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03 Febbraio 2025Con il progetto “Octo-Blu”, l’Università di Bologna e la Regione Emilia-Romagna sperimentano il ripopolamento di polpi per contenere la diffusione del granchio blu lungo la costa romagnola, così da impedire che il crostaceo invasivo minacci ulteriormente biodiversità ed economia costiera
Il granchio blu, crostaceo invasivo ormai diffuso nell’Alto Adriatico, rappresenta un’emergenza per la biodiversità marina e per la filiera zootecnica ittica. Per questo, l’Università di Bologna in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna ha avviato Octo-Blu, un progetto sperimentale che coinvolge il ripopolamento strategico di polpi come metodo biologico di controllo. La sperimentazione, basata su un approccio scientifico e sostenibile, si propone di limitare l’impatto ecologico del granchio blu e di salvaguardare la produttività di settori chiave come l’acquacoltura, offrendo una soluzione innovativa ai professionisti della pesca e della medicina veterinaria.
Proposto dall’Università di Bologna all’interno del Fondo europeo degli affari marittimi della pesca e dell’acquacoltura (Feampa) e annunciato a Goro dalla Regione Emilia-Romagna, il progetto prevede un ripopolamento dell’area colpita dal granchio blu con paralarve di polpo destinate a contenere e controllare la sua diffusione, apportando benefici alla biodiversità ed alla sostenibilità ambientale.
Il massimo impegno della Regione è stato ribadito dal Presidente Michele De Pascale e dall’Assessore all’Agricoltura Alessio Mammi, che hanno incontrato le associazioni delle imprese e delle cooperative locali, insieme alla sindaca di Goro Marika Bugnoli e al primo cittadino di Comacchio Pierluigi Negri.
Sono proprio Goro e i canali adduttori di Comacchio le aree maggiormente colpite in Italia dalla diffusione del granchio blu. In questi luoghi prima venivano prodotte circa 16.000 tonnellate di vongole, ovvero il 55% della produzione italiana e il 40% di quella europea, con un’occupazione di circa 1.700 addetti.
“È in corso una vera e propria emergenza economica e sociale, con decine e decine di famiglie che rischiano di perdere quella che è la loro fonte di reddito principale” hanno sottolineato De Pascale e Mammi. “La Regione ha sempre fatto la propria parte perché preservare una zona, come il delta del Po, che è leader a livello nazionale ed europeo nella produzione di vongole, significa salvaguardare un grande patrimonio economico e la sua tenuta sociale” hanno proseguito. “Serve intervenire presto, con tempestività e con una strategia condivisa anche a livello nazionale, che dovrà vederci tutti impegnati anche nei prossimi mesi. Ringraziamo le imprese e le associazioni di pesca per il continuo confronto e la volontà di trovare soluzioni condivise”.
Anche per questo motivo, la Regione ha attivato una collaborazione istituzionale con l’Università – attraverso il centro universitario di produzioni ittiche di Cesenatico – per la realizzazione di un progetto pilota, che intende sviluppare un processo di riproduzione in cattività del polpo.
Saranno successivamente identificati specifici siti di rilascio strategico. Le zone, comprese in un tratto della costa romagnola da Ravenna a Cattolica, potranno essere scelte in base a specifiche esigenze di abbondanza di granchio blu e alla presenza di habitat idonei per i polpi. Durante tutto il periodo di durata del progetto, verrà eseguito un costante monitoraggio e controllo delle attività svolte, per garantire il rispetto delle tempistiche e dei risultati attesi. La verifica dei risultati potrà avvenire conducendo monitoraggi regolari nelle aree di rilascio per valutare la presenza e la distribuzione dei polpi rilasciati e del granchio blu.
CITATI: ALESSIO MAMMI, MARIKA BUGNOLI, MICHELE DE PASCALE, PIERLUIGI NEGRISe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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