Alert sanitari
07 Marzo 2025È stato rilevato un focolaio in un allevamento di bovini al confine con la Slovacchia. Attivate misure restrittive per contenere il virus e indagini epidemiologiche per individuare la fonte dell'infezione
Le autorità veterinarie ungheresi hanno confermato la presenza dell’afta epizootica (FMD) in un allevamento di 1.400 bovini a Kisbajcs, vicino al confine con la Slovacchia. Si tratta del primo caso registrato in Ungheria negli ultimi 50 anni. Il laboratorio ha rilevato il virus dopo che gli animali avevano manifestato sintomi clinici tipici. Sono state immediatamente adottate misure restrittive, inclusa la chiusura dell’allevamento, ed è stata avviata un’indagine epidemiologica per individuare la fonte dell’infezione.
La rete dei servizi veterinari ha confermato, in data odierna, un focolaio di afta epizootica in Ungheria in un allevamento di vacche da latte di 1.400 bovini. L’azienda si trova nella parte settentrionale del Paese, nei pressi della città di Győr, al confine con la Slovacchia. I bovini presentavano sintomi clinici tipici e il laboratorio ha confermato la presenza del virus.
L’Ufficio nazionale per la sicurezza della filiera alimentare (Nébih) è stato informato dei sintomi della Fmd “all’inizio di marzo” e ha immediatamente emanato “misure ufficiali estremamente severe”, tra cui il blocco della movimentazione di animali vivi e della loro carne.
Il dottor Szabolcs Pásztor, veterinario capo nazionale, ha ordinato la chiusura dell’allevamento e ha avviato un'indagine epidemiologica per cercare di stabilire come il virus vi sia arrivato. In questo momento “sono in corso la liquidazione del branco e l’individuazione della fonte dell'infezione”, ha comunicato l’agenzia.
La Germania si sta ora riprendendo dallo spavento dei casi di gennaio, quando un’epidemia di bufali d’acqua ha innescato urgenti misure di emergenza, costate fino a 1 miliardo di euro in mancate esportazioni e provocato divieti nel Regno Unito, in Messico e in Corea del Sud. L’epidemia è stata contenuta, ma le autorità europee temono un’ulteriore diffusione, come l’epidemia che nel 2001 si verificò nel Regno Unito, costando ai settori agricolo e turistico oltre 15 miliardi di euro e l’abbattimento di oltre 6 milioni di animali.
TAG: AFTA EPIZOOTICA, ANIMALI VIVI, BOVINI, GERMANIA, REGNO UNITO, UNGHERIASe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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