Farmaci
08 Ottobre 2025Recepite le linee guida ministeriali sull’uso prudente degli antibiotici e approvate le prime indicazioni operative di farmacosorveglianza. La Regione segnala un quadro sanzionatorio rigido, con rischi per veterinari, OSA e filiere
Con la determinazione dirigenziale del 1° ottobre 2025, la Regione Piemonte recepisce le Linee guida del Ministero della Salute sull’uso prudente degli antibiotici negli allevamenti e approva le prime indicazioni operative regionali sul controllo ufficiale di farmacosorveglianza. L’obiettivo è uniformare l’attività dei Servizi Veterinari e mitigare gli effetti di un sistema sanzionatorio considerato “particolarmente rigido”, che rischia di colpire in modo sproporzionato operatori e professionisti.
Le linee guida ministeriali, che la Regione Piemonte fa proprie, riguardano l’uso prudente degli antibiotici nel suino, nel coniglio da carne e nel bovino da latte, principi estensibili anche ad altre specie.
Per la parte ispettiva, la Regione ha ritenuto necessario fornire agli operatori delle ASL strumenti interpretativi e operativi uniformi, in modo da ridurre l’impatto di un sistema sanzionatorio giudicato eccessivamente severo.
Il modello piemontese si basa su un approccio olistico e prudenziale, mutuato dai sistemi di audit interni, che prevede una fase di supervisione e confronto prima della notifica formale via PEC da parte dell’autorità competente.
Il documento regionale sottolinea come alcune condotte di scarso impatto sulla salute pubblica possano configurarsi come illeciti amministrativi: ad esempio, ritardi nella registrazione dei farmaci veterinari, incongruenze tra carico e scarico o la presenza di medicinali scaduti nelle scorte.
Tali violazioni, pur marginali, possono comportare sanzioni molto onerose per l’Operatore del Settore Alimentare (OSA) e per il medico veterinario prescrittore o responsabile delle scorte, “senza margini di tolleranza”.
La Regione avverte che l’attuale sistema può determinare non conformità “formali” con ricadute negative sulle filiere zootecniche e sulla stessa amministrazione pubblica.
Tra i rischi individuati:
● riduzione dell’appropriatezza terapeutica negli animali;
● possibile aumento dei contenziosi per sanzioni sul rispetto di requisiti poco chiari;
● possibile crescita del mercato illegale dei farmaci veterinari;
● aumento contrapposizione tra Servizi Veterinari e liberi professionisti;
● minore disponibilità dei medici veterinari ad assumere la responsabilità delle scorte.
Per garantire uniformità nei controlli, la Regione Piemonte fornisce alcuni indirizzi operativi basati sul documento ministeriale “Check-list di farmacosorveglianza. Manuale Operativo – Stabilimenti dove si allevano e si detengono animali destinati alla produzione di alimenti”, articolando l’attività in tre fasi:
1. Organizzazione dei controlli sull’impiego del farmaco veterinario negli stabilimenti zootecnici;
2. Valutazione delle evidenze e definizione dei provvedimenti da adottare;
3. Conclusione della supervisione, con verifica delle misure impositive prima della notifica formale.
Nell’applicazione delle tre fasi, la Regione raccomanda di valutare la quantità e la tipologia di farmaci utilizzati in un’ottica globale: non esistono standard validi per ogni contesto, poiché la stessa terapia può risultare appropriata o eccessiva a seconda della specie, della fase produttiva o della gestione aziendale.
I Servizi Veterinari sono incoraggiati a individuare gruppi di supervisori e un referente inter-area (o il coordinatore dei Servizi Veterinari) per esaminare tutti i rapporti di supervisione e le eventuali misure impositive prima della notifica via PEC.
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