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21 Febbraio 2023 Ancora inadempiente: il Belpaese non protegge come dovrebbe gli ecosistemi dall'inquinamento da nitrati causato dall'agricoltura e dalla zootecnia. E dalla Commissione europea arriva un parere motivato.
La Commissione europea ha deciso di inviare un parere motivato all'Italia (INFR (2018)2249) per il mancato pieno rispetto della direttiva sui nitrati (direttiva 91/676/CEE ) e per una migliore protezione delle sue acque dall'inquinamento causato dai nitrati di origine agricola.
Il Green Deal europeo, con il suo obiettivo Zero Pollution, chiede infatti di ridurre l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo a livelli non più considerati dannosi per la salute umana e gli ecosistemi naturali. Ai sensi della direttiva sui nitrati, gli Stati membri sono tenuti a monitorare le proprie acque e a identificare criticità in essere o eventuali. L’Italia però non è sempre stata ligia. Già nel 2018, infatti, la Commissione ha inviato una lettera di mora, dove chiedeva alle autorità di garantire la stabilità della rete di monitoraggio dei nitrati, di rivedere e designare ulteriormente le zone vulnerabili ai nitrati in diverse regioni e di adottare ulteriori misure in diverse regioni. Successivamente, nel 2020, ne è seguita una seconda, in quanto erano merse alcune ulteriori criticità.
Negli anni qualche miglioria è stata apportata, ma non dovunque e non in misura sufficiente. Da qui la recentissima svolta del 15 febbraio 2023 con l’invio di un parere motivato all'Italia, che dispone ora di due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione può decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
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