Professione
15 Luglio 2022 38 membri e una finalità comune: rispondere alle aspettative delle istituzioni europee e nazionali, delle parti interessate e del pubblico. Ecco il nuovo Cda dell’Autority europea per la sicurezza alimentare.
Il 1° luglio si è insediato ed è diventato operativo il nuovo Consiglio di amministrazione EFSA, composto da 27 rappresentanti degli Stati membri (con supplenti), due rappresentanti del Parlamento europeo (senza supplenti), due rappresentanti della Commissione europea (con supplenti) e quattro rappresentanti della società civile e degli interessi della filiera alimentare (con supplenti), tutti con diritto di voto. Inoltre, parteciperanno al consiglio di amministrazione dell'EFSA, ma senza diritto di voto, due rappresentanti dei Paesi EFTA/SEE (Norvegia e Islanda) e un rappresentante dell'Autorità di vigilanza EFTA (con supplenti). Con queste tre presenze il Cda è composto in totale da 38 membri. Il suo compito precipuo è quello di garantire il funzionamento efficace ed efficiente dell’Autorità, espletare il proprio mandato in conformità del regolamento istitutivo dell’EFSA e rispondere alle aspettative delle istituzioni europee e nazionali, delle parti interessate e del pubblico.
Cosa cambia
Rispetto al precedente Cda si registra una novità di rilievo: in precedenza, infatti, la struttura contemplava 14 membri ‘laici’ con competenze in materia di filiera alimentare. Essi, cioè, non rappresentavano alcun governo, organizzazione o settore. Inoltre, era presente un rappresentante della Commissione europea. Nel nuovo modello di governance saranno invece rappresentati, come anticipato, gli Stati membri, il Parlamento europeo, la Commissione europea, la società civile e coloro che rappresentano gli interessi della filiera alimentare. "In un contesto internazionale in cui la sicurezza degli alimenti e la loro disponibilità sono interconnesse è significativo che il CdA EFSA includa ora un'ampia gamma di rappresentanti che contribuiranno al funzionamento efficace della filiera degli alimenti e mangimi", ha dichiarato – a questo proposito - Claire Bury, vicedirettrice per la sostenibilità alimentare presso la DG SANTE. Il nuovo modello risponde ai requisiti del Regolamento (UE) 2019/1381 sulla trasparenza, entrato in vigore nel marzo 2019 e rafforza il ruolo degli Stati membri, nonché il coinvolgimento di tutte le parti coinvolte nel lavoro dell'Autorità.
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