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14 Agosto 2025

Sudafrica, rinoceronti “radioattivi” per salvarli dai bracconieri

In Sudafrica, un nuovo progetto scientifico prevede l’iniezione di isotopi nei corni dei rinoceronti: sono innocui per l’animale, ma rilevabili ai controlli di frontiera. Ecco come la fisica può fermare il traffico illegale

di Redazione Vet33


Sudafrica, rinoceronti “radioattivi” per salvarli dai bracconieri

In Sudafrica, alcuni rinoceronti sono stati resi “radioattivi” per proteggerli dal bracconaggio. Il progetto si chiama Rhisotope Project e coinvolge i Dipartimenti di Fisica e Conservazione ambientale dell’Università del Witwatersrand, funzionari del settore energetico nucleare e ambientalisti. 

Il progetto è semplice: si tratta di iniettare nei corni dei rinoceronti minuscole quantità di isotopi radioattivi, una dose che non arreca alcun danno all’animale, ma che può essere facilmente individuata dai rilevatori di radiazioni negli aeroporti e alle dogane. Dopo i primi esperimenti condotti nel 2024 su 20 esemplari, tra cui rinoceronti bianchi e neri, il programma è entrato ora nella fase operativa, con cinque nuovi rinoceronti trattati nella riserva Waterberg Biosphere di Limpopo, al confine con lo Zimbabwe.

Come funziona la campagna anti-bracconaggio

I ricercatori iniettano nel corno dei rinoceronti isotopi radioattivi instabili ma a basso livello di emissione, selezionati per non nuocere alla salute del rinoceronte, di altri animali o dell’ambiente. Queste sostanze restano nel corno, che è composto di cheratina come le unghie umane, rendendolo facilmente rintracciabile anche in container o bagagli, grazie ai comuni sistemi di sicurezza progettati per la rilevazione di materiali radioattivi.

James Larkin, Direttore scientifico del progetto, spiega che i test iniziali hanno dato risultati incoraggianti: “Senza alcun dubbio, gli studi effettuati dal 2021 garantiscono il procedimento assolutamente sicuro per gli animali, ed efficace nel rendere il corno identificabile dai radar presenti alle frontiere: nei test, anche una piccolissima quantità di materiale radioattivo ha fatto scattare gli allarmi dei rilevatori”. 

Una caccia sempre più sanguinosa

Il Sudafrica ospita circa 16.000 rinoceronti, la popolazione più grande al mondo, ma anche la più colpita dal bracconaggio. Ogni anno si stimano circa 500 animali uccisi per il loro corno, molto ricercato nei mercati asiatici, dove la medicina tradizionale gli attribuisce poteri curativi. Inoltre, la domanda è alimentata anche da collezionismo, lusso e superstizione. Questo porta alla mutilazione e alla morte di migliaia di animali, già minacciati dalla perdita di habitat e dalla frammentazione ecologica.
Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), la popolazione dei rinoceronti è passata da 500.000 esemplari all’inizio del 1900 a soli 27.000 oggi.

Dalla lotta al bracconaggio alla sensibilizzazione

Il Rhisotope Project non punta solo a intercettare i trafficanti, ma ha anche una funzione preventiva. In molte riserve saranno affissi cartelli di avvertimento per dissuadere i bracconieri, segnalando la presenza di rinoceronti “radioattivi”. Inoltre, parte della missione è educativa: molte scuole e studenti locali vengono coinvolti nelle visite alle riserve per imparare il valore della conservazione e sviluppare empatia verso gli animali. Coinvolgendo attivamente la comunità, i cittadini diventano loro stessi protettori degli animali, custodi di una specie, e creano uno spazio più sicuro e meno violento, lontano dai traffici. Chi viene educato al rispetto dell’ambiente, eviterà di associarsi al bracconaggio e avrà una coscienza sociale più sviluppata.

L’obiettivo ora è espandere la tecnologia anche ad altre specie minacciate come elefanti, pangolini e persino piante rare, rendendo il contrabbando più difficile e rischioso.

CITATI: JAMES LARKIN
TAG: RINOCERONTI, SUD AFRICA

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