Animali da Compagnia
08 Agosto 2025Dal supporto del veterinario alla scelta tra cremazione individuale o collettiva, fino alla rete di crematori e cimiteri: il quadro aggiornato del post-mortem per cani e gatti in Italia
In Italia, ogni anno muoiono circa 1,3 milioni di cani e gatti. Per oltre un terzo di loro, la scelta ricade sulla cremazione, un servizio che coinvolge in modo sempre più diretto il medico veterinario. Dalla consulenza al proprietario alla gestione delle pratiche post-mortem, fino al contatto con crematori e cimiteri, il professionista diventa un punto di riferimento centrale in un momento emotivamente delicato e logisticamente complesso.
Il medico veterinario non si limita a diagnosticare e curare: accompagna il proprietario anche nel percorso finale. Nel 60-70% dei casi di cremazione è il professionista stesso a occuparsi dell’organizzazione, mentre nel restante 30-40% il proprietario gestisce il servizio in autonomia. La funzione del medico veterinario è quindi essenziale per fornire informazioni chiare sulle opzioni disponibili, indicare la struttura più idonea e garantire trasparenza e tracciabilità nel processo.
In Italia sono disponibili diverse modalità di cremazione:
● individuale: dedicata a un solo animale, con restituzione delle ceneri al proprietario (circa il 60%);
● collettiva: più animali cremati insieme, senza restituzione delle ceneri;
● assistita o conferita: il proprietario può assistere alla cremazione o conferire direttamente il corpo alla struttura.
La scelta dipende da fattori emotivi, economici e logistici, con una crescente preferenza per soluzioni che valorizzino il rispetto e la dignità dell’animale.
In Italia la rete di crematori e cimiteri per animali da compagnia è in espansione, ma presenta ancora una distribuzione disomogenea, con una concentrazione maggiore nelle regioni del Centro-Nord.
Le strutture per la cremazione sono 82, così localizzate: il 62% si trova al Nord (51), il 20% al Centro (16) e il restante 18% (15) al Sud e sulle Isole. Queste strutture sono collocate in aree densamente popolate, dove c'è minore disponibilità di giardini privati.
I cimiteri per animali da compagnia, invece, poco diffusi, sono 33, di cui il 61% si trova al Nord, il 15% al Centro e il restante 24% al Sud e sulle Isole. Quasi la metà (42%) offre servizi di cremazione come intermediari, mentre il 15% ha il proprio impianto al suo interno. I cimiteri per animali sono collocati soprattutto in aree urbane e consentono sepolture regolamentate in lotti individuali, spesso con manutenzione e contratti pluriennali.
La domanda di queste strutture cresce, spinta da fattori culturali e logistici, legati alla scarsità di spazi privati idonei alla sepoltura. Tuttavia, il settore presenta margini di sviluppo, con standard qualitativi variabili e un livello di penetrazione ancora inferiore a quello di Francia e Regno Unito, dove la cremazione supera l’85% dei decessi.
Gli obiettivi che emergono nel fine vita degli animali da compagnia sono chiari: garantire rispetto, dignità, empatia e trasparenza in tutte le fasi del processo. La sostenibilità ambientale compare tra i principi dichiarati, a testimonianza di una crescente sensibilità verso pratiche che siano non solo rispettose dell’animale e del proprietario, ma anche dell’ambiente.
La gestione del post-mortem per cani e gatti in Italia è in trasformazione. Con un ruolo sempre più attivo del veterinario, una rete di strutture in crescita e una maggiore attenzione alla dignità del fine vita, il settore si avvia verso standard più elevati, in linea con i modelli già affermati in altri Paesi europei.
TAG: CANI, CIMITERI, CREMAZIONE, FINE VITA, GATTISe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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