Animali esotici
11 Febbraio 2025Una ricerca pubblicata su Molecular Phylogenetics and Evolution approfondisce l’origine e la diversificazione delle iguane terrestri delle Galápagos
Le iguane delle Galápagos, simbolo unico di biodiversità, portano nuove informazioni sull’evoluzione grazie alla genomica. Uno studio guidato da Gabriele Gentile dell’Università di Roma Tor Vergata ha ricostruito l’origine di queste specie, dimostrando che l’iguana rosa (Conolophus marthae) si è differenziata molto più recentemente di quanto si pensasse. Pubblicata su Molecular Phylogenetics and Evolution, la ricerca utilizza tecniche di sequenziamento avanzate per riscrivere i capitoli evolutivi di questi rettili e suggerire strategie mirate per la loro conservazione.
Analizzando il DNA degli esemplari attualmente viventi nelle isole ecuadoriane gli studiosi – guidati Gabriele Gentile, ordinario di Zoologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata nonché “scopritore” dell’iguana rosa nei primi anni 2000 – hanno ricostruito i tempi e i modi della loro evoluzione, a partire da un antenato comune che proveniva dal continente americano.
Lo studio, condotto dal Consorzio internazionale per i Genomi dei rettili Iguanidi con il coinvolgimento dell’Ateneo romano e di altri istituti di ricerca nel mondo, ha confermato che l’antenato di questo gruppo di rettili ha colonizzato l’arcipelago circa 10 milioni di anni fa, quando le isole attuali non erano ancora emerse. Le terre allora presenti, ormai sprofondate nell’oceano, hanno rappresentato il punto di partenza per un lungo processo evolutivo.
I periodi glaciali delle ultime centinaia di migliaia di anni dell’emisfero settentrionale hanno sottratto acqua agli oceani, abbassandone il livello, e hanno permesso la temporanea connessione di alcune delle isole Galápagos. Questo ha consentito la loro colonizzazione e il successivo differenziamento delle varie specie di iguana dell’arcipelago.
“La ricerca ha chiarito che l’iguana rosa delle Galápagos (Conolophus marthae) si è originata dopo la colonizzazione dell’Isola di Isabela, avvenuta circa 500.000 anni fa, molto più recentemente di quanto si ipotizzasse in passato” spiega Gabriele Gentile, coordinatore del Consorzio internazionale e senior author dello studio.
Una prima teoria sulla colonizzazione delle Galàpagos considera il movimento occasionale dal Sud America di zattere di vegetazione, strappate dalle rive dalle piene dei fiumi andini che si affacciavano sulla costa del Pacifico. Queste “isole di vegetazione”, una volta catturate da quella che Darwin definiva la “Grande Corrente Equatoriale”, che in circa 5 settimane permette a un relitto costiero di raggiungere le isole, potrebbero aver portato nuovi colonizzatori. Tra questi, i rettili sono i migliori candidati, poiché possono resistere e sopportare tale periodo di viaggio nelle acque oceaniche.
Una seconda teoria prevede che dal Centro America, gli animali abbiano lentamente migrato fino alle Galápagos grazie alla presenza di isole vulcaniche, ora in gran parte scomparse e a correnti oceaniche favorevoli, diverse da quelle odierne.
“L'analisi demografica ha evidenziato tendenze opposte nelle popolazioni di iguane rosa e gialle (Conolophus subcristatus) che convivono sul vulcano Wolf, il più alto dell’isola di Isabela, suggerendo una possibile interazione competitiva tra le due specie” aggiunge Cecilia Paradiso, prima autrice della ricerca, insieme a Paolo Gratton.
“I progressi della genomica consentono ora di ottenere informazioni molto più precise dai dati genetici rispetto al passato” sottolinea Gratton.
Lo studio del patrimonio genetico delle varie specie di iguane è stato effettuato tramite RadSeq, una tecnica che permette di studiare grandi porzioni del genoma in un alto numero di individui, fornendo informazioni sull’origine e sugli spostamenti avvenuti nel passato.
Un altro aspetto dello studio ha interessato l’iguana terrestre di Santa Fe (Conolophus pallidus), la cui differenziazione è stata determinata dall’isolamento geografico a causa dell’innalzamento del livello dell’oceano, avvenuto alla fine dell’ultima glaciazione, che ha separato le popolazioni ancestrali favorendo la speciazione.
Lo studio ha ulteriormente evidenziato come le popolazioni di iguane siano state storicamente caratterizzate da dimensioni ridotte, fattore che potrebbe aver influenzato la loro diversità genetica e resilienza nel tempo. Questi risultati offrono nuove prospettive per la conservazione delle specie endemiche dell’arcipelago, sottolineando la necessità di strategie mirate per la tutela di una biodiversità unica.
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