Parassiti
08 Ottobre 2025Da agosto continuano ad aumentare i casi di larve negli allevamenti bovini messicani. Registrato un nuovo caso nello Stato di confine di Nuevo León: Washington accusa Città del Messico di non contenere il parassita
Il Messico ha registrato un aumento del 32% dei casi di infezione da larve della mosca assassina (Cochliomyia hominivorax), noto anche come New World Screwworm (Nws, letteralmente “Verme a vite del Nuovo Mondo”), un parassita carnivoro capace di infestare e uccidere gli animali se non trattato. Secondo l’ultimo rapporto dell’agenzia sanitaria Senasica, i casi confermati hanno raggiunto quota 6.703 al 13 settembre, contro i 5.086 rilevati ad agosto. L’epidemia, in corso da novembre 2024, si sta ora spostando verso nord, avvicinandosi al confine con gli Stati Uniti, che accusano il Messico di non aver fatto abbastanza per contenerla.
Secondo gli ultimi dati mensili diffusi dal Governo, il Messico ha registrato un aumento di quasi il 32% di casi confermati del parassita carnivoro, mentre la concentrazione si sposta sempre più verso nord, stando all’ultimo rapporto dell’agenzia sanitaria Senasica.
Sono 6.703 i casi di animali infestati dal parassita del Nuovo Mondo, registrati in Messico dall’inizio dell’epidemia nel novembre 2024 al 13 settembre scorso. Un dato in crescita rispetto ai 5.086 casi confermati nel bollettino precedente, risalenti al 17 agosto.
La diffusione del verme mangia-carne interessa principalmente gli allevamenti bovini, con 5.258 casi confermati sul totale. Le regioni più colpite sono lo Stato di Chiapas, al confine con il Guatemala (3.474 casi contro i 2.875 di agosto), Oaxaca (744 casi, contro i 453 del mese precedente) e Veracruz, dove i casi sono quasi raddoppiati, passando da 252 a 476. Per la prima volta, il parassita è stato rilevato anche nello stato di Puebla, a poco più di 120 km da Città del Messico.
Il Ministero dell’Agricoltura messicano ha confermato un nuovo caso di parassitosi in un animale nello Stato di Nuevo León, al confine con il Texas. Si tratta del secondo caso confermato nello Stato in due settimane.
L’animale infetto, un vitello proveniente dal sud del Paese, è stato intercettato nella città di Montemorelos. Le larve sono state trovate morte o morenti dopo i trattamenti obbligatori, tra cui l’antiparassitario ivermectina, mentre nessuno degli altri animali della spedizione è risultato infetto.
“Le condizioni in cui sono arrivate le larve le rendono inadatte alla riproduzione, dimostrando l’efficacia dei protocolli di ispezione all’origine e alla destinazione, applicati per ridurre il rischio di diffusione del parassita” ha affermato il Ministero in una nota.
Nonostante l’intervento, gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio di propri ispettori sul campo e mantengono le restrizioni sulle importazioni di bestiame messicano, in vigore da maggio.
La diffusione del verme a vite vicino al confine degli Stati Uniti ha riacceso la disputa diplomatica tra i due partner commerciali. Gli Stati Uniti accusano il Messico di non aver fatto abbastanza per contenere il parassita. Il Governo Usa da maggio ha quasi completamente chiuso i suoi confini alle importazioni di bestiame messicano.
Ad agosto, tuttavia, gli Stati Uniti hanno confermato il primo caso umano di verme a vite nel loro territorio, anche se si è trattato di un episodio associato ai viaggi in un Paese colpito dall’epidemia.
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