il prima possibile con una valida terapia che ne rallenti la progressione; osservare e riferire ponendo attenzione ai possibili segni di disagio (minore vitalità) o dolorabilità (riluttanza a camminare o a mangiare, introversione, reazioni al contatto).
* Teng K.T.-Y., Brodbelt D.C, Pegram C. et al. Life tables of annual life expectancy and mortality for companion dogs in the United Kingdom. Sci Rep., 2022; vol 12: p. 6415.
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