Ricerca
24 Febbraio 2025Identificata nei boschi del cosentino dai ricercatori del Crea, la nuova specie di lepidottero – Diplodoma giulioregenii – appartenente alla famiglia degli Psychidae mostra l’importanza della ricerca scientifica per la biodiversità e la conservazione degli ecosistemi
Nei boschi della provincia di Cosenza, la scoperta di una nuova specie di farfalla illumina il panorama della biodiversità italiana: Diplodoma giulioregenii è stata identificata dai ricercatori del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) nell’ambito del progetto National Biodiversity Future Centre del Pnrr. Lo studio con i dettagli della scoperta è stato pubblicato sulla rivista Zootaxa.
Dedicata alla memoria di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016, la scoperta non è solo un tributo, ma anche un monito sulla necessità di salvaguardare gli habitat naturali ancora poco esplorati.
Un team di ricercatori del Crea, che si occupa di biodiversità dei lepidotteri in ambiente forestale, ha deciso di dedicare la scoperta di una nuova specie di farfalla a Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016.
La sua biologia è ancora sconosciuta, ma si suppone che la larva si nutra di muschi, licheni e foglie appassite. La certezza che si trattasse di un lepidottero mai intercettato prima si è avuta integrando dati molecolari e morfologici, che hanno permesso di distinguerla dalle altre specie dello stesso genere; in particolare, le differenze sostanziali nelle strutture genitali e nel Dna mitocondriale sono state fondamentali.
CITATI: GIULIO REGENI, SARA LA CAVA, STEFANO SCALERCIO“La scoperta di Diplodoma giulioregenii in un’area ecologicamente ricca e diversificata come il Sud Italia evidenzia la presenza di un’immensa varietà di specie animali e vegetali” osserva Stefano Scalercio, ricercatore del Crea Foreste e Legno, che ha coordinato il progetto e guidato il team con la ricercatrice Sara La Cava. La scoperta, prosegue l’esperto, “testimonia un patrimonio biologico ancora inesplorato, ma anche la necessità di proseguire gli studi e il monitoraggio degli habitat forestali per salvaguardarli. L’identificazione di nuove specie – conclude – contribuisce a migliorare la comprensione delle reti ecologiche e delle interazioni tra specie in habitat forestali e la conservazione degli ecosistemi locali”.
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