Professione
07 Maggio 2025Dalla VII Commissione Cultura del Senato è arrivato il via libera alla riforma, ma con alcune osservazioni: ok al semestre filtro, ma prove scritte e in contemporanea; più materie e contenuti didattici armonizzati tra corsi principali e affini

Dalla VII Commissione Istruzione del Senato è arrivato il via libera allo schema di Decreto legislativo n.263, che punta a rivoluzionare l’accesso al corso di laurea in Medicina Veterinaria. Il provvedimento, che attua la legge n. 26/2025, già approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 marzo, segna l’addio definitivo al test d’ingresso tradizionale, sostituito da un “semestre filtro” aperto a tutti per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Medicina Veterinaria.
Dal nuovo Anno Accademico gli studenti potranno iscriversi al primo semestre, durante il quale dovranno sostenere esami in tre discipline scientifiche fondamentali. Solo quelli che supereranno questi esami, ottenendo almeno 18 crediti formativi (Cfu), potranno accedere alla graduatoria nazionale che stabilirà l’ingresso ufficiale al secondo semestre. Nel parere espresso dalla Commissione guidata dal senatore Roberto Marti, spiccano tre osservazioni.
La prima riguarda la modalità di somministrazione degli esami nel semestre filtro: i senatori chiedono al Governo di stabilire che le prove siano scritte e somministrate in contemporanea su tutto il territorio nazionale, per garantire uniformità e trasparenza nella valutazione.
La seconda osservazione riguarda le materie: oltre a biologia, chimica e fisica, la Commissione propone di includere anche le scienze biochimiche tra le discipline fondamentali. L’inserimento di questa materia riflette l’evoluzione della formazione medica, sempre più orientata a una comprensione molecolare e integrata dei fenomeni biologici.
La terza indicazione: l’estensione della riforma anche ai corsi di laurea in lingua inglese offerti dalle università statali, fin dal primo anno di applicazione, con l’obiettivo di evitare disparità tra studenti italiani e stranieri o tra percorsi diversi all’interno dello stesso ateneo.
Inoltre, viene operata una distinzione terminologica tra “iscrizione” e “immatricolazione”, per chiarire che la seconda si riferisce solo all’accesso effettivo ai corsi di laurea, al termine del primo semestre.
Per il semestre filtro, le università potranno derogare ai criteri standard sul numero minimo di docenti per classe, e offrire attività didattiche integrative. In caso di esclusione dalla graduatoria nazionale, lo studente potrà proseguire in corsi affini, mantenendo i Cfu acquisiti. La Commissione suggerisce anche di garantire gratuitamente l’iscrizione al primo semestre per i corsi di medicina, odontoiatria e medicina veterinaria, anziché per tutti i corsi affini. Infine, si raccomanda di armonizzare i contenuti didattici del primo anno tra i corsi principali e quelli affini.
Il decreto legislativo approderà ora in Commissione Cultura della Camera per un secondo parere. Dopodiché, tornerà a Palazzo Chigi per l’approvazione definitiva. L’obiettivo del Ministero dell’Università è far partire la riforma già dall’anno accademico 2025/2026.
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